Blitz della finanza ieri mattina negli uffici dell’area tecnica dell’asl di Lecce. E’ il terzo sopralluogo nel giro di un mesetto che i finanzieri effettuano, per visionare ed eventualmente sequestrare tutta la documentazione relativa all’impianto di ossigeno del Dea di Lecce.
In particolare gli uomini delle fiamme gialle hanno concentrato la loro attenzione sui lavori della condotta che collega l’impianto di ossigeno del “Fazzi” al Dea.
Proprio in relazione a questa condotta, i finanzieri hanno cercato documenti relativi al progetto, alle autorizzazioni e al collaudo che pero’ non risulta esser fatto ad opera ultimata.
Gli inquirenti vogliono capire perche’ l’asl ha fatto realizzare la condotta di collegamento, se il Dea aveva un proprio impianto di gas medicali, per quale ragione Emiliano ha ordinato di smantellare il serbatoio criogenico esistente, per far collocare un altro serbatoio che poi non e’stato collocato, visto che l’impianto del Dea, prevedeva da progetto ben due serbatoi.
Cosi mentre i finanzieri stamane raccoglievano documenti per capire anche quanto ci e’ costato realizzare l’impianto di gas medicali del Dea, lo smantellamento del suo serbatoio e la costruzione di un tubo di collegamento alla centrale del “Fazzi”, i tecnici dell’asl effettuavano ieri mattina un sopralluogo proprio alla centrale dei gas del “Fazzi”.
Resta da chiarire la questione della perdita di gas che un paio di mesi fa si verifico’ nell’impianto del Dea.
Se tale perdita fosse fisiologica o invece condizionata proprio dalla condotta realizzata tra i due plessi ospedalieri non prevista dal progetto originario.
Nulla di preoccupante aveva scritto l’ingegnere Zocco, direttore dell’esecuzione del contratto gas medicali che in una nota di qualche settima fa chiari’ che “la perdita era di lieve entità, risolta con la sostituzione del flessibile difettoso da parte di una ditta.” La brindisina IGS, legata ad Air Liquide che ha sub appaltato i lavori all’impresa, senza essa stessa avere un appalto.
Andrebbe chiarito se questa tubazione, avrebbe potuto rappresentare un rischio per i degenti oppure no. Vista l’assenza di collaudo dell’opera, non e’ noto infatti per quanti pazienti, la pressione esercitata dalla centrale di ossigeno del “Fazzi” al Dea, sia sufficiente.
In tempi di Covid i ricoverati erano in numero limitato, ma in previsione dell’apertura del Dea a dipartimento di emergenza, andrebbe capito questo aspetto, alla ue della modifica effettuata al progetto originario dell’impianto criogenico.
In effetti ci sarebbero indiscrezioni non confermate però di ulteriori lavori da eseguire all’interno del Dea, ora che si sta svuotando di pazienti, i tecnici potrebbero entrare per intervenire ed eventualmente completare quanto fatto esternamente.
Tutto risolto per il direttore del contratto esecutivo dei gas medicali dell’asl
L’ingegnere Zocco smentisce questa voce, per lui quanto fatto un mese fa sull’impianto é risolto, a meno che, dice, nel frattempo non venga fuori qualcosa di nuovo.
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