Da ieri sera ci sono ambulanze in coda davanti al pronto soccorso del “Vito Fazzi”, lì dove si fa il triage anche per i pazienti sospetti Covid, quelli accertati vanno direttamente al Dea. Anche questa mattina, come si vede dal video girato oggi, la scena è stata la stessa: mezzi di soccorso in coda. Ad attendere ci sono pazienti in barella che non possono sostare nel pronto soccorso per evitare assembramenti, restano quindi isolati nell’ambulanza, aspettando che si liberi il medico di turno per la visita e decida il da farsi. Troppi accessi però, rispetto al numero di medici, infermieri e oss. Il personale è allo stremo e non solo al pronto soccorso.
Negli infettivi due piani pieni di pazienti Covid
Nelle malattie infettive del “Fazzi” la storia è uguale, se non peggio. Qui é tutto pieno, sono due piani totalmente occupati da pazienti, a fronte di un personale ridotto ai minimi termini. 40 malati dislocati su due ale separate, con 8 medici dei quali 4 sono esonerati dai turni di notte. “Gli infettivologi non ce la fanno più” – denuncia anche Franco Perrone, segretario territoriale della FSI – USAE -. I medici che ci sono non soltanto seguono i degenti salendo e scendendo tra i due piani, ma devono anche garantire la consulenza nel Dea, ancora oggi senza alcun collegamento con il “Fazzi”, ma questo è l’ultimo dei problemi anche se emblematico. Poi ci sono gli ambulatori delle malattie infettive che non vanno certo in ferie, AIDS, epatite, ecc…
Assunzione di infettivologi ?
“Dei dieci infermieri negli infettivi” – continua ancora Perrone: una è in gravidanza a rischio, un altro è infortunato, quattro godono dei permessi per la legge 104, due sono in aspettattiva e uno in malattia. Anche il personale OSS é carente: all’appello mancano 6 lavoratori (attualmente sono assenti n.1 in isolamento fiduciario -n.1 per malattia, n.1 per infortunio sul lavoro).” Perrone si fa portavoce della gravissima carenza di orgnaico sollecitando l’azienda sanitaria a potenzire il reparto di medici, infermieri e OSS. C’é da dire che non è cosa facile, soprattutto per quanto riguarda i medici, anche se l’asl ad oggi non ci sembra abbia bandito alcun concorso per assumere specialisti in malattie infettive.
Si aprono reparti, ma con quale personale?
Altro punto nevralgico il Dea. “Qui abbiamo fatto il pieno” – dice un operatore – “Non abbiamo più posti disponibili. Si dovrà aprire il quarto piano con 70 posti letto.” In questo week end appena trascorso, tecnici e operai hanno ultimato gli ultimi lavori di adeguamento del quarto piano che nasce come stroke unite, ma che adesso dovrà essere rimodulato a reparto Covid. Sono state quindi inserite nuove prese per le attrezzatture, nuovi lavandini con sistema fotocellula senza contatto. Tutto è pronto per aprire così anche il terzo piano.
“Non sappiamo dove mettere i pazienti che arrivano!”
Resta saturo invece il piano terra del Dea con 38 pazienti nella pneumologia Covid, 15 invece sono nella sub intensiva e uno alla rianimazione del primo piano. Si sta pensando anche di attivare le OBI (osservazione breve intensiva) per ulteriori ricoveri attesi nelle prossime ore.
Se serve c’è Galatina, ma senza rianimazione e terapia intensiva
E’ di pochi minuti fa infatti la notizia di una ventina di ambulanze che questa sera sono davanti al pronto soccorso del “Fazzi”, ad attendere di ricoverare i pazienti che, se dovessero risutlare positvi, saranno “ob torto collo”, portati a Galatina, anche se qui il nosocomio non è completo di terapia intensiva/rianimazione, come era stabilito nel riordino ospedlaiero Covid varato ad agosto dalla Regione Puglia.
C’è preoccupazione tra il personale ospedaliero che é insufficiente. A ciò si aggiunge il fatto che anche gli stessi operatori si ammalano. Giorni fa è risultata positiva una dottoressa in servizio nella neurologia del “Fazzi”. Fortunatamente i tamponi eseguiti a pazienti e personale, sono emersi negativi. Un altro dipendente in servizio nel Dea ha avuto esito positivo al tampone, messo in quarantena quindi, l’organico si é ulteriormente ridimensionato, mentre i pazienti Covid sono aumentati. Vengono da Foggia, Bari, Bat, anche da Grumo Appula.
Lo sconforto dei medici
“Siamo preoccupati – dice una dottoressa del “Fazzi” – qui stanno venendo fuori tutti i nodi irrisolti della sanità da vent’anni a questa parte: personale imboscato, esonerato, in servizio nelle corsie degli ospedali, ma che di fatto non é abilitato a fare i turni per la 104. Non va bene, in ospedale servono uomini disponibili a fare i turni mattina, sera, notte, festivo e prefestivo. Dobbiamo risposte ai cittadini sempre. La colpa è anche dei sindacati! I pronto soccorso sono da tempo immemorabile in affanno. Adesso ancor di più perchè la gente è spaventanta e non avendo risposte sul territorio, va al pronto soccorso dove bene o male una risposta ce l’ha in tutte le ore. Manca la medicina territoriale, la maggior parte dei medici di base è ridotta a una classe di burocrati, costretti a compilare carte su carte. In molti casi i cittadini non riescono ad ottenere una visita dal medico curante, che nelle migliori delle ipotesi assiste per telefono. Reperire poi la guardia medica é ancora più complicato, il che costringe la gente a ingolfare il pronto soccorso, anche per un prurito agli occhi ! Ha paura, pensa al peggio e va in ospedale.”
“C’é da impazzire – dice un’altro medico del Dea – abbiamo 18 pazienti e un altro é arrivato con insufficienza respiratoria e non sappiamo più dove mettere gli altri. Il nuovo paziente giunto poco fa, é’ stato isolato nell’ambulanza del 118, prima di poter fare un esame al torace e liberare il mezzo di soccorso.” Si perchè l’attesa nelle ambulanze, tiene ferme decine di ambulanze che invece dovrebbero correre alle chiamate in emergenza. “Nemmeno a marzo – ricorda il medico – c’era una situazione del genere. E’ il caos più totale e nessuno ha una soluzione, né credo che ci sia purroppo.”
L’Asl
Sicuramente non è una situazione facile da gestire e affrontre, abbiamo provato più volte a sentire qualcuno della direzione dell’Asl, abbiamo contattato anche l’ufficio stampa, che ci ha fatto sapere che al momento la direzione é presa dall’emergenza sanitaria.
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