La cabina centrale antincendio di una struttura sanitaria, non a norma. E’ il caso del poliambulatorio di Martano, dove nei giorni scorsi, c’è stato un principio di incendio, nulla di eclatante, il fumo è stato infatti prontamente spento.
Oggi i tecnici effettueranno un controllo sul funzionamento delle pompe, dopodicchè lavoreranno per mettere a regola d’arte la centrale. L’anomalia delle pompe, era stata già segnalata dal collaudatore della struttura. Il gruppo pompe infatti, avrebbe dovuto avere almeno il tubo degli scarichi esterno, invece é collocato all’interno del gabiotto, dove sono le pompe e al motore a scoppio, tutto compartimentato dentro uno spazio ristretto, impedendo agli eventuali fumi, di fuoriuscire all’esterno.
Fumo dentro la cabina centrale antincendio
In effetti, quello che è accaduto qualche giorno fa, sembrerebbe un surriscaldamento della cabina centrale antincendio, dove il motore a scoppio, surriscaldandosi, avrebbe sbrigionato fumo all’interno della cabina, allarmando il personale del poliambulatorio.
Sul posto sono intervenuti i tecnici dell’asl, che hanno verificato l’episodio. E’stata trovata la leva che serve ad aprire le pompe, spezzata a terra, é possibile che qualcuno abbia lasciato aperta la leva, non riuscendo a chiudere, fino a forzarla, spezzandola. Nel frattempo con la leva aperta, il motore sarebbe rimasto attivo, surriscaldandosi e questo potrebbe spiegare la fuoriuscita del fumo.
Verifica dei danni e del funzionamento
E’ da verificare se adesso il sistema funziona o va ripristinato, se ci siano dei danni o meno, certo é che andrebbe messo a norma con il tubo di scarico posto all’esterno della cabina e a questo provvederanno i tecnici dell’asl, insieme alla ditta, a stretto giro. E’ poi da verificare se ci sia una qualche responsabilità da parte di chi avrebbe usato l’idrante per spegnere un principio di incendio nell’area esterna al poliambulatorio, dietro l’edificio. Il dubbio é se nello spegnere il fumo, sprigionatosi nell’area posteriore all’edificio, non si sia chiuso prontamente la leva dell’impianto pompe della centrale o non riuscendo si sia poi spezzata, lasciandola a terra.
Chi ha spento il fumo era formato per farlo
L’amministratore unico della società Sanità Service, Gabriele Onorato, tiene a sottolineare che ad usare l’idrante per spegnere il fumo a ridosso dell’edificio, sia stato un lavoratore dipendente che, come tanti altri suoi colleghi, aveva frequentato un corso antincendio della stessa Sanità Service. Lasciando quindi intendere che un corso della società, può bastare per usare l’ idrante. A confermarlo anche Daniele Prete capoarea, che ha dichiarato che dal momento che gli idranti sono collocati nelle vicinanze della struttura sono lì per essere usati. Dunque non sarebbe attrezzatura esclusiva dei vigili del fuoco.
La rettifica di Sanità Service
“Pertanto – dichiara Onorato – il personale della società va solo ringraziato per aver spento prontamente il fumo.”
anche perché il rogo si trovava alle spalle dell’edificio dove era accumulato materiale di risulta, oltre a dei sacchetti di spazzatura accumulati, ma dove soprattutto si trova il laboratorio analisi. “Il timore – spiega Onorato – era che il fumo potesse arrivare in zone sensibili come il laboratorio, dove ci sono liquidi altamente infiammabili.” Per quanto riguarda il probabile danno alla cabina dell’idrante come scritto nell’articolo, il manager evidenzia che non é stato utilizzato alcun idrante posto nella cabina. Si é trattato infatti di un danno alla cabina centrale antincendio, dove si trova il gruppo pompe che come detto è collegato agli idranti, facendo salire con un sistema a pressione, l’acqua dove serve.
Una struttura che potrebbe chiudere
Intanto come detto in queste ore si farà un sopralluogo perché il responsabile antincendio dell’asl non è ancora stato sul posto. Lì c sarà anche l’ingegnere comunale Mittaridonna per verificare se questa struttura andrebbe chiusa per motivi di sicurezza oppure no.
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