Possibilità di vaccinarsi per chi risiede fuori regione solo per la seconda dose, la prima infatti non è somministrabile se non in casi eccezionali, quando si soggiorna per almeno tre mesi fuori dalla propria residenza. Il chiarimento arriva alla luce di dubbi e lamentele da parte di alcuni cittadini che, venuti nel periodo di vacanza nel Salento speravano di poter ottenere la prima dose del vaccino, anche se residenti lontano dalla Puglia.
E’ accaduto ad una donna di origine leccese che vive e lavora da anni a Roma e che giovedì mattina intorno alle 11.00, trovandosi nel capoluogo salentino per vacanza, aveva deciso di portare il figlio minorenne all’Hub per sottoporlo alla prima dose del vaccino.
Così – come si legge nel post della sua pagina facebook – dopo aver preso informazioni, consultato il papà, compilato moduli vari tra deleghe e altro, la madre accompagna il figlio all’Hub del museo “Castromediano” di Lecce. L’idea della donna era quella di riuscire a completare il ciclo vaccinale in tempo per la scuola, visto che sarebbe tornata operativa a Roma solo il 10 settembre a ridosso delle lezioni.
Dopo una fila di quasi un’ora e aver compilato documenti ulteriori con l’aiuto del personale di supporto, che a dire della donna ha potuto constatare che lei e suo figlio erano residenti a Roma, i due arrivano alla scrivania del medico di turno. Quest’ultimo rassicura quindi la signora sulla possibilità per il ragazzino di assumere il richiamo nella capitale ai 21 giorni. Solo a quel punto una giovane dottoressa che seguiva la pratica, parallelamente al medico che parlava con la donna, ha esclamato che la prima dose ai minori fuori regioni non si sarebbe potuta fare, per disposizione del direttore generale dell’Asl.
La donna resta é rimasta a quel punto interdetta perchè solo a fine iter è venuta a sapere la notizia, senza aver letto nulla in merito e senza essere stata fermata prima dal personale presente nell’Hub, Neppure il medico di turno aveva trovato alcunchè da ridire. Ragion per cui la signora ha chiesto chiarimenti alla dottoressa che invece era convinta delle affermazioni, senza però dare ulteriori spiegazioni.
La meraviglia della donna é stata dettata anche dal fatto che nella sua regione di residenza, il Lazio, é previsto un iter apposito per la prenotazione di 2a dose, dopo 1a assunta altrove, prevedendo quindi che i cittadini possano ricevere la prima somministraione fuori dal Lazio. A Lecce invece la dottoressa in questione non è stata in grado di rispondere alla signora, alla quale non ha voluto fornire le sue generalità; ha invece invitato la cittadina con toni accesi, a rivolgersi a un’altra sua collega a scelta tra quelle presenti nell’Hub, come se cambiando medico sarebbe modificata una disposizione o come se tutto fosse in mano all’iniziativa del singolo vaccinatore.
La cosa triste non è la mancata somministrazione che pure ha un razionale, ma i modi con i quali la dottoressa ha adottato nel non comunicare al cittadino che chiedeva informazioni, ancor più triste se é un turista che ha evidentemente scelto il nostro Salento.
Dopodicchè visto che neppure il personale addetto ha saputo informare la cittadina, va detto che la Puglia permette di ricevere la seconda dose a chi viene da altre regioni, per consentire la vacanza senza il pensiero di dover rientrare per completare il ciclo vaccinale entro la data fissata per la somministrazione successiva. Visto che c’è una scadenza per la seconda dose, si cerca di assicurarla a chi si trova fuori. Oltre 10 mila turisti hanno così ricevuto la seconda dose nel Salento, come ci ha confermato il dottore Alberto Fedele, responsabile del dipartimento di prevenzione dell’Asl leccese. “Dosi che però piangiamo a discapito dei residenti pugliesi” – aggiunge lo stesso dottor Fedele. Ad oggi infatti non abbiamo ancora avuto un rimpiazzo di dosi per i locali.
Quanto alla prima dose, l’orientamento generale è quello di dare la precedenza ai cittadini pugliesi, anche perché come ci ha ribadito il dottor Fedele, non abbiamo avuto a fronte delle somministrazioni ai turisti un ristoro dal ministero della salute con una sorta di conguaglio di dosi con le altre regioni per le quali abbiamo garantito somministrazioni a chi è venuto in Puglia.
“Nè si può rischiare – ci ha detto Fedele – di aprire un turismo vaccinale per cui chi aspetta nella propria regione, può venire qui a trascorrere qualche giorno di vacanza per poi ricevere il vaccino. Non funziona così. Si parte da una base normativa in base alla quale il ciclo completo si ottinene se si soggiorna un periodo prolungato in una regione diversa da quella di residenza per motivi di studio, di lavoro o altro.”
Va detto anche che ci sono ancora regioni in Italia dove molti pugliesi che si trovano per lavoro, ma ancora residenti in Puglia come diversi docenti, non hanno ricevuto il vaccino nella regione dove prestano servizio, tanto da vedersi costretti a rientrare nella loro terra d’origine per ottenerlo. Oltre un migliaio di insegnanti si sono dovuti pagare due viaggi per essere vaccinati, perchè avendo la residenza in Puglia la Toscana, l’Emilia Romagna, la Lombardia, non li hanno vaccinati sebbene prestassero servizio nel loro territorio.
La Puglia invece ha garantito per motivi di lavoro e studio prima e seconda dose, risultando più tollerante di altri. Proprio per questo spiace poi leggere sul post della signora leccese arrivata da Roma, che la sua esperienza nell’Hub leccese é stata orribile per i modi bruschi e poco cortesi della giovane dottoressa, sopratutto perché la cittadina andava solo informata per tempo, magari già all’ingresso evitandole ore di attesa per poi mandarla via in malo modo.
Leave a Comment
Your email address will not be published. Required fields are marked with *