Soldi versati e chiesti indietro. L’Asl ritira l’indennità di rischio al personale 118

Soldi versati e chiesti indietro. L’Asl ritira l’indennità di rischio al personale 118

Somme riconosciute in busta paga a chi ha fatto fronte all’emergenza Covid rischiando in prima persona. Denaro versato agli operatori del 118 per poi chiederlo indietro. E’ quello che sta accadendo da qualche mese agli operatori del servizio emergenza – urgenza dell’Asl di Lecce, che hanno ricevuto un’indennità di malattie infettive nel proprio stipendio, come riconoscimento per il rischio contagio a cui sono stati e sono tutt’ora esposti.

Una beffa se si pensa che si parla di lavoratori che sopratutto durante la prima ondata, ma anche dopo, hanno davvero rischiato grosso, quando erano spovvisti dei presidi di protezione adeguati. “Abbiamo affrontato la prima, la seconda ondata del virus e adesso anche la terza, rischiamo ogni giorno perchè siamo in primia linea e l’Asl ci ripaga togliendoci i soldi – ci riferisce un soccorritore – Senza dire che ci sono stati periodi in cui non ci venivano consegnate neanche le mascherine adeguate. E’ accaduto anche durante la terza ondata. Se non la danno a noi l’indennità di servizio a chi devono dare ?”

“Ci hanno chiamato angeli, eroi – ribadisce un autista di ambulanza – ci hanno premiano e adesso ci tolgono quanto dato. Che serietà é mai questa? Pensare che nella nostra categoria – continua l’uomo – si contano diverse vittime del Covid, proprio perchè chi lavora nel 118 è tra le figure più esposte ad alto rischio di contagio e invece l’Asl torna sui suoi passi e ci chiede di restituire i soldi ricevuti come indennità.”

In effetti il 22 aprile scorso, con una nota a firma dei tre direttori dell’azienda sanitaria: generale, amministrativo e sanitario e della dirigente dell’ufficio personale Grazia Argentiero, veniva comunicata al responsabile del servizio emergenza – urgenza dottor Maurizio Scardia e per conoscenza al direttore del dipartimento regionale della salute Vito Montanaro, la sospensione dell’indennità di malattie infettive.

La decisione dell’Asl sarebbe nata alla luce delle osservazioni fatte dal dipartimento regionale della salute che, con una nota del 30 marzo scorso, evidenzia come l’indennità sia prevista solo ai dipendenti dell’Asl e non al personale convenzionato, com’è proprio la maggior parte dell’organico del 118. Estendere il riconoscimento economico ad una platea più ampia di lavoratori, non spetterebbe – osserva la regione – ai direttori delle Asl.

Sul tema abbiamo sentito il direttore del dipartimento regionale della salute Vito Montanaro, il quale ha confermato quanto scritto nella nota di marzo scorso alla direzione dell’azienda sanitaria. “Abbiamo scritto all’Asl – ci ha detto Montanaro al telefono – di ritirare l’indennità perchè erroneamente ha distribuito un riconoscimento che spetta ai dipendenti e non ai lavoratori convenzionati. L’Asl ha cioé utilizzato l’istituto contrattuale del dipendente a chi non lo è.

Nel caso degli infermieri del 118 che sono di norma dei dipendenti dell’Asl, l’indennità delle malattie infettive può essere applicata – chiarisce Montanaro – Per il personale convenzionato invece, é prevista comunque l’indennità Covid che – ricorda Montanaro – abbiamo sottoscritto con le organizzazioni sindacali il 28 maggio scorso, ma che non abbiamo ancora concordato su come distribuirla. Occorre – ci ha detto il manager – fare un passaggio tecnico dal tavolo sindacale delle rispettive sigle e verificare semplicemente se o no l’accrdo per applicare ai convenzionati, gli stessi principi impiegati per l’indennità. Se questo accordo c’è – ha concluso Montanaro – si procederà velocemente per la distribuzione delle somme.”

Si tratta dei famosi 5 milioni di euro da distribuire tra gli specializzandi univesitari, medici, autisti e soccorrtiori del 118 e personale dipendente di Sanità Service. L’appuntamento con i sindacalisti sarà fissato a stretto giro, prima non é stato possibile per via della proroga di Montanaro, che è rimasto in attesa di sapere se la giunta pugliese lo riconfermasse oppure no. La riconferma é poi arrivata il sei maggio scorso e da poche settimane é partita una serie di incontri con i sindacati, che saranno convocati anche per il discorso indennità

“I soldi comunque ci sono già – ha precisato Montano – sono degli operatori, si tratta solo di capire come distribuirli.”

Roberta Grima
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