E’ arrivato alla guardia di finanza un esposto sulla vicenda dell’ex dispensario di via Miglietta a Lecce. Dopo il servizio andato in onda su striscia la notizia, il caso è adesso sotto la lente della procura.
Spreco di risorse e mammografi a rilento
Ma andiamo con ordine: tre giorni fa, striscia la notizia aveva denunciato come l’ex dispensario di Lecce, fosse stato ristrutturato almeno nel piano rialzato, con tanto di mammografo 3D acquistato e come nonostante ciò, la struttura sanitaria, insieme all’apparecchiatura, fosse tutt’ora chiusa e non usata. L’avvocatessa Eleonora Toscano dell’associazione “Sportello dei diritti”, aveva denunciato al microfono dell’inviato Pinuccio, il paradosso di questa situazione, evidenziando lo spreco di denaro pubblico. Non solo, ma la professionista, ha aggiunto che oltre al mammografo fermo, ci sarebbero altri mammografi nuovi e dislocati nei vari distretti, sottoutilizzati. La Toscano infatti, riferisce, stando a segnalazioni a lei pervenute, che alcune di queste macchine lavorerebbero pochi giorni alla settimana, altre anche tutti i giorni, ma solo ed esclusivamente per gli screening gratuiti e non per la senologia di altro tipo, per la quale quindi si allungherebbero le attese.
La smentita dell’asl
“Niente di più errato – chiosa Rita Tarantino, presidentessa dell’associazione “SOS per la vita” e responsabile all’epoca Melli, dell’organizzazione del cup senologico e delle agende di prenotazione. I mammografi distrettuali – dice la Tarantino – lavorano tutti i giorni e non solo per lo screening.” A farle da eco il report che allega l’asl sull’attività dei mammografi nei vari distretti, dal quale emerge che molti, mammografi distrettuali lavorano tre giorni a settimana (Campi, Martano, Galatina, Casarano, Gallipoli Maglie e Poggiardo). A Lecce invece i mammografi lavorano tutta la settimana.
attività mammografi distrettuali
I tempi di attesa
Nel servizio di striscia poi, emerge che per una mammografia su Lecce, la prima disponibilità é al 2021. “Questo non significa – aggiunge la Tarantino – che l’asl non sia in grado di dare altrove una rispsota più celere.” “Il servizio di Mediaset é fuorviante – fanno sapere dall’asl – perché non si specifica che si tratta di una richiesta di prenotazione non urgente, ma di controllo, va detto invece – continuano dall’asl – che in base alle esigenze della donna, i tempi possono essere anche di uno – due giorni.”
Anche in tal caso viene allegato un report.
report prime disponibilità mammografia
I possibili vantaggi del privato
C’é un altro punto che l’inviato Pinuccio fa notare come coincidenza: i ritardi nell’attivazione del servizio sanitario pubblico, favorirebbero di fatto le strutture private convenzionate. Anche su questo vi è la smentita dell’azienda sanitaria, che ricorda come le prestazioni che una struttura privata convenzionata offre ai cittadini, vengano rimborsate dall’asl sino ad un numero di esami e quindi di budget prestabilito. Pertanto, gli eventuali ritardi – secondo quanto dichiarato dall’asl – non aumenterebbero i volumi di attività, con maggiori guadagni. C’é da dire però, che se il pubblico rallenta, c’è anche chi potrebbe decidere di rivolgersi privatamente a prescindere dall’esenzione ticket e scegliere di pagare di tasca sua, per fare prima e la struttura in questo caso guadagnerebbe.
La mancata autorizzazione dell’Asl di Brindisi
I ritardi però, vengono giustificati con l’attesa per l’autorizzazione da parte dell’asl brindisina, ai fini dell’accreditamento della struttura. La stessa azienda sanitaria di Brindisi però, con una nota di fine febbraio del 2019, non avrebbe dato l’ok per l’installazione del mammografo nell’ex dispensario, indentificandolo come consultorio. Questo però non significa che l’edificio non possa essere aperto e funzionale, anche senza il mammografo, che nel frattempo é stato spostato nella radiologia del vecchio ospedale a 50 metri, dove si trova attualmente smontato. Trasferimento che – – dicono dall’asl – cambia poco per l’utenza, perché si tratta di pochi metri più avanti. Il nulla osta per l’attivazione definitiva del mammografo – dichiara Rodolfo Rollo – conto di averlo per luglio in modo da potenziare il servizio di senologia e ridurre le attese.”
Quanto ha speso l’asl
Quanto alla gestione dei fondi per la ristrutturazione dell’ex dispensario, l’asl rettifica che le somme impiegate, non sarebbero di 12milioni e 600mila euro come detto dalla Toscano a striscia, ma molto meno. In particolare sarebbero stati spesi 624.004,70 mila euro (oltre Iva) per le opere di ristrutturazione dell’immobile, più 190mila euro per fornitura di attrezzature sanitarie e arredi (con fondi Fesr 2007-2013) e, dopo l’abbandono del cantiere e il fallimento della ditta appaltatrice, che ha comportato circa due anni di contenziosi, altri 211.200,58 euro oltre Iva (anticipati con fondi aziendali), per completare il piano rialzato della struttura. In totale circa 1 milione di euro. E l’altro milione? Viene da chiedersi?
I fondi europei
Si perché per completezza di informazione, va detto che i finanziamenti per la ristrutturazione e adeguamento a norma dell’ex dispensario, sono relativi al 2007 – 2013, per un ammontare di 2 milioni di euro. Quindi sarebbero stati spesi di questi finanziamenti, circa 1 milione di euro come dice la stessa asl e l’altro milione di finanziamento che avanzerebbe per arrivare ai 2 milioni chiesti, come sono stati spesi? O invece visto che l’edificio doveva essere consegnato massimo entro dicembre 2015, parte di quel finanziamento non è arrivato? Si è forse persa la somma a causa dei ritardi? Così sembra, visto che poi come la stessa asl dichiara, ha dovuto anticipare soldi propri per completare il piano rialzato, non avendo evidentemente, più risorse comunitarie. Ma ciò è da verificare presso le autorità competenti.
Soldi chiesti, avanzati, ma l’asl ne chiede altri
Anche se l’asl ha speso 1 milione di euro, parte del quale sono somme aziendali e non comunitarie, perché ha poi chiesto altro finanziamento per acquistare tecnologia destinata all’ex dispensario, visto che c’erano ancora soldi del precedente finanziamento?
L’asl spiega che i 12 milioni e rotti per ristrutturare l’ex dispensario, a cui fa cenno striscia la notizia, si riferiscono ad un investimento di attrezzature quali: mammografi, mammotone, ecografi, risonanza magnetica, ecc… spesa rimodulata poi a poco più di 9 milioni. Somme che quindi non sarebbero servite per la ristrutturazione dell’edificio, ma per potenziare il parco macchine dell’asl per alcune strutture del territorio, tra cui l’ex dispensario, ma non solo. Non è chiaro però, perché l’asl non compri le apparecchiature destinate all’ex dispensario, con i soldi avanzati del primo finanziamento, dedicato proprio alla struttura e lascia avanzo di somme, per chiederne altre. Su questo farà luce la guardia di finanza.
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