Il primo della Puglia, l’ospedale di comunità di Nardò è stato inaugurato ieri pomeriggio dal presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, così come apparso sulla stampa locale. Quindici posti letto da utilizzare per le persone con malattie croniche, che non richiedono un vero e proprio ricovero ospedaliero, piuttosto un’assistenza continuativa e lunga nel tempo, persone che se ricoverate in un ospedale rischierebbero di tenere occupati letti per troppo tempo, senza lasciare posti liberi per chi presenta situazioni più gravi e critiche. La struttura neretina invece è destinata a coloro che pur avendo una o più patologie, sono stabilizzati, ma non potendo essere assistiti a casa, possono trovare la giusta collocazione e assistenza in un presidio territoriale proprio come quello di Nardò.
Il governatore è apparso soddisfatto, ha tenuto a sottolineare come quella che tante volte è stata tacciata come chiusura dell’ospedale, sia in realtà un diverso utilizzo del presidio, per cui non c’é alcuna chiusura di alcun nosocomio, piuttosto ci saranno ospedali per ricoveri brevi, ovvero per le patologie acute, più gravi, per cui una volta superato il momento critico per la persona, questa poi viene dimessa, e strutture dove invece la degenza è lunga perché si tratta di casi cronici e non acuti.
A Nardò dunque sono stati modificati i servizi in funzione della nuova missione che l’ospedale neretino deve avere, alla luce di leggi “che – ha detto Emiliano – non mi sono inventato io, ma sono norme del governo nazionale che piacciono a tutti: movimento 5 stelle, pd, lega. Noi abbiamo applicato le regole e stilato il piano di riordino ospedaliero. Tra l’altro questo è un presidio che ha tutti i servizi necessari, adeguati al suo ruolo, motivo per cui è attivo un pronto soccorso territoriale più che ospedaliero, ovvero un punto di primo soccorso dove possono essere affrontati i casi meno gravi, che invece devono essere seguiti nei veri e propri pronto soccorso negli ospedali per acuti.”
Il taglio del nastro ha però lasciato non poche perplessità nelle menti di chi, nell’ospedale neretino ci lavora da anni e vive ogni giorno il quotidiano di quella struttura. Emiliano – ha detto qualche operatore sanitario – é venuto qui un giorno appena, non conosce il lavoro che c’è nel presidio di comunità, dove di norma, dei 15 posti letto presenti, se ne occupano si e no due, tre, con personale in eseubero che fa turni anche di notte e festivi. uno spreco se si pensa che altrove c’è fame disperata di infermieri e oss e medici. Non sarebbe meglio ottimizzare spazi e uomini in maniera più razionale, per esempio concentrando in unico ambiente i letti e il personale, senza due servizi come quello neretino a pochi chilometri di distanza? A Copertino infatti c’è la lungodegenza che non è molto diversa da quello che offre Nardò con le 15 degenze.
Quanto a punto di primo intervento – continua qualche operatore sanitario neretino – é come dice Emiliano: funziona 24 ore al giorno, ma al presidente non hanno detto che il servizio è attivo dal lunedì al venerdì, nel week end resta chiuso, neanche le attività commerciali chiudono sabato e domenica. Infine un’altra riflessione da fare è sull’assenza di una radiologia nel “Sambiasi”, per cui quand’anche arrivissa un caso meno grave, ma che richiede un’ecografia o una lastra, il paziente viene “spedito” altrove. Che senso ha allora inaugurare questo presidio territoriale con 15 degenze, senza una radiologia, con un primo soccorso che nel week end chiude e dove però ci sono medici, infermieri e oss che hanno tanto tempo che non sanno come impiegare perché c’è un solo anziano come accaduto sino a pochi giorni prima della visita del governatore?
L’auspicio è che questo servizio venga sfruttao al massimo delle sue potenzialità, altrimnti si rischia l’ennesimo spreco di risorse umane e di soldi pubblici ed Emiliano ha detto in un’intervista che l’ospedale di comunità, come quello neretino, evitando ricoveri inappropriati nei nosocomi veri e propri per acuti, farà risparmiare fiumi di denaro.