“Il bando di concorso dell’Emilia Romagna è uguale a quello pugliese, anzi quest’ultimo é più tutelante.” Così il direttore del dipartimento regionale sanità Vito Montanaro, in risposta a quegli infermieri che invitano il governo pugliese, a dividere la selezione per 1.132 infermieri in tre ordini: selezione per personale interno da stabilizzare, un secondo concorso per i richiedenti il trasferimento verso la Puglia (extraregionale) o da una città all’altra della regione pugliese (intraregionale), infine una selezione per gli esterni disoccupati.
In realtà per Montanaro, la regione emiliana avrebbe fatto a settembre 2019, un bando di concorso uguale a quello pugliese, quest’ultimo anzi, darebbe più garanzie. Montanaro poi chiarisce che quegli infermieri che hanno un contratto a tempo determinato, che si autodefiniscono precari, che hanno maturato almeno tre anni di servizio, all’interno di un asl pugliese, hanno diritto ad essere assunti, senza neanche il concorso, pena una sanzione per la pubblica amministrazione.
Noi infermieri con esperienza, alla preselezione concorsuale come i colleghi “novellini”
Sta di fatto però che nel Salento c’è chi ha questo requisito, ma la stabilizzazione in automatico non l’ha avuta, “perchè – dicono gli interessati – i tre anni di servizio sono stati raggiunti dopo il 31 dicembre 2017, termine ultimo previsto dalla legge Madia. E’ anche vero però – aggiungono gli infermieri – che alcuni OSS, che come noi hanno maturato i 3 anni dopo il 2017, hanno fatto ricorso , ottenendo il parere favorevole di due giudici diversi, che hanno riconosciuto loro il diritto ad essere stabilizzati, anche se c’è da dire che la stabilizzazione non lhanno ancora ottenuta e stanno facendo anche loro il concorso. Se questo è vero, dovrebbe fare giurisprudenza anche per noi. Anche se l’anzianità di servizio è stata raggiunta dopo il 2017, il processo di stabilizzazione si dovrebbe esaurire entro il 2020, come ci dissero anche i sindacalisti. Non solo, ma ci sono dei precedenti in tal senso, con la sentenza di due giudici diversi, che hanno legiferato a favore di alcuni operatori socio sanitari (OSS), che si trovavano nelle stesse condizioni nostre, avendo maturato i tre anni dopo il 2017. Noi invece, dobbiamo espletare il concorso, se questo non va bene, ce ne andiamo a casa, dopo tre anni e più di attività negli ospedali, lasciando il posto magari a chi non ha alcuna esperienza, ma riesce a superare la prova.”
“E’ finita l’epoca Madia”
“I tempi della Madia sono finiti – esordisce Montanaro – e con essa anche la stabilizzazione automatica. Sono tempi diversi, per cui occorre studiare e partecipare al concorso, per ottenere un contratto a tempo indeterminato, con l’opportunità di concorrere al 40% della metà dei posti messi a concorso.” Si tratta di circa 236 posti, ma solo nella provincia salentina però, si contano 240 infermieri precari, che parteciperanno quindi alla selezione, col rischio di andare a casa e la paura che i posti a concorso riservati a loro, non siano sufficienti.
La Regione Puglia, ha il conteggio che ogni singola asl ha mandato sul fabbisogno di personale infermieristico. Nell’asl di Bari, mancano all’appello 320 infermieri, nella Bat sono 44 i lavoratori necessari, 84 a Brindisi, 91 a Foggia, 119 ne servono a Taranto, 150 negli “Ospedali Riuniti”, appena 20 infermieri sono stati chiesti dal policlinico di Bari, 28 dall’oncologico “Giovanni Paolo II”, 36 dall’istituto di ricerca scientifico “De Bellis”, infine 240 infermieri mancherebbero nell’asl salentina, tanti quanti sono i lavoratori “precari”, ma se si assegnassero tutti e 240 posti ai lavoratori precari salentini, non ci sarebbero i posti poi da destinare nell’asl leccese per la mobilità e i disoccupati.
