Centro trasfusionale Gallipoli, da un anno incompleto mentre l’ospedale va in affanno

Centro trasfusionale Gallipoli, da un anno incompleto mentre l’ospedale va in affanno

Era l’agosto del 2018, quando SanitàSalento scrive dei ritardi sui lavori di ristrutturazione del centro trasfusionale dell’ospedale “Sacro Cuore” di Gallipoli. A distanza di un anno, si é mosso poco o niente. Le ambulanze anche in questa calda estate, continuano a viaggiare su e giù da Casarano a Gallipoli, per portare ai chirurghi gallipolini, le sacche di sangue necessarie per gli interventi, in mancanza del servizio in loco al “Sacro Cuore”.

Non si capisce a cosa siano dovuti questi ritardi, quello che sappiamo é che l’Asl ha di fatto ridotto quello che era il secondo centro di raccolta plasma della Puglia, dopo Molfetta, a puro servizio prelievi, riducendo drasticamente l’attività della donazione, lavorazione degli emocomponenti e conservazione del sangue.

L’Accordo Stato-Regioni del 25/07/2012, che al comma C.1.2, prevede che le attività di lavorazione degli emocomponenti siano concentrate in centri con volumi minimi intorno a 40.000 donazioni di sangue l’anno (ora si effettua la lavorazione presso il servizio immunotrasfusionale – SIMT di Lecce per Lecce, Casarano e Gallipoli, per circa 20.000 unità/anno, in attesa che venga implementato un unico centro di lavorazione, per i Dipartimenti di Lecce, Brindisi e Taranto, come da normativa regionale)

Intanto però nell’ospedale di Gallipoli, i reparti chirurgici, che già si trovano in gravi difficoltà per carenza di medici, possono contare sulle due sacche di emergenza che proprio per questo vengono utilizzate in casi estremi. La routine é rifornirsi all’ospedale “Ferrari” di Casarano che a sua volta riceve il sangue analizzato dalla sede centrale del “Vito Fazzi” di Lecce.

Un ospedale chirurgico senza banca del sangue, un paradosso
La situazione é ancor più grave, se si considera che si tratta di un ospedale, che il governo regionale ha stabilito fosse di primo livello, con tanto di attività chirurgica, mentre Casarano declassato e senza chirurgia, è dotato di una banca del sangue. A ciò va considerata la stagione estiva, che per Gallipoli é particolarmente critica, con un aumento della popolazione e molto spesso dell’attività ospedaliera. Purtroppo gli incidenti per esempio, sono all’ordine del giorno lungo le strade del Salento e avere una banca del sangue, significa esser pronti per intervenire nel modo più efficace e tempestivo possibile.

A giugno 2018 il trasferimento temporaneo in spazi angusti, ma le opere non partano
I lavori nell’ospedale gallipolino dovevano cominciare a luglio dell’anno scorso e infatti viene chiuso, ma la gara per assegnare l’appalto viene indetta dall’asl con delibera 1940 del 9-8-2018 si parte quindi già in ritardo. L’investimento di spesa è di 240.533 euro oltre iva a cui vanno aggiunti 13.526 euro di oneri per la sicurezza. Prima ancora che partissero le opere di ristrutturazione, a giugno dell’anno scorso, il servizio trasfusionale, venne trasferito in ambienti più stretti, in una collocazione che sarebbe dovuta essere temporanea, ma di fatto é stabile da un anno.

Opere necessarie per l’accreditamento regionale
Quello che la ditta Ecoverde srl di Lecce, aggiudicatrice della gara per l’affidamento della ristrutturazione avrebbe dovuto realizzare, é la messa a punto degli ambienti perchè abbiano i requisiti richiesti dalla Regione, affinché venga riconosciuto come centro trasfusionale accreditato. Nello specifico, si tratta di opere relative ai servizi igienici distinti per operatori, portatori di handicap e utenti; l’adeguamento dell’area di attesa dei donatori insieme all’area visite e colloqui e alla sala prelievi; rimodulazione degli spazi tra l’area per le attività di laboratorio, quella per la lavorazione degli emocomponenti e la conservazione del sangue; locale per la sala post donazione per riposo e ristoro; opere per adeguare lo studio medico, i locali per il personale.

Ai fini dell’accreditamento, l’Asl ha anche acquistato delle nuove apparecchiature che, in attesa della conclusione delle opere di ristrutturazione, sono state dislocate lungo il corridoio, ferme da quindi un anno, non sappiamo se questa stasi possa averle danneggiarle.

Roberta Grima
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