Ambulanza ferma per sanificazione, insulti al 118 giunto dopo 26Km

Ambulanza ferma per sanificazione, insulti al 118 giunto dopo 26Km

Un’aggressione a chi lavora in prima linea con rischi e disagi enormi. E’ accaduto tre giorni fa, quando quasi un’intera comunità, quella di Taurisano, si è ribellata urlando contro l’equipaggio 118 dell’ambulanza. Il mezzo era partito da Poggiardo, una corsa contro il tempo, per 26 chilometri dietro segnalazione giunta in centrale, per un caso di un uomo che si era impiccato. Una tragedia che ha lasciato sconvolto un paese. Quando l’ambulanza è giunta sul posto, l’equipaggio ha rischiato un vero e proprio linciaggio: urla, umiliazioni, minacce. Se non fosse stato per la presenza delle forze dell’ordine, infermiere e soccorritore avrebbero rischiato di diventare vittime della rabbia della gente, soprattutto dei parenti dell’uomo, che, avendo constatato l’assenza del medico, sono andati fuori di senno. C’era anche chi pretendeva nome e cognome di chi era in servizio al 118.

All’arrivo dell’ambulanza, l’equipaggio ha trovato gente che tentava di rianimare l’uomo, che in realtà pochi minuti dopo dal gesto era deceduto. Di solito la morte per impiccagione è istantanea, i presenti però, hanno sperato di riportarlo in vita con un massaggio cardiaco, ma quando hanno visto la squadra del 118, si sono resi conto che mancava ancora l’auto medica, giunta venti minuti dopo. Nel frattempo infermiere e soccorritore hanno comunque fatto un tentativo per rianimare l’uomo tra urla e minacce della gente, convinta che un’ambulanza più vicina forse avrebbe fatto la differenza.

Il mezzo di soccorso é arrivato da Poggiardo in 16 minuti, non sappiamo se l’esito sarebbe stato lo stesso se ad intervenire fosse stato un equipaggio di una postazione 118 più vicina. Di questo resta convinta tanta gente di Taurisano. Una cosa però è certa: i medici del 118 sono pochi da tempo oramai e devono coprire un’area molto vasta con i tempi che servono per raggiungere una località. Le ambulanze, anche se si trovano in postazioni vicine, sono spesso ferme per ore, causa sanificazione.

Nel caso specifico, alcuni mezzi di soccorso erano impegnate su altri eventi, altre si trovavano a Lecce per essere sanificate, dopo un trasporto di un paziente Covid. L’ambulanza più vicina a Taursiano, quando è avvenuta la tragedia, era in quel momento a 28 chilometri di distanza.

Anche questo é il Covid. Un’emergenza sanitaria che fa risalire a galla annosi problemi per cui si muore non solo per il Corona virus, ma anche per altre emergenze.

Abbiamo già scritto dei disagi enormi che ha il personale e di conseguenza i cittadini, per le ambulanze ferme in coda per la bonifica. Serve evidentmeente qualche sede di sanificazione in più oltre Lecce e Galatina, servono dei sanificatori in più, che evidentemente non ci sono o forse non si possono utilizzare per carenza di personale, come apparso su qualche organo di stampa. Eppure la SanitàService, proprio negli ultimi mesi, ha assunto diverse figure in vista proprio dell’emergenza Covid.

“Così si lavora male – dice un soccorritore – forse bisgona rivedere l’organizzazione dell’intero sistema di emergenza, non si può tutte le volte subire vessazioni, umiliazioni. C’é chi alla fine arriva demotivato e sale la voglia di mollare tutto. Ci si stanca, ogni gionro lavoriamo sotto pressione e carichi di tensione, oltre a quella naturale che comporta il carico di responsabilità che abbiamo, nel fare il nostro lavoro.

Roberta Grima
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