La gente muore per la burocrazia, non per il tumore. Io voglio lottare perché il sistema sanitario pugliese cambi e rispetti le priorità. Promette battaglia la signora Paola che questa mattina, si é vista per l’ennesima volta liquidata da un’addetta alle prenotazioni, con un appuntamento a marzo 2019. Troppo lontano per la sua richiesta effettuata tramite impegnativa dell’oncologo, che chiedeva una risonanza magnetica da fare entro dieci giorni.
La donna infatti, nel 2015 ebbe una diagnosi di sarcoma alla coscia destra. Una forma di tumore grave, molto aggressivo. “So che é una neoplasia molto diffusa nel Salento – aggiunge la signora Paola – non solo tra i bambini, ma da qualche tempo è estesa anche tra gli adulti. Se ne parla poco eppure c’è e si fa sentire.
E’ successo nel 2015, quando per attutire una scivolata, ho fatto pressione sulla gamba destra, sentendo come uno strappo e un dolore fortissimo, come se si fosse rotto qualcosa. In effetti si era lacerato il muscolo, tutti gli specialisti consultati, compresi i medici del pronto soccorso mi dissero la stessa cosa: ematoma consolidato. Mi venne consigliato un riposo per 60 giorni, non ero operabile, mi spiegarono che la massa era profonda.” La signora però sentì altri pareri tra cui quello di uno specialista di una struttura privata accreditata che parlò di sarcoma e della necessità di fare una biopsia, siamo a dicembre del 2015 e poco dopo, agli inizi dell’anno successivo, la donna riusci a prenotare una visita al “Rizzoli” di Bologna.
“Proprio il fatto di essere seguita fuori regione, mi penalizza – dice la donna – Tutte le volte che devo sottopormi ai controlli periodici, devo lottare per un diritto che é quello della salute. Come donna oncologica dovrei avere priorità sulle prenotazioni di alcuni esami diagnostici, non posso aspettare i tempi dell’Asl, che puntualmente ha tempistiche che non coincidono mai con le esigenze. Oggi l’ennesimo episodio, ho urgenza di sottopormi ad una risonanza magnetica, perché a seguito di una pet è stata trovata una captazione dorsale e occorre capire il da farsi. La richiesta dell’oncologo parla di risonanza da effettuare entro 10 giorni, ma il cup dell’Asl salentina, mi ha rimandato a marzo del 2019. E così per ogni prenotazione che trimestralmente devo fare. Mi sono sentita dire che se fossi seguita dallo specialista dell’oncologico di Lecce, non avrei le stesse difficoltà perchè sarebbe il medico stesso a prenotare direttamente dall’interno gli esami che dovrei fare, invece vengo dall’esterno, ma sono pur sempre una paziente oncologica diamine!”
“Non appena recupererò un pò più di energie – aggiunge la signora Paola – mi batterò per difendere il diritto che non é solo mio, ma di tutte quelle persone che sono nelle mie condizioni, andrò in direzione dell’Asl e se necessario a Bari, al palazzo del governo perché vengano rispettati i diritti dei malati più fragili. Persino il cup manca di sensibilità. Stamane l’addetta ha avuto il coraggio di riprendermi perché avevo fatto la fila dei disabili, non vedendomi in carrozzina o col bastone si é permessa insensibilmente di farmi passare per una furbetta che voleva tagliare la coda con la fila prioritaria per i diversamente abili, senza sapere che la disabilità molto spesso non si vuole far vedere, eppure c’è nel dolore che dobbiamo sopportare dopo una radioterapia, nella fiacchezza che ci impedisce di stare a lungo davanti ad uno sportello, nella fatica a camminare dopo un intervento demolitore al quadricipite. Senza sapere soprattutto che fare tempestivamente la risonanza magnetica, significa evitare il peggio. Ho visto bambini con arti amputati per una diagnosi tardiva, ho conosciuto una ragazza 19enne deceduta per un sarcoma non capito. Cisti sebacea le avevano detto, mentre le cellule tumorali andavano in circolo. Io rischio la stessa cosa, ecco perché sono costretta a fare immediatamente l’esame diagnostico, anche se a mie spese, perché l’Asl tradisce i suoi ammalati.”
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