Centraline che non funzionano, soccorritori che mancano, postazioni in affanno. Il 118 nel Salento arranca anche in pandemia, quando dovrebbe essere potenziato, risulta invece sprovvisto non solo di personale, ma anche di attrezzature per intervenire in caso di infarto. E’ questo é il problema più urgente da risolvere.
Da anni in Puglia è attiva la rete Ima (infarto del miocardio acuto), con ottimi risultati. Si tratta di un sistema di telemedicina, tale per cui in caso di infarto o sospetto tale, il personale 118 può effettuare l’elettrocardiogramma alla persona e mandarlo in tempo reale, direttamente al cardiologo di turno. C’è sempre uno specialista collegato che si trova al policlinico di Bari, pronto per fare in tempo reale la diagnosi sulla traccia cardiaca che arriva dall’ambulanza. Se viene accertato l’infarto, lo stesso cardiologo attiva il percorso veloce, ovvero il trasferimento immediato in una delle due emodinamiche di riferimento, ovvero: nel “Vito Fazzi” e nella “Città di Lecce”, che nel frattempo vengono allertate per farsi trovare sempre pronte. Si bypassa l’accesso al pronto soccorso e il vantaggio é quello di guadagnare tempo, velocizzando l’ingresso del paziente nel reparto e salvargli la vita. Ciò grazie alla telecardiologia che consente di collegare le centraline in dotazione alle ambulanze, che ricavano la traccia dell’elettrocardiogramma, con la centrale cardiologica dove é sempre reperibile lo specialista e che sa quale delle due emodinamiche salentine, è in quel momento operativa.
Da due mesi e mezzo però, ci sono mezzi di soccorso che hanno la strumentazione in avaria. Addirittura sarebbero una quindicina le postazioni 118 sprovviste di centraline funzionanti, il che significa che anche riuscendo a fare l’Ecg (elettrocardiogramma) al paziente con altra attrezzatura in dotazione, non si è però in grado di inviare l’esame in tempo reale allo specialista e far attivare così il percorso veloce salva vita (percorso Hub).
Le alternative quindi per il personale 118 sono due: chiamare la centrale operativa perché individui un’ambulanza attrezzata di centralina funzionante, che possa arrivare sul posto oppure trasferire il paziente come da prassi nel pronto soccorso del “Vito Fazzi”, che però non sa quale delle due emodinamiche in quel momento è operativa. Il personale del pronto soccorso dell’ospedale dovrà prendere in carico la persona, fare diagnosi e trovare la disponibilità nel reparto che non é detto sia l’emodinamica del “Vito Fazzi”. In questo caso dovrà partire nuovamente il mezzo di soccorso e arrivare alla clinica “Città di Lecce”. Ad ogni modo sia se si aspetta l’ambulanza attrezzata, sia che si trasferisca il paziente all’ospedale, il tempo perso non è poco e può diventare fatale per chi é in pericolo di vita. L’infarto infatti, è una delle emergenze temporali che richiedono risposte entro un brevissimo lasso di tempo, per evitare il decesso o nella migliore delle ipotesi, conseguenze che possono rendere la persona gravemente disabile.
Il problema è che a sentire alcuni operatori del 118, le continue sanificazioni a causa del Covid avrebbero usurato le fruste delle apparecchiature. Si tratta dei cavi che dalla centralina, vengono collegati agli elettrodi posizionati poi sul torace del paziente, con dolore toracico. Questi cavi molto spesso non danno la traccia corretta, registrando invece quelli che in gergo vengono chiamati artefatti, ossia degli errori. La traccia dell’elettrocardiogramma é per il cardiologo illegibile, come come mostra il segretario Fimmg Lecce emergenza, dottor Grecolini
Una situazione quella in cui operano medici, infermieri e soccorritori rischiosa per cittadini e per gli stessi operatori sanitari, esposti a responsabilità penali non indifferenti. “Parliamo di perdita di tempo importanti” – dice un medico – “Basti pensare – aggiunge il dottor Grecolini, segretario provinciale della Fimmg Lecce emergenza – che noi riusciamo, grazie alla rete Ima, a trasportare il paziente con infarto in modo tale da essere nella sala emodinamica massimo in mezz’ora, se non meno.” Ciò grazie al protocollo della rete Ima che prevede che un elettrocardiogramma sia letto in tempo reale dal cardiologo, che a sua volta, in caso di infarto, allerta la centrale operativa. Quest’ultima individua quindi l’emodinamica disponibile e dà direttive alla squadra in ambulanza su dove dirigersi. Il tutto nel giro di pochissimi minuti.
“Con la strumentazione guasta e mal funzionante – riferisce un operatore 118 – abbiamo ritardi anche di mezz’ora, un’ora, dipende anche da dove arriva il mezzo attrezzato che la centrale operativa manda a supporto, sottraendola su un eventuale evento verificatosi. Il problema si fa sentire soprattutto nei giorni festivi e nelle ore notturne, quando ad essere reperibile è soltanto un’emodinamica. Se però non è attivo il percorso Ima, l’ambulanza non sa dove deve andare.
Sulla vicenda abbiamo sentito il direttore dell’area patrimonio dell’Asl Lecce Cosimo Dimastrogiovanni. Il responsabile ci ha confermato che in effetti sono tante le richieste di acquisto di centraline e cavi, pervenute sulla sua scrivania, tanto da farlo insospettire che ci sia stato dello spreco da parte di qualcuno.
Ad ogni modo si cerca di rispondere a tutti – ci ha detto – senza lasciare sguarnito il servizio di emergenza. Mentre nell’area patrimonio vogliono vederci chiaro, ci sono ambulanze che da due mesi e mezzo viaggiano senza attrezzatura d’emergenza Ima.
Dimastrogiovanni tuttavia, ha assicurato che proprio oggi saranno aperte le buste relative alle proposte di acquisto del materiale necessario. Si sta provvedendo alla fornitura di cavi e di carta per stampare documentazione medico – sanitaria, carente anche questa sui mezzi di soccorso. L’acquisto verrà gestito su somministrazione per tre anni. Intanto ieri il direttore del patrimonio ha scritto una nota all’ufficio Stpa (servizio territoriale di prevenzione aziendale), in cui segnala come il problema dell’usura dei cavi o delle stesse centraline, sia dovuto probabilmente all’azione eccessivamente aggressiva del prodotto impiegato da Sanità Service, per la sanificazione dei mezzi. Dimastrogiovanni quindi aspetta che l’ufficio preposto indichi un prodotto alternativo, anche perché, come ci riferisce il manager, la situazione attuale sta producendo un aumento dei costi di materiale, soprattutto per quanto riguarda i cavi degli elettrocardiografi e le barelle.
Leave a Comment
Your email address will not be published. Required fields are marked with *