Da 15 anni si prendono cura degli ammalati, ma sulla carta sono pulitori

Da 15 anni si prendono cura degli ammalati, ma sulla carta sono pulitori

Ausiliari con mansioni da oss. Una prassi che dura da oltre un decennio negli ospedali del Salento, dove circa 150 dipendenti asl, pur avendo acquisito il titolo professionale e svolgendo attività di operatore socio sanitario nei vari reparti, hanno un contratto da addetto alla pulizia degli ambienti.

Da sempre penalizzati
“Il paradosso – dicono i lavoratori – è che l’azienda sanitaria, ha nel tempo assunto prima personale nuovo come operatore socio sanitario, ha stabilizzato i precari, molti di loro sono giovani, con poca esperienza e sono stati affiancati spesso proprio a noi più anziani, che svolgiamo questa professione da quindici anni, per poi vedere i colleghi crescere professionalmente, mentre noi addirittura demansionati. Non ci spettano scatti di anzianità, anche il premio produttività é inferiore poichè della categoria a cui di fatto apparteniamo contrattualmente, sono circa 200 euro in meno. Così anche nei concorsi il punteggio sarà sempre inferiore rispetto a colleghi che seppure più giovani, risultano aver maturato anni di servizio come oss e non come ausiliario che é una categoria professionale più bassa.

“Vorremmo il contratto per le mansioni reali che svolgiamo”
Ci aspettavamo subito dopo aver preso il titolo professionale nel 2015, che l’asl negli anni ci riqualificasse, prima di acquisire nuovo personale, regolarizzando la nostra posizione contrattuale, perché non siamo assunti per quello che realmente facciamo. Nelle altre asl invece, c’è stata questa riqualificazione del personale dipendente interno, prima di avviare il concorso di Foggia per oss. In questo modo i direttori potevano avere contezza di quanti effettivamente operatori socio sanitari avevano e capire di quanti ne avevano bisogno, da attingere poi dalla graduatoria. A Lecce non è avvenuto ciò, anche i sindacati ci hanno dimenticato. Dall’azienda sanitaria prima ci hanno fatto conseguire il titolo, poi ci hanno consigliato di partecipare al concorso di Foggia e abbiamo fatto anche questo, ma nulla è cambiato, eravamo e restiamo col contratto da ausiliario, nonostante la legge abbia da tempo stabilito che la figura di ausiliario non deve comparire più nel personale dipendente del sistema sanitario e infatti gli ausiliari sono oramai solo lavoratori di Sanità Service e si occupano di servizi alle cose e agli ambienti, eccetto noi che siamo dipendenti asl con contratti da ausiliari.

Stessa persona ausiliario a tempo indetermianto, oss a tempo determinato nel medesimo reparto
Il paradosso é che ci troviamo da anni a fare però gli oss, i caposala, gli infermieri, ci chiedono l’assistenza ai malati, anche se da contratto non potremmo farlo. Alcuni di noi si sono messi in aspettativa partecipando alla selezione dell’asl, per incarichi a tempo determinato per operatori socio sanitari. Cosicchè la stessa persona è assunta dalla medesima asl come ausiliaria a tempo indeterminato e come operatore socio sanitario a tempo determinato.” Infatti una volta concluso l’incarico a tempo, lo stesso lavoratore, nel medesimo reparto, torna ad avere il contratto da ausiliario. Una situazione un pò schizzofrenica che ha spinto una delegazione di lavoratori a recarsi ieri mattina davanti la direzione generale per chiedere un incontro con i vertici dell’azienda sanitaria.

Per l’asl serve il concorso
I lavoratori sono riusciti a parlare, seppure velocemente, con il direttore amministrativo dell’asl Antonio Pastore, qualche minuto prima che andasse a Bari. Il tempo per chiarire loro che per essere contrattualizzati come operatori socio sanitari, non basta il possesso del titolo, ma serve aver superato un concorso ed entrare di diritto nella pubblica amministrazione come oss. In effetti alcuni dei 150 lavoratori hanno espletato la selezione, alcuni superandola, altri no, altri ancora non hanno preso parte, confidando nella legge che prevede di diritto il contratto corrispondente alle reali mansioni che vengono svolte e dando quindi come acquisita la riqualificazione.

Si lavora senza indennità e tutela legale
In effetti c’è da dire che queste persone da oltre dieci anni assistono i pazienti: neonati nell’unità di terapia neonatale, si prendono cura di chi si trova in rianimazione, di tanti ammalati complessi, fragili, da quelli oncologici ai pazienti ricoverati in cardiologia, sono lavoratori che seguono ammalati anche in situazioni complicate, senza aver alcuna indennità come previsto in quei reparti particolarmente delicati: sala operatoria, rianimazione, infettivi, senza soprattutto alcuna tutela legale, perché il contratto che hanno da ausiliario, impedirebbe loro di assistere le persone, dal momento che deveno occuparsi solo di ambienti e materiale sanitario, ma non di pazienti.

A loro rischio e pericolo quindi, i lavoratori pur di dare continuità al servizio senza creare difficoltà agli infermieri, svolgono nei reparti la loro parte da operatore socio sanitario accudendo i pazienti, accompagnandoli, lavandoli quando serve, assistendoli, lasciando che gli infermieri si possano occupare delle terapie indicate dai medici.

Lavoro dell’oss ricadrebbe sugli infermieri, con disagi nei reparti
La mancanza di operatori socio sanitari significherebbe caricare di lavoro gli infermieri che si troverebbero ad assicuarere l’assistenza non solo infermieristica, mettendo in difficoltà il reparto. Basterebbe solo accompagnare il paziente nella radiologia o presso un altro reparto, sottraendo l’infermiere dalle stanze di degenza, per accusare i disagi per quel lasso di tempo in cui si assenta.

Roberta Grima
ADMINISTRATOR
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