Con determina 125 del 26 maggio, la Regione Puglia revoca alla residenza sanitaria di Soleto La Fontanella, l’autorizzazione a funzionare. Chiude così la struttura per gravi e reiterate inadempienze. Mancanze tali – si legge nel documento – da mettere in pericolo la salute dei cittadini, peggio ancora gli anziani ammalati, persone più fragili.
La ISA srl, società titolare della residenza, ha tempo dieci giorni per presentare eventuali controdeduzioni, nel frattempo l’azienda sanitaria di Lecce, avrà il compito di preoccuparsi degli anziani residenti nel La Fontanella e che dovranno essere trasferiti in un altro centro idoneo, come stabilito dall’ufficio regionale.
Anziani sporchi dei loro stessi escrementi
E’ l’epilogo sottoscritto dalla dirigente del servizio regionale di strategie e governo dell’assistenza alle persone in condizioni di fragilità, dottoressa Elena Memeo, dopo una relazione choc scritta dal medico asl Silverio Marchello che, il 25 marzo sera fu incaricato dal direttore dell’asl Rollo, a effettuare un sopralluogo che fece assieme al dottor Mattia Marchello. Quello che si legge nella relazione del medico è impressionante: “anziani trovati a terra, sporchi dei loro stessi escrementi, madidi di urine stantie e maleodoroanti, visibilmente disidratati, affamati, alcuni di loro presentavano piaghe da decubito non trattate da diversi giorni. Ancor peggiore la situazione degli anziani affetti da patologie neuropsichiatriche in evidente stato di agitazione motoria.”
In pericolo la salute e la vita degli anziani, senza farmaci
Una situazione che faceva pensare al totale abbandono degli anziani da parte del personale della struttura, che come scritto in un’ordinanza del 25 marzo del sindaco di Soleto, pervenuta anche questa agli uffici regionali, racconta di un centro totalmente privo di addetti all’assistenza necessaria per gli ospiti, sia dal punto di vista dell’igiene della persona che dal punto di vista terapeutico, con la mancanza di somministrazione di farmaci. Aspetto confermato anche nella relazione del medico. Tenuto conto – come dichiarato dal primo cittadino – che molti di quei pazienti richiedevano assistenza continua per le patologie delle quali erano affetti, con somministrazione puntale dei medicinali, nel la Fontanella si è messo in grave pericolo di salute e di vita gli anziani ospiti della struttura stessa.
Era la fine di marzo, il 25 per l’esattezza, in piene emergenza Covid-19 e di lì a poco viene individuato un focolaio proprio nella RSA che conterà 31 pazienti positivi al virus, 3 negativi e 10 in attesa di tampone. I numeri poi saliranno e purtroppo si modificheranno con i 21 decessi.
Non si sa chi sono gli ammalati anziani a cui dare i farmaci
Il documento regionale riporta quanto ricostruito e riferito anche dal direttore del SISP (servizio igiene, sicurezza, prevenzione) dell’asl deputato all’esecuzione dei tamponi anti Covid. “Il 21 marzo – si legge nella relazione del dirigente asl – venne contattata l’amministratrice del la Fontenella che era fuori sede, per acquisire l’elenco degli ospiti presenti nella strttura. Le notizie però che la direttrice riporta sono frammentarie, trasmesse a più riprese,” quello che l’asl riesce a sapere è solo il numero ma non le generalità degli anziani e dei 66 operatori sanitari dipendenti della RSA. Non solo, ma nel sopralluogo dei medici del SISP, fatto il 26 marzo, gli stessi non avrebbero avuto le condizioni per effettuare i tamponi ai pazienti, per difficoltà logistiche. “Sacchi ricolmi di rifiuti speciali ancora aperti nella hall della RSA, non garantivano agli addetti di eseguire i prelievi in sicurezza. Nell’ingresso erano presenti anche i carelli con i pasti ancora da servire, mentre il telefono del centralino squillava all’impazzata, per le tante richieste evidentemente da parte degli anziani nelle stanze.” Una situazione che dà l’idea di una fuga vera e propria da aprte di chi era presente, come se avesse lasciato tutto in mezzo senza più ritornare.
Condizioni igieniche totalmente assenti quindi, non solo nei confronti degli anziani lì presenti, ma anche degli stessi spazi.”Pavimenti sporchi, bagni senza cartaigienica nè asciugamani, indumenti sporchi sparsi dappertutto, letti con lenzuola e materassi sporchi di escrementi. In alcune stanze poi – è scritto nella relazione del dottor Marchello – c’erano farmaci non blisterati difficili da riconoscerne come principio attivo, non si era nelle condizioni di capire a chi bisognava somministrare e cosa.
E’ sufficiente anche solo quest’ultimo aspetto per la Regione, per motivare la decisione di chiudere la RSA.
Resta ancora da chiarire – è scritto nella determina regionale – se, in riferimento allo sviluppo del focalio Covid-19 – ci siano eventuali responsabilità civile e penale, imputabili alla società ISA srl, per mancato rispetto delle disposizioni nazionali e regionali emanate in materia di prevenzione e gestione dell’emergenza Covid.
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