Lecce tra le migliori di Italia per lo screening mammografico

Lecce tra le migliori di Italia per lo screening mammografico

Il 78% delle donne salentine in età da screening mammografico (50 – 69 anni), ha aderito alla campagna preventiva dell’azienda sanitaria leccese. Un successo per l’Asl che, dati alla mano, può vantare una delle adesioni più alte in Italia dopo il Veneto(77,4%), Friuli Venezia Giulia (78,8%) e Provincia Autonoma di Trento (83,5%), monitorate dal “Sistema di Valutazione delle Performance dei Sistemi Sanitari Regionali”, realizzato dal Laboratorio della Scuola Superiore “Sant’Anna” di Pisa, alla quale aderisce anche la Regione Puglia.

I dati sono quelli del 2017 e raccontano di un esercito di donne, 12.295 nello specifico, con un’età compresa tra i 50 e i 69 anni, invitate dall’azienda sanitaria leccese a sottoporsi alla mammografia. Di queste hanno aderito 9.664, appunto il 78,6 per cento. Una percentuale molto elevata che – dicono dalla direzione dell’Asl – “conferma la validità delle scelte fatte e rappresenta il viatico per migliorare ulteriormente”. A proposito di scelte, l’Asl già con la precedente direzione aveva investito nella prevenzione senologica, “con l’acquisto di mammografi di ultima generazione – si legge in un comunicato stampa – da collocare nelle strutture territoriali e non solo ospedaliere, proprio per “aumentare le sedi che offrono screening e senologia istituzionale nei Distretti Socio Sanitari (come è successo a Nardò e a Poggiardo con l’inaugurazione del Centro di Senologia) e incrementare il numero delle sedute.

L’obiettivo di questa strategia, naturalmente, è allargare ancor più la platea delle donne che entrano nel programma di screening.” C’é da dire però che proprio sui mammografi si é scatenata tempo fa, una polemica perché alcune delle apparecchiature erano ferme sino a poco fa. Quello di Martano in particolare, relegato in uno spazio della medicina nucleare, non agibile, in sede temporanea, in attesa che sia realizzata la radiologia nuova dove dovrà essere collocato il mammografo e che sarebbe dovuta essere già funzionante dal 1 gennaio 2016, grazie ad un finanziamento europeo, probabilmente perso, se non tutto, in parte. L’Asl però, fa sapere che il “bollino verde” incassato dallo screening mammografico, è un risultato che premia l’impegno del Tavolo tematico della Senologia, al quale la ASL Lecce ha affidato il compito di riorganizzare e migliorare lo screening mammografico e, in generale, la delicata materia della senologia (per le donne fuori dall’età di screening): due veri fiori all’occhiello secondo l’azienda sanitaria salentina, costruiti pezzo per pezzo partendo da un modello basato sulla condivisione di competenze ed esperienze tra tecnici e utenti, personale sanitario e rappresentanti dell’associazionismo, in cui il Comitato Consultivo Misto, riveste un ruolo attivo all’interno dell’azienda sanitaria stessa.

In realtà il comitato consultivo misto si è dato molto da fare per le liste di attesa, diversificando le agende in base alle necessità delle donne, se chiedevano una prima visita o se invece avevano bisogno di controlli periodici per un sospetto cancro, si é cercato di creare dei percorsi diversi dal caso più lieve a quello più grave. Poco incisiva invece l’azione del comitato consultivo misto sui mammografi fermi. Le agende diversificate invece, il sistema di prenotazione dedicato con cup senologico, sono stati vincenti nel produrre – dice la direzione dell’Asl – risultati tangibili come l’abbattimento delle liste d’attesa (bastano due giorni per un’ecografia mammaria in priorità B), oppure la fattiva collaborazione instaurata con i medici di base, opportunamente coinvolti. L’elevata adesione delle donne – si legge nella nota dell’Asl – certifica che la cultura e la pratica della prevenzione stanno entrando nel loro stile di vita. Un esito che le statistiche svelano in controluce ma che è decisamente l’aspetto più importante.

Roberta Grima
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