Distinguere le selezioni per categorie
Da qui la richiesta degli infermieri precari, di fare più concorsi per le diverse categorie, partendo prima con la sistemazione del personale interno, poi la mobilità, per finire poi con il reclutamento di personale disoccupato.
Così facendo si darebbero più posti e non si correrebbe il rischio di rimanere a casa, sopratutto si eviterebbe di creare una guerra tra poveri: tra chi è di ruolo e chi non lo è, tra chi ha un contratto a tempo e chi un lavoro non ce l’ha.
Lavoreranno tutti i precari
“Questo è un falso problema – assicura Montanaro – il personale con contratto a tempo è concentrato nel Salento, nella provincia di Bari per esempio, non ci sono lavoratori precari, dunque quei posti, pari al 40% della metà del totale (1.132 posti in tutto), saranno riservati sopratutto ai salentini e questa è un’ulteriore garanzia per coloro che si definiscono precari. Non solo, ma – aggiunge il direttore – qualora qualcuno non dovesse farcela, c’è la possibilità di essere chiamato a lavorare, colmando il posto che verrà lasciato vuoto, dal collega in mobilità intraregionale.
E’ previsto infatti che l’altra metà dei 1.132 posti a concorso, sia destinato agli infermieri che hanno chiesto di essere trasferiti dal nord, in Puglia o da una città all’altra della regione pugliese. In quest’ultimo caso, il posto vacante, lasciato da chi si trasferisce per avvicinarsi a casa, sarà coperto con l’infermiere precario che non ha vinto il posto riservato alla sua categoria. La graduatoria della mobilità quindi, non scorrerà, ma verrà attinto personale da quella degli infermieri precari in graduatoria.
Nessuna lotta tra poveri quindi, ma solo tanto studio per collocarsi nell’elenco degli idonei. L’epoca della Madia è finita – dice Montanaro – ma c’è ancora chi vuole leggere questo bando in maniera distorta.”
Gli idonei chiamati sul posto vacante della mobilità
Intanto ieri mattina, a Lecce, gli infermieri assunti a tempo, hanno protestato davanti la direzione generale dell’asl, guidati dal rappresentante provinciale della CGIL Floriano Polimeno. I lavoratori chiedono di “mappare” il personale infermieristico con contratti a tempo. In funzione dei numeri relativi ai lavoratori a tempo, andrebbe stabilita poi, la percentuale dei posti da riservare loro in concorso. Chiedono anche di evitare la preselezione. “Non è giusto – dicono – mettere noi che lavoriamo da un pò di tempo, sullo stesso piano di chi é disoccupato e non ha mai lavorato come infermiere e che dovrà superare una prova preselettiva. In mezzo a noi – aggiungono – c’è gente che ha già alle spalle quattro anni e mezzo di servizio e viene messo sullo stesso piano di chi non ha alcuna esperienza, con il rischio di andarsene a casa.”
Rollo porta la voce degli infermieri salentini a Bari
Le rimostranze dei manifestanti, verranno portate a Bari. A farsi portavoce, il direttore generale Rodolfo Rollo, che ieri mattina ha ricevuto una delegazione degli infermieri, insieme al segretario provinciale della CGIL Floriano Polimeno.
Quello che chiedono i lavoratori con contratto a tempo, é di rivedere le scelte regionali sui posti messi a concorso. La Regione – dicono i manifestanti – ha messo tutto in unico calderone, mescolando infermieri di ruolo con domanda di mobilità, con noi che lavoriamo a tempo determinato, che abbiamo 36 mesi e più, anche continuativi, di servizio, quindi in possesso del requisito per la stabilizzazione. Allo stesso concorso poi, sono chiamati a partecipare anche i disoccupati. Un calderone che ci mette tutti contro – dicono – avendo lo stesso obiettivo, partendo però da posizioni differenti.