Regolamentare un servizio fondamentale come quello del 118, che in tutta la Puglia da anni viene gestito in modo alquanto discutibile. E’ questa la richiesta degli operatori del servizio di emergenza – urgenza alle autorità sanitarie. Soccorritori, autisti, infermieri che a Taranto questa mattina hanno manifestato davanti la sede dell’Asl, per chiedere che il 118 venga regolamentato come previsto da un disegno di legge regionale, ponendo così fine al sistema malato che si cela dietro le associazioni convenzionate Asl e che erogano il servizio. Un’attività quella del soccorso in emergenza – urgenza dietro la quale molto spesso si cela uno pseudovolontariato, lavoro nero, precariato, come sottolinea ai microfoni di TRMnetwork, il segretario territoriale CISL-FP Massimo Ferri.
“La gente – ha evidenziato il sindacalista – deve sapere che a salvare la vita sono, non soltanto lavoratori precari, ma anche persone che lavorano in nero, perché accanto ai pochi dipendenti assunti, la maggior parte del personale è volontaria nell’animo, ma pagata in nero con buoni pasto, situazione che tutti conoscono” e che tra l’altro è diffusa in tutto il sistema 118 della Puglia, nelle varie Asl.
“Tutti sanno, ma si girano dall’ altra parte – chiosa ancora Ferri – che si dice solidale con chi manifesta per reclamare un diritto e che per questo é stato velatamente minacciato.”
I lavoratori sperano che il loro problema sia preso a cuore un po’ da tutti, in ballo va ricordato, c’è il soccorso alla vita umana, “richiamiamo l’attenzione della comunità così come della politica, di cittadini e istituzioni – ha ribadito Massimo Ferri – per porre fine come sembra stia facendo il governo pugliese con un disegno di legge, ad un sistema delirante e realizzare finalmente un servizio di emergenza, che sia nel solo interesse della collettività”
Al presidio di stamane anche il presidente del consiglio comunale tarantino, Lucio Lonoce, che é sceso tra i lavoratori, prendendo l’impegno di andare in regione come portavoce presso la presidenza, affinché vengano risolti i problemi sollevati. Lonoce ha fatto notare poi, come in altre città il 118 sia stato internalizzato dalle Asl e quindi assorbito come servizio interno all’azienda sanitaria, ritiene pertanto giusto che avvenga lo stesso a Taranto e quindi in Puglia.
Per dirla tutta quando a Lecce nacque la partecipata dell’Asl salentina, Sanità Service, nell’elenco dei servizi da internalizzare, c’era come primo proprio il 118, anche a Lecce infatti SanitàSalento sollevò non poche ombre sul sistema di emergenza: lavoro nero di fatto legalizzato.
Sul caso é intervenuto più volte il consigliere regionale di sinistra italiana/liberi uguali Cosimo Borraccino che ha espresso la necessità da parte del governo della Puglia di garantire a tutti i lavoratori del 118 8autisti, soccorritori, infermieri), un percorso giuridicamente sostenibile di stabilizzazione e internalizzazione, non potendo più rinviare la risoluzione di questo problema che interessa centinaia di persone su tutto il territorio regionale. “L’occasione di una riforma complessiva di tutta l’Area dell’Emergenza e Urgenza – dice Borraccino – con l’istituzione di un nuovo organismo strategico come l’Agenzia Regionale AREU, rappresenta certamente una opportunità da non sprecare per sanare le criticità del passato e ripartire in un contesto nuovo fatto di legalità e trasparenza.”Da questo punto di vista l’esponente di sinistra italiana/liberi uguali si dice pronto al confronto e impegnato in sede istituzionale per fare in modo che, nell’ambito della discussione sul disegno di legge proposto dal Governo di istituzione dell’Agenzia Regionale per l’Emergenza e Urgenza, si affronti con la massima determinazione questa problematica, nell’interesse dei lavoratori ma anche dei cittadini che hanno il diritto di avere servizi sempre migliori, in un settore tanto delicato e importante, come quello sanitario.”
Anche il consigliere regionale del movimento 5 stelle Mario Conca nei giorni scorsi, ha parlato del servizio di emergenza in Puglia e di come non sia ben gestito. Per lui le associazioni convenzionate andrebbero lasciate fuori dal servizio 118, affidando loro eventualmente, solo il trasporto secondario e non le emergenze. “E’ inaccettabile – dice Conca – che i fondi pubblici vadano a finte onlus, che in realtà tengono sotto scacco gli autisti soccorritori che non denunciano per paura dei licenziamenti. In questo modo si continua solo ad alimentare il lavoro senza tutele e a pagare volontari che a causa di turni massacranti, mettono a rischio la loro incolumità e quella dei pazienti.”
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