Funghi velenosi e non, nel Salento

Funghi velenosi e non, nel Salento

Mai fidarsi delle apparenze, soprattutto quando ci si imbatte in funghi dal bell’aspetto, ma che possono serbare qualche sgradita sorpresa a tavola: malori, dolori gastro-intestinali (nausea, vomito, diarrea e dolori addominali) e in taluni casi sintomi ancora più gravi. E’ il caso del “Boletus pulchrotinctus” (o fungo a pori rossi),

che negli ultimi giorni ha causato l’intossicazione di otto persone, finite in ospedale proprio per averlo consumato. Con l’inizio dell’autunno, infatti, i boschi e le macchie mediterranee del Salento si riempiono di appassionati che si cimentano nella raccolta di funghi spontanei, che poi finiscono nei piatti della nostra cucina tradizionale.

gli esperti del Centro di Controllo Micologico (CCM) del SIAN Area Nord della ASL Lecce, raccomandano dunque di non consumare funghi spontanei che non siano stati preventivamente controllati dagli stessi micologi. «Il clima mite di questi giorni – fanno sapere gli esperti del CCM – ha portato alla notevole “fioritura” di funghi della specie “Boletus pulchrotinctus” che da ignari raccoglitori viene scambiato per “porcino”, mentre appartiene
alla famiglia delle Boletaceae, (funghi a pori rossi) e che, a scopo puramente precauzionale, va considerato non commestibile, in quanto sospettato di possedere un certo grado di tossicità. In realtà, si tratta di un fungo molto
tossico se consumato crudo e con tossicità incostante se ingerito cotto».

Che fare allora per non correre rischi? I micologi avvertono e danno alcuni consigli fondamentali:

  • non consumare funghi se non sono stati controllati da un micologo della ASL di Lecce
  • consumare quantità moderate, specie a cena;
  • non somministrare ai bambini;
  • non ingerire in gravidanza;
  • consumare solo funghi in perfetto stato di conservazione;
  • consumare i funghi ben cotti e masticare correttamente;
  • sbollentare i funghi prima del congelamento e consumarli entro sei mesi;
  • non consumare funghi raccolti lungo le strade, vicino a centri industriali e campicoltivati (possibile presenza di pesticidi);
  • non regalare i funghi raccolti, se non controllati da un micologo della ASL;
  • fare attenzione alla conservazione domestica, nei funghi sott’olio si può sviluppare la tossina botulinica (Botulismo).

    In ogni caso, i micologi del CCM sono a disposizione dei cittadini per verificare gratuitamente la commestibilità dei funghi raccolti, dare consigli più adeguati per una raccolta sicura, su come trattare i funghi prima del consumo (pulizia, quali parti non consumare, tempi di cottura, consigli per una corretta conservazione ecc.),

  • Roberta Grima
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