Non si è mai capito come mai l’Asl acqusitò sette anni fa un angiografo tecnologicamente avanzato, pagato due milioni di euro per il “Fazzi”, senza però avere prima tecnici e personale formato adeguatamente, con il risultato di avere per lungo tempo un apparecchio sotto utilizzato.
Da settembre però qualcosa dovrebbe cambiare, con l’attivazione del servizio di radiologia interventistica nell’ospedale leccese. Il direttore sanitario dell’ asl Ottavio Narracci, ha firmato infatti giorni fa, una nota in cui dà mandato ai medici radiologi specializzati, di accedere nella sala angiografica della neuroradiologia, dove poter usare un angiografo di altissima qualità tecnologica, adatto per interventi endovascolari. Un passo importante dopo sette lunghi anni durante i quali, non era possibile per i radiologi esperti, usare l’attrezzatura costata due milioni di euro e impiegata solo per gli interventi neuroradiologici, con un sotto utilizzo dell’apparecchio. L’uso dell’angiografo, da parte anche dell’equipe radiologica, comporterà di sfruttare meglio e di più la strumentazione, con la possibilità di eseguire interventi non solo a livello cranico, ma anche sul resto del corpo.
Si tratta di operazioni mini invasive come le embolizzazioni, capaci di distruggere i noduli tumorali, di interventi salvavita nei casi di rottura dell’aorta addominale, e in tutti gli aneurismi, emorragie e ostruzioni vascolari arteriose, evitando i tradizionali interventi chirurgici, con più rischi e costi di degenza. Due giorni alla settimana quindi, un radiologo interventista avrà accesso all’ angiografo della neuroradiologia diretta dal dottor Lupo, che metterà a disposizione un tecnico specializzato che dalla risonanza magnetica, si sposterà alla sala angiografica. Il suo posto in risonanza magnetica, verrà coperto da un collega della radiologia. Il reparto radiologico, pur vantando medici addestrati per l’uso dell’apparecchiatura, non ha però i tecnici opportunamente formati. Ecco perché occorre aspettare il rientro dalle ferie, per consentire facilmente un interscambio tra tecnici dei due reparti, senza rallentare l’attività dei servizi diagnostici.