Il vecchietto, dove lo metto…

Il vecchietto, dove lo metto…

Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un medico dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, che dopo essere stato chiamato in consulenza nel pronto soccorso, scrive quello che ha visto attorno a sè:

“Stipati come sardine, con un foglio attaccato ai piedi del lettino o della barella con il proprio nome e cognome. Nessuna distanza di sicurezza, inutile dirlo, ma, ancor più grave, nessuna dignità.

La barella, su cui giaceva da tante, troppe ore, una povera signora con gli occhi pieni di lacrime e rantolante, non aveva nemmeno i freni ed a stento riusciva a contenere la donna il cui arto sinistro penzolava, quasi cianotico, attraverso le sbarre.

Un’altra chiedeva sommessamente, di essere aiutata dopo l’ennesima scarica di melena, mentre i pochissimi affaticati infermieri ed gli OSS presenti, si affaccendavano tra una richiesta e l’altra degli altrettanto insufficienti ed affannati medici. Questi ultimi, sia di vecchia esperienza che neo assunti, esprimevano tra sconforto, delusione e rassegnazione, l’unanime desiderio di completare quanto prima il proprio turno di lavoro, per allontanarsi da quel luogo in cui ogni giorno viene loro sottratta energia vitale e viene spento ogni entusiasmo residuo per una professione così nobile.”

La signora con la melena veniva ovviamente cambiata lì, in una stanza dove erano presenti altri pazienti, maschi e femmine, nessuna privacy, nonostante la buona volontà del personale

In quelle grandi stanze dove i pazienti restano anche giorni in attesa di un ricovero e dove si continua a violare qualsiasi norma sulla prevenzione del contagio Covid, basterebbe posizionare degli economici paravento in plexiglass e delle banali tende per creare dei box individuali, più sicuri, più confortevoli, ciascuno dotato di una barella decente, adeguata alle manovre urgenti, dove attendere il proprio turno, essere soccorsi e soprattutto poter soffrire, essere denudati o persino morire, senza spettatori indesiderati…

Decoro e dignità…
Basterebbero un infermiere ed un OSS dedicati esclusivamente alla stanza delle osservazioni brevi, due infermieri ed un OSS alla bonifica, un infermiere ed un OSS per ciascuno medico. Basterebbe un’organizzazione, ordine, rispetto ed efficienza, percorsi di presa in carico lineari, sicurezza per operatori e utenti.

Basterebbero fatti, non parole, come diceva una vecchia pubblicità…basterebbe volerlo….senza telecamere….

Ecco, ieri mi sono ancora una volta vergognata, ho fatto mie le lacrime, spero involontarie, di quella anziana signora, confortata dalla mano guantata di un giovane infermiere che le ha regalato una carezza ed ha sollevato anche me…”

In questa lettera c’é tutto lo sconcerto, la vergogna e la tristezza che un medico ha provato durante la sua guardia, uno spaccato di cosa in questi gionri si vive nei nostri ospedali, che rende forse più di ogni altra denuncia

Roberta Grima
ADMINISTRATOR
PROFILE

Leave a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked with *