Torna a vivere il vecchio dispensario dell’Asl situato in via Miglietta a Lecce, tra l’ex opis e piazzetta Bottazzi. Un grande edificio che sarà adibito a consultorio familiare. I lavori sono in corso dal dicembre 2011 e dovrebbero concludersi alla fine di quest’anno. Si tratta di una vasta area di quasi 2000 metri quadrati suddivisi in tre piani. Nel seminterrato saranno attrezzati tutti gli archivi dell’azienda sanitaria, al piano terra si accederà in una larga hall dove sarà sistemata un’accettazione, dalla quale poi saranno smistati gli utenti nelle varie sale di consulenza: psicologica, terapeutica o diagnostica. Due stanze saranno destinate per le riunioni, una terza verrà organizzata come sala d’attesa, un’altra per l’ufficio di segreteria e direzionale.
Naturalmente non mancheranno i servizi igienici per il personale sanitario e il pubblico, compreso quello disabile. Due cabine ascensore collocate all’ingresso frontale, porteranno al primo piano dove sono previsti due studi pediatrici, altrettante sale per l’assistenza ginecologica e ostetrica, uno studio medico e tre locali per l’assistenza sociale. Anche nel piano superiore sono realizzati una sala di attesa e i servizi igienici. L’edificio abbandonato da almeno un ventennio, è stato preso in carico dall’ufficio tecnico dell’ASL che ha dovuto sobbarcarsi un lavoro enorme di bonifica e demolizione, prima di cominciare l’opera vera e propria di ristrutturazione. Imprevisti che hanno determinato dei ritardi nella consegna dell’opera edilizia, più che giustificati. “Quando siamo entrati – hanno spiegato gli operai – ci siamo trovati davanti tonnellate di amianto, ratti, materiale liquido radioattivo, carcasse di animali e materiale di rifiuto tossico della passata attività del dispensario che risale agli anni 50 -60, quando veniva allora curata la tubercolosi. Persino interi alberi di fico sono cresciuti all’interno della struttura. Un lavoro ben più vasto del previsto che ha comportato anche la demolizione di gran parte dei solai; lesionati e non più sicuri.
Tutto questo, ci ha costretto a più interruzioni.” Il grosso però adesso è fatto, resta da completare l’impianto elettrico ed idrico, oltre alle rifiniture di muratura, infissi e la sistemazione dell’area esterna e del verde intorno, per la verità già presente proprio perché negli anni passati le malattie come la tubercolosi si curavano anche con la presenza di piante che potessero rendere l’aria più respirabile e pulita. Tuttavia per le opere di sistemazione del muro di cinta e della pavimentazione esterna, le risorse potrebbero non essere sufficienti e l’Azienda sanitaria dovrebbe investire fondi propri. I lavori di ristrutturazione infatti sono stati finanzianti dalla comunità europea con 2 milioni di euro, 1.532.480,87 euro per le opere edilizie, suscettibili di ribasso e 35.890, per gli oneri di sicurezza dell’edificio. L’Asl ha poi indetto una gara, aggiudicandola all’impresa napoletana INFRA srl che ha presentato un ribasso pari al 56,11%, facendo pagare quindi gli interventi di ristrutturazione 672.605,85 euro oltre la spesa per la messa a norma di 35.890 euro. Costi più che contenuti rispetto alla mole di lavoro e che rischiano di ripercuotersi sulla scelta di materiali. Dall’ufficio tecnico però assicurano la massima vigilanza e controllo sull’operato e dicono che la legge prevede il massimo ribasso senza alcuna soglia minima entro la quale un’impresa deve mantenersi.