Visita del movimento 5 stelle nell’ospedale di Poggiardo

Visita del movimento 5 stelle nell’ospedale di Poggiardo

Due sale operatorie nuove, ma quasi inutilizzate, un poliambulatorio da completare, una radiologia senza risonanza, in attesa che siano pronti i locali dove collocarla. E’ il quadro che è emerso dal sopralluogo effettuato ieri mattina dalla parlamentare del movimento 5 stelle Veronica Giannone, nell’ospedale territoriale di Poggiardo “Francesco Pispico”.

“Spiace constatare – ha riferito la deputata grillina – che un edificio trasformato in struttura territoriale, con la funzione di decongestionare i grandi ospedali, per garantire l’assistenza ambulatoriale che non richiede ricovero, non sia sfruttata in tutte le sue potenzialità.”

In effetti ci sono servizi che non sono ancora attivati in maniera completa, a causa di opere strutturali ancora in fase di realizzazione. E’ il caso della radiologia che dovrebbe essere collocata nel seminterrato dell’edificio, con le grandi macchine diagnostiche, oltre agli ambulatori di ecografia. Ad oggi però, la radiologia attende che vengano realizzati i lavori per adeguare gli spazi al contenimento della risonanza articolare, già acquistata dall’Asl, ma ferma proprio perché in attesa della conclusione del cantiere. “Uno spreco – dichiara la parlamentare Giannone – la macchina é costata circa 2 milioni di euro e probabilmente si spendono altri milioni, per la manutenzione di un’apparecchiatura che non lavora, mentre i cittadini si ritrovano a recarsi altrove per sottoporsi all’esame diagnostico.” Avere la risonanza funzionante a pieno regime, significa non solo maggiore comodità per l’utenza del territorio, alla quale dare un servizio, ma soprattutto ridurre le liste di attesa.

Inoltre i radiologi del distretto di Poggiado, aspettano di avere la nuova tac, che l’Asl dovrebbe acquistare con i fondi fers 2014 – 2020 della comunità europea. “Sarà mia premura – ha dichiarato la deputata Giannone – verificare a che punto siamo con l’acquisto e come superare eventuali ostacoli, se ne ce fossero.” Quanto al nuovo mammografo in 3 D è operativo dall’aprile scorso, anche se in una collocazione temporanea, ma che lavora per garantire lo screening senologico alle donne che lo richiedono.

Durante il sopralluogo, l’onorevole Veronica Giannone ha vistato anche le due sale operatorie del “Pispico”, ancora nuove, ma poco utilizzate. Una sala é inattiva perché sprovvista di lampada scialitica e tavolo operatorio, “é un controsenso che una struttura nata per snellire i grossi ospedali, non sia in grado di assicurare quegli interventi chirurgici di bassa complessità, perché non ci sono spazi attrezzati, sappiamo – continua la parlamentare del movimento 5 stelle – che l’Asl dovrebbe anche in questo caso acquistare con fondi comunitari il materiale mancante, ma non si conoscono i tempi, per i quali chiederò lumi – ha aggiunto l’onorevole Giannone – alla direzione o all’ufficio tecnico dell’Asl.”

Quanto all’altra sala operatoria, é funzionante, ma in modo parziale, eppure i medici che potrebbero utilizzarla ci sarebbero.
C’é da dire tuttavia, che la direttrice del distretto, dottoressa Virna Rizzelli, insieme all’ex direttrice dell’azienda sanitaria Silvana Melli, aveva avviato una procedura virtuosa per quanto riguarda la seconda sala operatoria, che dovrebbe lavorare soprattutto sugli interventi di minore complessità di tipo prevalentemente ortopedico. Secondo questo progetto quindi i chirurghi delle ortopedie dei grandi ospedali, dovrebbero spostare tutte le operazioni più semplici, nel blocco operatoria del distretto, con il vantaggio di liberare posti nelle liste di attesa delle ortopedie ospedaliere, che quindi si dedicherebbero esclusviamente agli interventi più complessi, con un uso più appropriato anche degli ambienti.
Ad oggi però, solo i chirurghi di Lecce, trasferiscono periodicamente sul “Pispico”, l’attività ortopedica meno complessa, da fare in regime di day sugery, ma “sarebbe opportuno – ha dichiarato la parlamentare – che questa prassi virtuosa, venisse estesa a tutte le equipe ospedaliere ortopediche, come Gallipoli, Scorrano, ecc.. anche per evitare sprechi di risorse mantenendo in piedi spazi operatori onerosi senza sfruttarli al massimo.”

Parziale è anche l’uso del poliambualtorio dove attualemnte é in funzione solo un’ala, perché l’altra é in attesa di ristrutturazione, che, una volta completata, renderà possibile il trasferimento al secondo piano, delle degenze chirurgiche, che così saranno adiacenti alle due sale operatorie con una migliore gestione dei pazienti da parte del personale.

Non sono ancora fruibili neanche i 28 posti letto di RSA, al terzo piano, per lavori strutturali che dovrebbero terminare a breve, un po’ più di tempo invece richiederanno gli interventi di adeguamento degli spazi, per la realizzazione dei 12 posti di degenza
dell’area denominata “ospedale di comunità”.

Insomma una serie di cantieri ancora aperti e incompleti, come quella della riabilitazione, che non permettono ai cittadini di fruire al massimo dei servizi sanitari.

Quello che non è chiaro ancora per la deputata é come mai dal 2015, anno in cui l’ospedale é stato svuotato dai reparti per essere trasformato in struttura territoriale, ad oggi, i cantieri non siano ancora conclusi.

C’é da dire però che nel “Pispico” di servizi che funzionano ce ne sono, pochi forse ma ci sono, come l’assistenza domiciliare che, come ha fatto notare la dottoressa Rizzelli alla parlamentare Giannone, durante il sopralluogo, vanta un servizio di nutrizione assistita a domicilio, per quelle persone che non possono deglutire o si alimentano artificialmente. Oggi infatti l’assistenza domiciliare è più completa ed efficiente, rispetto al passato, come evidenziato dalla dottoressa Rizzelli sono stati fatti dei passi in avanti, migliorando la qualità del servizio che attualmente si presenta più completo grazie ad un personale
sufficiente, ad un sistema dove la rete dei servizi funziona e in base alla quale Poggiardo é uno dei primi spoke, ossia anello periferico che fa riferimento alla sede centrale che si trova a Lecce, come centro hub. Quello che servirebbe sono soltanto un paio di auto aziendali in più, per facilitare gli spostamenti degli operatori sul territorio.

Roberta Grima
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