Intervento innovativo a Lecce dove si è ricostruita l’intera aorta

Intervento innovativo a Lecce dove si è ricostruita l’intera aorta

Un’aorta tutta nuova si può dire, restituita ad un uomo di 78 anni, in un’ unica operazione, grazie alle innovative protesi “ibrida”. E’ il risultato raggiunto dopo l’intervento eseguito dall’equipe della cardiochirurgia del “Vito Fazzi” di Lecce, guidata dal responsabile dottor Salvatore Zaccaria, supportato dal Dr. Antonio Scotto, dal Dr. Stefano D’Alessandro, dalla Dr.ssa Federica Mangia e dal gruppo dei cardiochirurghi. Dieci ore in sala operatoria per ricostruire al paziente gran parte dell’aorta lacerata, il vaso principale che porta il sangue ossigenato agli altri organi del corpo.

Quando l’aorta si lacera, il rischio che si rompa é altissimo e con esso la morte in tempi rapidi per emorragia. L’uomo era stato già operato nel 2019 dai cardiochirurghi con un intervento salvavita, a causa di un aneurisma alla radice aortica e all’arco aortico. A distanza di anni, ha accusato dilatazioni in più parti del grande vaso: sulla parte superiore, ma anche nella zona discendente, con lacerazioni e gravi rischi emorragici. Non solo, ma – come spiega il dottor Zaccaria – il paziente presentava anche un mal funzionamento della valvola cardiaca oramai dilatata, per cui il sangue ossigenato che di norma fuoriesce dal ventricolo tramite proprio la valvola aortica, per irrorare i vari organi, erroneamente rientrava nellos tesso ventricolo.

L’operazione é stata molto complessa, non solo perchè si é dovuto intervenire su un’aorta già operata dove i tessuti erano cicatrizzati e quindi più fragili e maggiormente esposti a possibili rotture, ma i medici hanno dovuto ricostruire gran parte dell’aorta: dalla radice, all’arco che presentava delle lacerazioni, alla valvola sino all’area discendente anch’essa in parte lacerata per una dissecazione. I cardiochirurghi hanno dovuto impiantare delle protesi innovativa, alle quale poi sono state collegate le coronarie che di norma nascono dall’aorta ascendente per nutrire i tessuti di sangue ossigenato.

La cardiochirurgia di Lecce è il primo centro del sud Italia ad aver utilizzato una protesi di nuova concezione, il secondo in Italia dopo Brescia, consentendo di cambiare tutta l’aorta, rimpiantando alla protesi anche quei vasi, le carotidi, che portano il sangue al cervello, con reimpianto delle arterie coronarie e dei tronchi arteriosi che portano il sangue alla testa e alle braccia, garantendo naturalmente la perfusione sanguigna agli organi durante l’intervento.
Invece quindi di fare più sedute come sarebbe avvenuto con l’uso di protesi tradizionali, per riparare le varie sezioni dell’aorta, é stato eseguito un solo intervento.

Tutto ciò è stato possibile anche grazie alla collaborazione del gruppo dei cardioanestesisti coordinati dal Dr.Luigi De Razza, dei tecnici perfusionisti (impegnati nella perfusione dei vari organi durante l’intervento) e degli infermieri di sala operatoria e terapia intensiva coordinati dalla Dr.ssa Agnese De Melechì.
Un lavoro di équipe fondamentale per cui il paziente, grazie anche alle cure degli infermieri, dei fisioterapisti e dei medici cardiochirurghi e cardiologi, che gestiscono il reparto di degenza di cardiochirurgia, è stato dimesso in ottime condizioni generali.

Questo operazione si aggiunge ai numerosi interventi che vengono eseguiti dalla squadra di cardiochirurgia, soprattutto in urgenza ed emergenza, utilizzando le tecniche più moderne e sofisticate tra cui le riparazioni (plastiche) e le sostituzioni delle valvole cardiache e dell’aorta con tecniche mini-invasive, in particolare della valvola mitrale (che viene riparata o sostituita con incisioni di 4-5 cm), sempre in collaborazione con l’emodinamica e la cardiologia del “Fazzi” e degli altri centri cardiologici pugliesi.

Roberta Grima
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