Terzo espianto di organi a Taranto

Terzo espianto di organi a Taranto

Terzo espianto di organi al “Santissima Annunziata” di Taranto. La notizia ha una rilevanza importante, considerato il triste primato della Puglia, fanalino di coda in donazioni d’organi. La regione pugliese infatti, è ancora poco generosa, é un territorio che dona ancora poco, anche se riceve molto.

Il consenso alla donazione d’organi
Nei giorni scorsi, presso il reparto di anestesia e rianimazione dell’ospedale tarantino, diretto dal Dott. Michele Cacciapaglia, si è svolto un intervento di prelievo di organi. L’operazione ha interessato un uomo di 47 anni, da tempo in cura per ipertensione, colpito da un’emorragia cerebrale devastante, che ha portato ad uno stato di coma, culminato poi in morte cerebrale.
I familiari, con un atto di generosità encomiabile, hanno acconsentito al prelievo degli organi. L’intervento è stato eseguito dall’équipe chirurgica, coordinata dal Dott. Pasquale Massimilla e dalla Dott.ssa Doriana Benefico.

Come detto, si tratta del terzo trapianto di organi dall’inizio dell’anno, risultato che fa del “Santissima Annunziata”, tra i primi ospedali in cui si svolgono interventi di questo tipo.
“Ancora una volta, elogiamo la grande professionalità dell’équipe del reparto di anestesia e rianimazione del “SS.Annunziata” – ha dichiarato il direttore generale dell’Asl, Stefano Rossi. – Nonostante le
difficoltà, il reparto svolge un’attività di assoluto rilevo etico. Voglio rimarcare – ha continuato il manager – la grande generosità dei familiari che, assumendo una decisione non facile, in un momento drammatico, ha consentito ad altre persone di continuare a vivere. È per questo, fondamentale accrescere il numero dei consensi, in un territorio in cui ancora si registra la necessità di sensibilizzare ulteriormente al tema.”

La cultura a donare, arriva nelle scuole
“L’Asl tarantina, ha poi fatto sapere che é pronta a partire una campagna di comunicazione, che coinvolgerà in particolar modo le scuole di Taranto e provincia, affinché sempre più persone, soprattutto tra i giovani, siano sensibilizzate, fornendo già in vita il consenso, senza lasciare, nel caso si presenti una triste eventualità, un pesante onere decisionale alle famiglie”.

Roberta Grima
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