Avevano preso l’impegno di chiederlo questa mattina, così gli uffici regionali hanno convocato a Bari, i direttori generali delle Asl, per chiedere loro contezza del numero dei lavoratori precari, prima di bandire il concorso per infermieri.
Nell’ultima riunione con le organizzazioni sindacali infatti, è emerso che entro il 31 dicembre, la Regione intende bandire 1.136 posti per infermieri, prima che entri in vigore la legge di stabilità e quindi la norma che impone la decadenza della graduatoria dopo l’assegnazione dei posti banditi in concorso. Con l’attuale normativa invece, la pubblica amministrazione, riuscirebbe a utilizzare l’elenco del concorso per tre anni, assumendo, dopo aver assegnati i posti ai vincitori, altro personale attingendolo dalla graduatoria, senza fare una nuova selezione.
Una lotta tra poveri
Il problema sollevato dai sindacati però, sta nel riservare posti a personale avente diritto: infermieri precari che hanno i requisiti per ottenere la stabilità, poiché hanno maturato i 36 mesi di servizio, i colleghi di ruolo che hanno fatto domanda di trasferimento da fuori regione, alla Puglia (mobilità extra regionale), per avvicinarsi alle famiglie, infine gli infermieri che hanno chiesto il trasferimento da una città all’altra, all’interno del territorio pugliese (mobilità intra regionale).
Il governo, nell’incontro del 23 ottobre scorso con le sigle sindacali, ha espresso l’intenzione di destinare il 50% dei posti messi a concorso, agli infermieri in mobilità (25% all’intra regionale e 25% a quella extra regionale). Tradotto significa che su 1.136 posti, 568 saranno assegnati a chi é già di ruolo, ma lontano da casa. Restano altrettanti posti da dividere tra i precari aventi diritto e gli esterni disoccupati.
Riserve sproporzionate per la CGIL
Una divisione che non a tutti piace: “troppi 568 posti da destinare alla mobilità – ha esordito Floriano Polimeno, segretario provinciale della CGIL – la Regione – dice – deve decidere dopo aver preso contezza del fenomeno del precariato in Puglia e poi stabilire come dividere le quote di posti da riservare. Solo nel Salento si contano circa 240 infermieri con contratto a tempo e che avrebbero i requisiti per essere stabilizzati. Non solo, ma la normativa impone di porre fine al precariato, vietando proroghe dopo tre anni di contratto a tempo, questa gente che quindi ha retto e continua a reggere la sanità pugliese, rischia di essere mandata a casa, pur avendo diritto all’assunzione e dopo aver garantito per tre anni un servizio nel sistema sanitario.
Per noi della CGIL – continua Polimeno – c’é una sproporzione nella divisione delle riserve, sarebbe stato più giusto, secondo noi, prevedere un 30% alla mobilità, poco più di 300 posti e il 70% da dividere tra esterni e precari, a questi ultimi assegnare il 40% del la quota riservata, ovvero poco più di 400 posti, lasciandone 300 agli esterni.”
E’ tutto ancora da vedere però. Tra una settimana, la Regione dovrebbe avere i numeri dalle Asl sui lavoratori con contratti a tempo, dopodicchè sarà possibile inserirli in una banca dati e capire le dimensioni del fenomeno del precariato. Da lì – continua Polimeno si parte, stabilendo le quote da riservare.
I precari copriranno i posti vacanti della mobilità intra regionale
Nel frattempo – aggiunge il segretario della CGIL – siamo riusciti a strappare alla Regione, durante l’incontro del 23, la promessa di inserire gli infermieri precari, che non dovessero riuscire a vincere il posto riservato, nella graduatoria della mobilità, cosicchè i posti lasciati vacanti dai colleghi che si trasferiranno da una città all’altra della Puglia, saranno coperti da chi non é entrato nella quota destinata ai precari.”
Servono 5000 OSS in Puglia
“Viene chiamato concorsone, ma in realtà nonostante i numeri, i posti messi a bando sono molto, molto al di sotto del reale fabbisogno” – esordisce Fabio Orsini segretario provinciale della CISL, che invece parla di circa 5000 infermieri da assumere e che mancherebbero negli ospedali e nelle strutture sanitarie pugliesi. Per Orsini sia gli infermieri precari, che quelli in mobilità, hanno le loro ragioni, si sta creando una lotta tra poveri – dice – verrebbe da dare precedenza a chi ancora non ha un contatto a tempo indeterminato, mettendo al secondo posto chi invece è di ruolo, ma c’è da dire che c’é un esercito di infermieri che lavora fuori regione da dieci anni e che aspetta di avvicinarsi al coniuge e ai figli. La verità è che la Regione dovrebbe bandire molti più posti e regolarizzare il tutto.”
Una preselezione al concorso che sia pertinente
“Chiediamo almeno di non prevedere una preselezione con domande di cultura generale – aggiunge l’esponente della CISL – stiamo parlando di figure che devono lavorare nella sanità, non devono essere tuttologi, ma capaci piuttosto di fare il proprio lavoro al meglio.”
Nessuna preselezione per i precari
Proprio sulla preselezione sono intervenuti i precari che in una lettera aperta, hanno scritto al presidente della Regione, al direttore del dipartimento della salute Vito Montanaro e a Giovanni Campobasso dirigente nel dipartimento regionale della salute. A loro gli infermieri chiedono di poter evitare la preselezione nel concorso, visto che sono già in servizio nell’Asl di appartenenza o lo sono stati col minimo di anzianità di servizio prevista, pari a 36 mesi.
Gli scriventi poi, lamentano il fatto che “la Regione non si sia degnata neanche di fare una ricognizione del personale precario in servizio nelle Asl, prima di decidere le percentuali dei posti da assegnare nel concorso che sta per bandire. Così facendo – scrivono nella lettera – la Regione ci ha voltato le spalle e non ha preso nella giusta considerazione i nostri diritti.” I lavoratori criticano poi, le organizzazioni sindacali per come è andata la trattativa e per non aver cercato in tutti i modi di tutelare ognuno di loro, dalla possibile perdita del posto di lavoro. “Per questo reiteriamo – si legge nella lettera – alle Istituzioni regionali (presidente, dipartimento della salute), la richiesta di disporre ai Direttori Generali:
a) una puntuale ricognizione di tutti i precari, attualmente in servizio, presso le AA.SS.LL.
b) rivedere la percentuale riservata ai precari, in funzione della ricognizione reale dei lavoratori a tempo, in servizio presso le AA.SS.LL pugliesi.
c) inserire nell’imminente “maxi concorsone di Infermieri”, nel rispetto della legge, criteri di tutela per il personale precario, come il requisito dei 36 mesi di incarico, alla data di pubblicazione del bando, possano essere stati effettuati nel servizio sanitario nazionale e non solo all’interno delle AA.SS.LL. pugliesi.
d) Inserire una forma preselettiva al bando di concorso, con esclusione di tutti i lavoratori precari che abbiano raggiunto un requisito minimo di anzianità di servizio.
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