Vi ricordate del centro trasfusionale di Gallipoli? L’estate scorsa SanitàSalento scrisse dei lavori di ristrutturazione che avevano creato non pochi disagi all’ospedale “Sacro Cuore”. Il nosocomio, come presidio di primo livello, aveva la necessità di sacche di sangue per i reparti e in particolare per l’attività chirurgica.
Soprattutto durante il periodo estivo, quando gli incidenti aumentano e con loro purtroppo i pazienti politraumatizzati sui quali intervenire chirurgicamente, si richiedeva con urgenza il servizio trasfusionale operativo e invece per motivi di ristrutturazione, il centro era stato trasferito in locali non accreditati a svolgere a pieno il servizio, se non per la sola raccolta sangue.
Lavori mai finiti
Ebbene, un’altra estate sta per arrivare e i lavori di ristrutturazione, che dovevano cominciare a luglio 2018, iniziati con ritardo, si sono fermati ormai da quattro, cinque mesi. Nel frattempo nella torre E, dove è stato spostato il servizio, si lavora come centro raccolta, senza avere la possibilità di recuperare emoderivati, plasma, piastrine, analizzare le sacche, svolgere cioè quell’attività più complessa di un normale centro trasfusionale, comprese le terapie di ferro per esempio o le trasfusioni.
Attività ridotta
A giugno dell’anno scorso, L’Asl ha fatto spostare il centro trasfusionale dal secondo piano della torre E, al sesto della torre B dell’ospedale “Sacro Cuore”. Trasferimento fatto proprio in previsione delle opere strutturali. I medici lavorano tutt’ora in quegli ambienti stretti, con una riduzione dell’attività: si è passati così da otto poltrone per la raccolta di sangue ed emoderivati, da parte di donatori, a tre posti di raccolta solo di sangue. Il personale che prima esaminava le sacche in loco, da quasi un anno le mandano al centro di Lecce, l’unico attualmente attrezzato per la verifica. Dal “Vito Fazzi” poi, gli addetti spediscono le sacche ai centri trasfusionali periferici più vicini. Casarano è quello di rifermento per Gallipoli.
Gli sprechi
Puntualmente parte un’ambulanza dal “Sacro Cuore”, che dovrebbe essere pronta per trasporto di pazienti, invece si dirige quotidianamente a Casarano per prendere sacche di sangue e portarle ai chirurghi di Gallipoli e così tutto il giorno, per l’intera settimana. Quello che non è chiaro è perché spostare un servizio, prima ancora che i lavori partano con i disagi conseguenti? Perché dopo un mese di lavoro, il cantiere é fermo oramai da cinque mesi?
Un ospedale di I° livello senza centro trasfusionale
Eppure Gallipoli é secondo il nuovo riordino ospedaliero, presidio di primo livello, con una banca del sangue che fornisce le chirurgie, di sacche ed emoderivati indispensabile all’attività chirurgica, soprattutto in casi di emergenza. C’è da dire che l’ospedale gallipolino, come tutti gli altri, ha a disposizione quattro sacche di sangue del gruppo 0, il gruppo universale compatibile con chiunque. I medici però, tengono a lasciarlo da parte e impiegarlo sono nei casi più estremi, quando il paziente non può aspettare neanche un minuto.
Apparecchiature lasciate ferme in corridoio
C’è da aggiungere che all’interno dei locali in ristrutturazione, andranno nuovi macchinari, già acquistati e momentaneamente allocati lungo il corridoio. Sono apparecchiature molto costose, che si trovano alla mercé di chiunque e che rischiano di non funzionare bene, dopo mesi di inattività.
Sul caso ci ripromettiamo di sentire l’Asl per chiedere i tempi di conclusione dei lavori con la riattivazione del centro.
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