In arrivo altri positivi da fuori, pronti nuovi posti letto nel Dea

In arrivo altri positivi da fuori, pronti nuovi posti letto nel Dea

Potrebbero arrivare questa notte o al massimo domani mattina presto, altri pazienti positivi da fuori provincia, per essere ricoverati a Lecce. Proprio per questo sembra che l’asl abbia dato mandato di attivare subito il quarto piano del Dea per per accogliere i pazienti.

Si stava aspettando ad aprire il quarto piano oramai pronto, perché mancava il montaggio dei lavabi con sistema a cellula fotoelettrica, per evitare qualsiasi contatto, che dovrebbero arrivare vened’. L’aumento dei contagi però ha fatto anticipre l’apertura con una richiesta urgente arrivata dai nosocomi di altre provincie, per cui Lecce dovrà aprire il reparto così come attualmente si trova. Si lavora giorno e notte comunque, su più livelli: medici, infermieri, oss, tecnici, amministrativi.

Va detto che il quarto piano del Dea, era destinato in origine alla stroke unite, ovvero un reparto per le emergenze neurologiche, attrezzato comunque e dotato di posti di terapia intensiva. Anche se da adattare a reparto covid, la stroke unite ha comunque una buona base di partenza per poter essere adattato al ricovero di pazienti affetti da Corona virus.

Oramai il “Fazzi” come già detto è saturo, così come la terapia intensiva del Dea. A Galatina invece dove si potrebbe e dovrebbe attrezzare una terapia intensiva, mancano gli anestesisti. Nelle more che venga completato il rustico che si trova alle spalle del plesso centrale, da adibire a rianimazione /terapia intensiva, ci sarebbe tutta l’ala della ex cardiologia da poter organizzare facilmente per persone con complicanze da Covid che richiedono la respirazione artificiale, ma come detto il problema é il personale che non arriva.

Problema che potrebbe verificarsi anche nel Dea a Lecce, dove in queste ore si dovrebbero attrezzare otto posti letto al quarto piano di terapia intensiva, con un numero di anestesisti che resta sempre quello del “Fazzi” suddiviso sui due plessi ospedalieri e che potrebbe essere insufficiente.

Intanto si sta pensando di organizzare i posti letto post Covid, dove collocare i pazienti ricoverati a Lecce che stanno guarendo. Dimettendo queste persone su una struttura post Covid, si liberano letti in ospedale al “Fazzi” o al Dea, da destinare a chi è in condizioni critiche.

Si è infatti già effettuato un sopralluogo nell’ospedale di San Cesario, nella centrale di ossigeno in particolare, proprio perché la struttura dovrebbe riprendere la sua funzione di ricevere quei pazienti che stanno uscendo dal Covid, non più in gravi condizioni, che non richiedono quindi un ricovero vero e proprio in ospedale, ma che non possono ancora tornare a casa perchè sono comunque da tenere sotto osservazione. Nel frattempo c’è chi propone da più parti di riattivare gli gli ospedali riconvertiti. Oggi il primario del pronto soccorso del “Vito Fazzi” Silvano Fracella, ha suggerito attraverso l’emittente salentina Telerama, di riaprire gli ospedali dismessi, per tutte quelle persone positive in fase di guarigione o in condizioni non gravi, in modo da tenere liberi i letti degli infettivi e della terapia intensiva di Lecce e del Dea per chi sta peggio.

Qualche giorno prima c’è stata una proposta simile da parte di Giovanni D’Ambra sindcalista della federazione Cisal sanità di Lecce. Il sindacalista scrive un post sulla pagina facebook ,con un appello al presidente Emiliano perchè riapra tutti gli ospedali dismessi della Puglia, per poter recuperare finalmente i posti letto necessari a sufficienza e magari trovando anche il modo di garantire le prestazioni di routine oggi a rilento o sospese.

Roberta Grima
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