Per non dimenticare …

Per non dimenticare …

Un silenzio assordante da più parti: dalle istituzioni, dalla stampa, dai sindacati, dai lavoratori, dal mondo politico, eppure – dichiara Giovanni D’Ambra, segretario generale provinciale della federazione CISAL sanità – il piano di riordino della Regione Puglia è illegittimo. Illegittimo perché in contrasto con una legge proprio della Regione, più precisamente con l’articolo 19, comma 9 e 10 della legge 04/2010.

Secondo Giovanni D’Ambra, il governo pugliese non avrebbe potuto emanare un piano di riordino ospedaliero, senza prima avere dalle Asl, gli atti aziendali, documenti di programmazione con le indicazioni di quanto si può e si intende garantire alla popolazione, in base anche alle esigenze e alle problematiche di ogni singolo territorio, rispetto alle quali, stabilire poi l’attivazione di servizi sanitari.

I direttori generali – si legge nel comma 9 dell’articolo 19 della normativa regionale – istituiscono mediante l’atto aziendale, i dipartimenti, le unità operative complesse, le unità operative semplici a valenza dipartimentale, le unità operative semplici e le strutture di staff nei limiti delle disposizioni vigenti. L’atto aziendale quindi è il documento in cui si stabiliscono l’attivazione di reparti e servizi annessi, con precise motivazioni, in relazione anche alla spesa che ogni Asl può sostenere in funzione dei vincoli previsti dalle norme nazionali e regionali in materia di patto di stabilità, spesa sanitaria e costi del personale del sistema sanitario nazionale. Il che significa che le Asl non avrebbero potuto istituire dipartimenti o unità semplici, se non dopo la stesura dell’atto aziendale e non prima, come invece avvenuto in quasi tutte le Asl pugliesi.

Non solo, ma l’atto aziendale, sarebbe dovuto essere adottato dai direttori generali, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge pugliese, cosa che non é avveuta, se non dopo l’emanazione del piano di riordino. Per anni le aziende sanitarie sono state prive di atto aziendale, ossia di una seria programmazione.

Come dire che la Regione Puglia ha fatto delle scelte di politica sanitaria senza conoscere e avere contezza dei programmi che le Asl avrebbero dovuto presentare, quindi il piano di riordino sarebbe stato effettuato sulla base di altro, piuttosto che sui programmi stilati dai singoli territori.

D’Ambra ricorda inoltre che una legge ha gerarchicamente più valore rispetto ad un regolamento, per cui chi dichiara dalla Regione o dalle Asl che l’atto aziendale non è stato fatto tempestivamente perché vi era un regolamento regionale che lo impediva, chiedendo ai direttori di rimanere in sospeso in attesa del riordino, non avrebbe valida giustificazione. Tutte le leggi – dichiara D’Ambra – promulgate dalla Regione e firmate dal suo Presidente recitano cosi :
“…….E’ fatto obbligo a chiunque spetti di osservarla e farla osservare come Legge della Regione Puglia”.

Roberta Grima
ADMINISTRATOR
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