E’ stato sudato, atteso da un decennio, quando finalmente è arrivato, non é stato reso fruibile. Si tratta di un costoso apparecchio di urodinamica, che si trova nel reparto di urologia dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. L’attrezzatura é fondamentale per molte persone con problemi alla vescica, soprattutto quando questi pazienti non hanno il controllo dell’organo, a causa di malattie neurologiche, come: la sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale, la spina bifida. Parliamo di malattie serie, pesantissime e per le quali sottoporre la persona ad un esame di urodinamica, significa impostare un piano terapeutico, creare le condizioni per poter migliorare la qualità della vita, visto che cure per molte di queste patologie, non ce ne sono.
C’è lo strumento per fare l’esame, ma non si utilizza
Ebbene, oltre il danno la beffa, perché l’anno scorso, l’azienda sanitaria leccese ha finalmente acquistato l’apparecchio di urodinamica. 30 mila euro, per poter studiare la capacità funzionale della vescica sotto vari aspetti, soprattutto quello neurologico. L’attrezzatura in questione, mancava da 10 anni e molti pazienti erano costretti a migrare a Bari per sottoporsi all’esame che, va detto, deve esser fatto periodicamente. Ora, avere finalmente lo strumento nell’ospedale della propria città, significa finire con i viaggi su e giù per Bari, con le spese e soprattutto con i disagi non indifferenti per persone con gravi malattie, con handicap importanti, spesso impossibilitati a deambulare. (per chi avesse necessità di trasporto sanitario può collegarsi a CroceAmica – trasporto in tutta Italia)
Taranto si attrezza
Invece il paradosso è che l’asl salentina, pur avendo la strumentazione, non la può utilizzare perché manca un infermiere dedicato. Eppure nell’ambulatorio di neurologia dell’ospedale leccese, vengono seguite circa 700 persone solo per la sclerosi multipla, che avrebbero bisogno dell’esame. Le richieste a Lecce, arrivano anche da Taranto, sprovvista del servizio, ma intanto che Lecce rallenta, la città dei due mari si attrezza: l’azienda sanitaria tarantina, ha bandito infatti un concorso per medici idonei all’utilizzo dello strumento, che nel frattempo l’asl di Taranto ha acquistato.
Brindisi al palo
Resta sprovvista invece ancora Brindisi. Il Perrino – ci dicono – è senza attrezzattura specifica da più di dieci anni. Sapevamo che a Lecce era arrivata e sino all’anno scorso c’era un elenco di gente, pronta a recarsi al “Vito Fazzi”. Quell’elenco è stato cestinato perché dopo un anno, le persone non potevano aspettare e hanno perso le speranze. Sono andati tutti a Bari o nelle cliniche private, cosa improponibile quando gli esami vanno ripetuti, visto che un esame costa al paziente sulle 200 euro l’uno.
Personale carente, servizio fermo
A Lecce i pazienti da tempo, attendono un infermiere che possa essere addestrato con competenze specifiche. L’esame è infatti particolare, invasivo e nel reparto di urologia come in tanti altri, il personale è risicatissimo. Sono tre i medici che hanno le competenze per seguire il paziente con questa nuova apparecchiatura, in grado di offrire un esame completo della vescica, dal punto di vista neurologico, oltre che dell’apparato alto urinario e del piano perineale. Con questo strumento i medici possono ottenere un esame combinato e avere quindi un quadro completo per dare indicazioni al paziente.
Invece quello che accade, è che molte persone sono costrette ad andare fuori, per assenza di infermiere. Laura però si è stancata e si é impuntata – come dice lei – a voler fare l’esame di urodinamica a Lecce, visto che l’asl ha speso diverse migliaia di euro per l’acquisto della strumentazione. Dopo lunghe peripezie per trovare i locali, completare impianti e collaudi, adesso sarebbe ora di mettere in moto il servizio.
La storia di Laura
“Due anni fa – ricorda Laura, affetta da sindrome di Behcet – sono stata operata. In seguito all’intervento, i medici hanno trovato un cistocele, ovvero uno scivolamento della vescica verso il basso. Lo specialista mi ha prescritto una tac all’addome e un esame di urodinamica, proprio per capire se questo prolasso può rientrare con una semplice manovra o invece serve l’intervento chirurgico. Ora – dice Laura – mi devo mangiare la testa per capire dove fare la tac, visto che il cup di Lecce mi ha dato come prima disponibilità il 2020 e soprattutto dove fare l’esame di urodinamica, per il quale sono in attesa a Lecce da ottobre scorso.
Quando non si fa l’esame
L’esame di urodinamica per Laura, è fondamentale, soprattutto per tenere a bada la sua malattia reumatica più grave che è la sindrome di Behcet. Il cistocele, le provoca infatti continui infiammazioni che aumentano le difese immunitarie, risvegliando la malattia, con conseguenze pesanti e invalidanti: afte in bocca, ai genitali, incontinenza, cistiti recidivanti con rischio di emorragie. L’esame di urodinamica serve quindi per impostare la terapia per il cistocele e tenere a bada poi la sindrome di Behcet.
Come lei, anche altre persone hanno necessità di sottoporsi a controlli periodici, attraverso l’esame di urodinamica. Non tenere sotto controllo la vescica, soprattutto in presenza di gravi patologie, significa andare incontro a incontinenze, ostruzioni prostatiche, gravi danni ai reni.
Più uomini per garantire i servizi
A Lecce, non solo c’è l’attrezzatura nuova e completa per l’esame e lo studio funzionale della vescia, ma vi è, sempre nell’urologia del “Fazzi”, anche l’apparecchio per la riabilitazione del piano perineale maschile, utile agli uomini operati di prostectomia. Si può quindi fare molto per i pazienti, se però ci fossero gli uomini, oltre alle macchine.
Nel frattempo che l’asl salentina provveda a fornire il reparto di medici e infermieri, Laura è stata posta sotto visita sanitaria collegiale, per vedere se è idonea a lavorare oppure no. Un effetto delle continue assenze, dovute purtroppo ai viaggi verso Bari, per sottoporsi a visite ed esami che a Lecce tardano. C’è per lei, il pericolo di perdere il posto di lavoro, con la sola colpa di assentarsi spesso, a causa della sua malattia.
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