Il servizio c’è, sarebbe il primo nel sud di Italia a garantire una serie di prestazioni odontoiatriche: dalle estrazioni dentali, alle cure dentarie, agli impianti endossei con tutta la protesica dentaria, agli interventi sul cavo orale e sui tessuti molli. Tutti servizi destinati a quelle persone affette da malattie rare, con gravi handicap, non collaborative. Nonostante quindi esista questa tipologia di assistenza sanitaria nell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, almeno sulla carta, molte famiglie sono costrette da tempo ad andare fuori dalla Puglia, per avere ciò che serve ai loro figli, fratelli, sorelle o ai loro genitori.
Un servizio fermo da due anni, fondamentale per le gravi disabilità
Giorni fa una giovane donna e mamma affetta da disabilità, si è recata all’urp (ufficio relazioni pubblico) dell’asl, mostrando all’addetta la bocca priva di denti e il portafoglio vuoto. La signora ha chiesto cosa e come poteva fare per poter mangiare, visto che i tempi di attesa per l’odontoiatria sociale, è superiore ad un anno, e che il servizio di protesi dentaria tanto pubblicizzato dalla asl, da circa due anni non è erogabile.
Il 20,30% dei pazienti disabili non è in grado neppure di aprire la bocca
Stiamo parlando di migliaia di persone anche con gravi, gravissime disabilità, che molto spesso hanno bisogno di interventi sul cavo orale, non essendo collaborativi e difficilmente gestibili, c’é sempre la necessità di intervenire con anestesia generale e quindi di rivolgersi in ospedali o cliniche attrezzate. Sono bambini autistici, ragazzi tetraplegici, schizofrenici, spastici, che diventa spesso impossibile visitare : Il 20, 30% di loro, non è in grado neanche di aprire la bocca.
I denti per molti non sono cosa da poco
Spesso non richiedono solo la semplice estrazione di denti, purtroppo le malattie rare o le patologie delle quali sono affetti questi ragazzi, possono comportare delle malformazioni, se non si interviene per tempo. Ci sono malattie genetiche che causano già in tenera età l’assenza della dentatura, impedendo di mangiare se non alimenti liquidi, la sindrome di down per esempio, spesso presenta ipoplasie mascellari, anomalia che si ripercuote sul cavo orale e la dentatura. Ci sono situazioni che vanno trattate in tempi rapidi, i denti inclusi, ossia quelli “intrappolati” nella gengiva e denti infetti possono causare infezioni dentali che a lungo andare danneggiano pesantemente il tessuto osseo , neoplasie, malformazioni del palato, malattie congenite. Per non parlare del dolore e del fatto che in alcuni casi gli ascessi, se non trattati in tempo, portano setticemie o problemi cardiopolmonari.
Nessun favore, solo il diritto alla salute
Non ci sono in Puglia tanti servizi ben attrezzati per questa tipologia di pazienti, oltre all’ospedale di Acquaviva Delle Fonti, che si occupa però solo di estrazioni dentali, c’è il servizio di Lecce che garantirebbe tutte le varie prestazioni sanitarie del caso, per il Salento compreso il tarantino e la provincia di Brindisi. Per garantire la vastità di prestazioni servono però odontoiatri, anestesisti, letti, sedute operatorie, protesi, tutto senza che sia un favore, ma un dovere dei medici, dell’asl e un diritto dei pazienti. .
La buona sanità che cammina solo sull’iniziativa dei singoli
Invece succede che gli odontoiatri chiedono spazi e tempi ai colleghi otorino, per prevedere le sedute per questi ragazzi, lasciando per loro la sala operatoria libera, qualche letto scegliendo chi dover fare accedere al servizio. Si chiede ovviamente la cortesia ai colleghi anestesisti di essere presenti. L’odontoiatria non avendo un reparto ed una attività autonoma, non ha i posti letto come invece è regolarmente avvenuto fino al 2010. Tutto funziona precariamente, contando solo sulla buona volontà dei singoli professionisti, senza alcuna organizzazione aziendale. Anche per l’acquisto di materiale necessario, va chiesto il favore al servizio di farmacia in quanto la gara pubblica di acquisto per l’odontoiatria nella asl di lecce è scaduta da anni e mai rinnovata . L’odontoiatria sociale non ha un centro di costo, quindi si arrangia come può. Tutta questa situazione precaria, rallenta l’attività e riduce anche la tipologia di prestazioni, che invece si potrebbero garantire, grazie alla competenza dei medici che lavorano in odontostomatologia.
