Squadre vaccinali: a settembre finalmente saranno pagate.

Squadre vaccinali: a settembre finalmente saranno pagate.

A fine settembre il personale che ha lavorato e sta lavorando negli hub vaccinali dovrebbe vedere finalmente qualcosa in busta paga. Almeno così avrebbe riferito il direttore generale ai rappresentanti sindacali nell’ultima riunione di agosto. Da quando è partita la campagna vaccinale a gennaio 2021, infermieri, amministrativi, medici, operatori socio sanitari, dipendenti vaccinatori, non hanno visto ancora un euro.

Il problema si sente sopratutto nell’Asl di Lecce da dove arrivano le lamentele da parte degli infermieri che sono sul piede di guerra e minacciano di fare ricorso al tribunale del lavoro, oltre a dichirarsi non più disponibili per ulteriori vaccinazioni per un’eventuale terza dose.

Nell’ultima delegazione trattante tenutasi l’11 agosto scorso, le organizzazioni sindacali hanno chiesto all’Asl la corresponsione delle somme previste, al personale coinvolto nel progetto obiettivo della campagna vaccinale anti Covid. In quell’occasione la direzione generale ha fatto presente che avrebbe dovuto effettuare una doppia simulazione dei costi: l’una secondo le previsioni del progetto obiettivo fissato dall’Asl sino al 30.06.2021 e che vanta un budget di circa 6.000.000 di euro, l’altra in base ai contenuti dell’accordo regionale arrivato sucessivamente sottoscritto con i sindacati, pari a circa 7.900.000 euro. Le simulazioni e tutta la ricognizione dell’attività degli hub che gli uffici Asl inseriranno in dei report ssarebbero stati quindi spediti a Bari per il nulla osta finale.

“Siamo in questa fase” – ci dice Antonio Piccinno della Cisl Lecce, che lamenta una gestione caotica del sistema retributivo per gli hub vaccinali. L’Asl ha nominato una commissione paritetica di controllo composta da un rappresentante per sigla sindacale con il compito di controllare e monitorare tutto il lavoro del personale vaccinatore. Ci sono retribuzioni allettanti e più volte è stato segnalato dall Cisl e dalle altre sigle una mancata rotazione del personale, con l’arruolamento sempre delle stesse persone. Da qui la necessità di un maggior controllo per contrastare il fenomneo che nei mesi si è comunque ridimensioanto, dopo essere stato segnalato alla direzione Asl.

“Tuttavia la commissione paritetica – aggiunge Piccinno – non solo è stata nominata a fine campagna vaccinale, ovvero appena due mesi fa, ma non si è ancora insediata in attesa della convocazione da parte del direttore generale.” Stando così le cose il sindacalista della Cisl fa notare che l’eventuale operato della commissione non avrà molta valenza, se non quella di prendere atto solo post di tutto quanto poteva essere verificato durante il lavoro e non quando ormai non é più possibile apportare eventuali correttivi.

Per una corretta retribuzione Piccinno fa notare che servirebbe un’esatta ricognzione e capire se e perché c’è stato personale che ha effettuato in modo assiduo prestazioni aggiuntive nel progetto obiettivo vaccinazioni, a fronte di altri dipendenti che ne hanno eseguito poco o niente nonostante abbiano comunicato la disponibilità.

Oltretutto la commissione paritetica avrebbe dovuto monitorare la squadra di ogni equipe vaccinale anche in base ai vaccini effettivamente somministrati in tutti gli hub e capire perché in alcuni si contano 100 vaccinazioni effettuate e in un altro 50, pur avendo entrambi gli hub lo stesso personale. “Anche questo – conclude Piccinno – dovrebbe essere valutato al fine di una corretta erogazione delle somme.”

Da Bari però Franco Perrone segretario regionale della Fsi – Usae ci dà notizia che l’Asl avrebbe inviato agli uffici regionali i report di ricognizione e che entro questo mese dovrebbero arrivare le somme tanto attese.
La conferma arriva anche dalla Cgil, per voce di Floriano Polimneo segretario provinciale che aggiunge che tutto dovrebbe essere definito come prestazioni aggiuntive retribuite con fondi esclusivamente regionali.

Dal primo gennaio al 31 giugno – chiarisce Polimneo – si procederà a pagare il lavoro sotto il codice 49 corrispondente a prestazioni aggiuntive. L’Asl avrebbe dovuto mandare entro il 6 settembre scorso tutti i report con le timbrature di ciascun dipendente sino a giugno 2021 e la Regione avrebbe già predisposto le somme destinate. A tal fine la Puglia avrebbe ricevuto dallo Stato 30 milioni di euro da ripartire per ogni asl.

Alcuni distretti erano partiti prima saldando i dipendenti che avevano fatto il rientro, “ma poi – ci spiega Polimeno – Rollo ha fermato ogni cosa perché tutto deve partire simultaneamente in un sistema centralizzato evitando che ogni singolo distretto abbia una diversa tempistica e gestione. Il pagamento deve essere centralizzato e regionale.” Se quindi gli uffici regionali sono veloci e non trovano troppi intoppi dovrebbero avviare i pagamenti entro settembre proprio come si era impegnato Vito Montanro, direttore del dipartimento regionale della salute.

Roberta Grima
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