Al via i lavori del tunnel “Fazzi” – Dea

Al via i lavori del tunnel “Fazzi” – Dea

Partono i lavori per il tunnel di collegamento dall’ospedale leccese al Dea. L’asl ha già comunicato la deviazione del percorso per arrivare al pronto soccorso del “Vito Fazzi”, che si potrà raggiungere dall’accesso del Dea e lasciare invece l’area del pronto soccorso del “Fazzi” chiusa, per consentire l’opera.

I lavori del tunnel erano stati già avviati mesi addietro, poi le opere sono state interrotte per consentire il passaggio delle ambulanze che nel periodo di emergenza non si poteva interrompere. Si è fatto in tempo solo ad aprire la strada per arrivare dall’ospedale direttamente al Dea.

Nuovo percorso per il pronto soccorso
Adesso si riprende e nel frattempo il direttore di presidio Giampiero Frassanito ha comunicato l’intenzione di fare un’ulteriore segnaletica per l’attuale accesso al pronto soccorso del “Fazzi”, che proprio a partire da oggi, si potrà raggiungere entrando dal Dea e girando dietro l’edificio.

Nei giorni scorsi si sono visti nei pressi del Dea, camioncini di ditte da dove hanno scaricato materiale vario. Gli operai della ditta Carbotti, azienda che ha vinto l’appalto, hanno già ristrutturato prima dell’emergenza Covid, il solaio dell’ex ufficio del medico del lavoro che presentava cedimenti, proprio nell’area sottostante la direzione medica del “Fazzi” e che corrisponde a quella che sarà l’origine del tunnel.

Un’opera che richiede tre mesi di lavoro
Le opere di realizzazione della galleria di collegamento doveva cominciare il 3 febbraio scorso, dopo la firma del contratto con la ditta Carbotti, stipulato il 24 gennaio 2020 per un importo di 244.551,26 euro con un ribasso a base d’asta del 15,50%. le opere di realizazione sarebbero dovute terminare il 12 maggio, come risulta dal verbale di inizio lavori, comprendendo anche gli oneri per la sicurezza per un ammontare di 8.586,56 euro.

Una fuga di elio ?
Non sappiamo se i lavori saranno soltanto quelli relativi al tunnel o sono previsti altri interventi, prima di trasferire gradualemnte i vari reparti di emergenza destinati al Dea. Qualche giorno fa infatti é stato notato il bitume fresco lungo la strada che separa i due plessi ospedalieri, come se si fosse intervenuto nella parte sottostante.

Così nei giorni scorsi è stata vista una serie di bombole proprio davanti l’entrata posteriore del dipartimento di emergenza. Dal colore dell’ogiva delle bombole sembra si tratti di anidride carbonica (con l’ogiva di colore grigio) di solito usata per interventi come laparoscopia e endoscopia digestiva, bombole di protossido d’azoto (ogiva blu), gas questo utilizzato per l’anestesia e l’analgesia e un gas infiammabile (ogiva rossa).

Una fuga di elio ?
Qualcuno ha anche parlato di lavori relativi all’impianto di elio relativo alla risonanza magnetica del Dea, che sarebbe saltato, con una conseguente fuga di gas. Notizia smentita categoricamente da Rocco Palese, consulente della direzione dell’asl per l’attivazione e organizzazione del Dea.

I primi di luglio cominciano i trasferimenti dal “Fazzi” al Dea
In realtà quello che si sta facendo – ha detto Palese – è il continuo monitoraggio delle grandi macchine, una normale prassi, prima di poter attivare il Dea che dovrebbe vedere i trasferimenti dei reparti dal “Fazzi”, a partire da luglio.

Fine mese la proposta partità a Roma per l’ok
Tutto dipenderà dalla Regione che dovrà approvare la proposta presentata dalla direzione dell’asl leccese. Se accettata allora, la documentazione partità per l’approvazione del ministero a fine mese e solo dopo si metterà in moto il terzo piano con la cardiochirurgia, emodinamica, l’interventistica, il pronto soccorso che a breve dovrà già spostarsi, la radiologia che quindi dovrà avere le grandi macchine pronte e tarate all’uso, subito dopo ortopedia e chirurgia generale. Il quarto piano del Dea invece sarà allestito a zona Covid.

Il vero problmea, il personale
Resta da capire come distribuire il personale, che ad oggi rimane sempre lo stesso. Se è vero che dovrà trasferirsi parte dell’organico dei singoli reparti per garantire l’emergenza nel Dea, é altrettanto vero che si dovrà continuare ad assicurare gli interventi di routine nel “Fazzi”. Si rischia di lavorare così con enorme fatica, perchè aumentano i servizi, ma i medici e infermieri rimangono sempre gli stessi.

La gestione obiettivamente non é semplice, ma l’asl sta lavorando a ritmo serrato, se non ci saranno intoppi, i nostri medici, infermieri, oss, potranno finalmente lavorare in ambienti nuovi, con strumentazione di altissima tecnologia, si spera possano poggiare su un gigante dalle basi solide.

Roberta Grima
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