Un anno fa la delibera di Rollo e Pastore
Eppure nel dicembre del 2018, l’allora direttore dell’asl facente funzioni, Antonio Pastore e il collega sanitario Rodolfo Rollo, firmano la delibera n° 2791. “Premesso – si legge nell’atto deliberativo – che proprio nella direzione generale dell’asl, sono pervenute diverse sollecitazioni da parte di associazioni e famiglie con persone affette da gravi disabilità, tese ad ottenere prestazioni odontoiatriche per i loro congiunti, necessariamente con servizio di anestesia, si delibera l’istituzione del servizio di odontoiatria sociale per pazienti vulnerabili. Servizio collegato al reparto di otorinolaringoiatria, sino a quando non verrà attivato quello di chirurgia maxillo – facciale” al quale l’odontoiatria sociale farà poi riferimento.
I due direttori scrivevano che si doveva istituire una equipe dedicata al servizio in questione, composta da un medico responsabile individuato nella persona del dottor Raffaele Piccinonno, due medici convenzionati e due a tempo indeterminato, un oss, tre infermieri. Si autorizzava quindi l’accesso nelle sale operatorie con sedute da calendarizzare, senza più dover chiedere favori per eseguire gli interventi: l’attivazione finalmente di attività di Day Surgery , per dare ai pazienti con disabilità ed alle famiglie, tempi ridotti compatibili con le difficilissime gestioni sanitarie e sociali di queste categorie ad elevato rischio di pazienti, anziché il solito ricovero ordinario di tre giorni, incompatibile con le esigenze del caso. I vertici dell’azienda sanitaria avevano perciò istituzionalizzato operazioni con degenza, presso il reparto di otorino oppure, in caso di minori, in chirurgia pediatrica. Nella delibera si parla inoltre di attività in regime di day hospital e day surgery che non richiedono un vero e proprio ricovero, ma tutt’al più di un posto di osservazione per dimettere poi il paziente in giornata.
4000 prestazioni nel 2019
C’era tutto quindi, si doveva solo applicare quanto deliberato, potenziando un servizio già esistente. I direttori danno mandato di comunicare quanto deciso, al responsabile del dipartimento regionale della salute, ma anche a tutti i medici e non, dei vari ospedali dell’azienda sanitaria, dei singoli distretti, dipartimenti coinvolti, non ultimo gli uffici di comunicazione istituzionale, proprio per informare non solo i dipendenti, ma l’utenza, dell’esistenza di un servizio prezioso e unico in Puglia, quale appunto l’odontoiatria sociale che, nonostante le difficoltà solo nel 2019, ha contato 4000 prestazioni odontoiatriche e che potrebbe erogarne fino al doppio attirando pazienti efamiglie fuori regione.
Un’attività fantasma
A distanza di un anno e mezzo, é tutto fermo. “Il servizio non ha alcuna autonomia, i medici chiedono ancora la cortesia ai colleghi per accedere alle sale operatorie, i posti letto per i ricoveri e l’osservazione di pazienti da dimettere in giornata, sono ancora un favore reso dal reparto di otorino, reparto che concede anche l’acquisto di materiale facendone richiesta per conto dell’odontoiatria sociale, vedendosi così riconosciute dal sistema sanitario regionale, tutte le prestazioni degli odontoiatri.
Protesi gratis, un progetto innovativo per il sud Italia, fermo da un anno
Anche quello che doveva essere il fiore all’occhiello dell’odontoiatria sociale, ovvero il progetto protesico é fermo. Grazie alla lungimiranza del dottor Raffaelle Piccinonno e alla sensibilità del dottor Vito Gigante, dirigente del controllo di gestione dell’asl, l’azienda sanitaria aveva adottato, sempre sulla carta, un modello tale per cui le persone disabili, gravemente ammalate e per le quali sono indispensabili le protesi, avrebbero potuto avere l’impianto, pagando direttamente la protesi al laboratorio fornitore, a un costo calmierato. Spesa che poi l’azienda sanitaria avrebbe rimborsato al cittadino. Per fare un esempio, una dentatura di porcellana che sul mercato costa all’incirca 15mila euro, l’asl l’avrebbe rimborsata a 500 euro. In questo modo l’ente é in grado di sostenere le spese che, se fossero rimaste a quelle di mercato, non avrebbero consentito la continuità del servizio. Peccato però, che non è mai partito per mancanza di materiale e medici.
Un equipe dedicata per ridurre le attese e aumentare la tipologia di prestazioni odontoiatriche
Un modello, questo delle protesi gratuite, copiato dal virtuoso Veneto, ma che a Lecce stenta a partire. Un ritardo che ha spinto Lucio Darpe, presidente dell’associazione A.E.E.O.S.S. nonché referente per il settore salute mentale nel comitato consultivo misto, a diffidare la stessa azienda sanitaria. “L’asl – spiega Darpe – ha disatteso agli accordi presi il 9 gennaio scorso, che prevedevano l’istituzione di un servizio specialistico di odontoiatria sociale a Lecce, concordando che diventasse punto di riferimento per tutte le persone che hanno necessità di interventi, senza dover rivolgersi al nord.” Dal verbale di quell’incontro, al quale hanno preso parte i tre direttori: Rollo, Carlà e Pastore, rispettivamente generale, sanitario e amministrativo, si decise di potenziare il personale con anestesisti dedicati e due odontoiatri in più a tempo indeterminato. Così facendo si sarebbe garantito non solo un abbattimento delle liste di attesa, ma anche più varietà di prestazioni, che non si limitassero alle estrazioni dentali, ma impianti protesici, interventi, cure, igiene e prevenzione.
Si attende l’igienista per lasciare il medico libero per dedicarsi alle cure dei pazienti
Per queste ultime, era concordata la figura dell’igienista – scrive Darpe – che ancora aspettiamo. La figura professionale richiesta, sarebbe sufficiente anche per cinque ore la settimana in convenzione, per liberare il medico dal compito di spiegare alle famiglie come pulire il cavo orale, dedicandosi invece ai pazienti che aspettano. Naturalmente – spiega Lucio Darpe – una volta scritta e firmata la delibera del 2018, che prevedeva quanto detto, occorreva acquistare il materiale mancante: protesi, dentiere, il cui bando era fermo da tre anni.”
Spunta un servizio anche a Gallipoli
Nulla di tutto ciò – dice Darpe – per tutta risposta veniamo a sapere che l’asl ha bandito il 16 luglio scorso, un avviso di mobilità per mandare un odontoiatra a Gallipoli, dove l’unico medico presente é andato in pensione. Che senso ha, visto che si è stabilito di concentrare tutto su Lecce e creare un centro di riferimento lì ? Soprattutto: perché non ci è stato detto nulla alla riunione del 9 gennaio, quando lamentavano le lunghe attese a Lecce ? Ci avrebebro potuto riferire che esisteva un servizio di odontoiatria sociale anche a Gallipoli. Saremmo andati al “Sacro Cuore” invece di viaggiare verso il nord, quando l’attesa del “Fazzi” ci sembrava eccessiva.
“A questo punto – dice ancora Darpe – vorremmo conoscere il funzionamento del servizio gallipolino, la casistica, la tipologia di interventi e prestazioni offerte.”
“Resta il fatto però, che l’avviso di mobilità verso Gallipoli deve essere revocato – dice Darpe – E’ un provvedimento illegittimo, contrario alle norme sulla trasparenza e privo di un atto deliberativo antecedente. E’ in contrasto con la delibera del dicembre 2018, che individuava Lecce come centro di odontoiatria sociale, infine l’avviso di mobilità é una decisione che non è stata mai condivisa e comunicata al comitato consultivo misto delle associazioni. L’azienda sanitaria ha trovato il tempo di bandire la mobilità, ma non di dare vita ai progetti per i nostri ragazzi, come il progetto “Astrid”.
Progetto “Astrid”, la presa in carico dei ragazzi vulnerabili
un’idea del responsabile dell’odontoiatria sociale dottor Raffaele Piccinonno e del responsabile delle sale operatorie dell’ospedale leccese, dottor Micella. L’intento è quello di prendersi cura del paziente disabile con una presa in carico: dall’accettazione alle dimissioni, con un supporto alle famiglie, l’accompagnatore con la sedia a rotelle, in un percorso specifico per questa tipologia di pazienti, senza passare dal pronto soccorso.
La mancanza di autonomia, l’assenza dei servizi, le prestazioni promesse ma inesistenti, la conseguente lista di attesa diventata oramia indecente, sono uno schiaffo per famiglie già mortificate dalle condizioni dei propri cari e incompatibili con una azienda che si professa attenta alle necessità sociali e sanitarie.
“Ho visto un papà – ha detto Darpe – di una ragazzina autistica che ha delle carie da diverso tempo, purtroppo va avanti prendendo anche l’occhio e diventa un problema.” Nonostante ciò il genitore mi ha detto di sentirsi fortunato a vivere a Lecce, dove c’è il servizio, ma io – conclude Darpe – non ho avuto il coraggio di dirgli che c’è da aspettare un anno.”
Il 16 luglio scorso é partita un’email da SanitàSalento all’ufficio stampa dell’asl salentina, per poter chiedere lumi in merito all’odonoiatria sociale, portando le richeiste delle tante famiglie di ragazzi disabili. La collega prontamente e gentilmente ci ha risposto dopo un’ora, scrivendoci che avrebbe verificato con quale interlocutore dell’azienda avremmo potuto eventualmente interfacciarsi, ma ancora nulla di fatto.
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