In riferimento all’articolo pubblicato il 16 giugno, relativo alla donna operata di tumore all’utero due anni fa e in difficoltà ad ottenere una risonanza all’encefalo entro i 10 giorni dalla prescrizione della ricetta, il direttore del distretto di riferimento, Oronzo Borgia, dell’area neretina, precisa che dopo un colloquio con la paziente, é venuto a conoscenza che nella ricetta, era si indicata la priorità dei 10 giorni, ma non non c’era nulla che potesse motivare l’operatore del Cup di Nardò, ad attivare il percorso preferenziale per malati oncologici e dare quindi alla donna la prestazione in tempi rapidi.
“Nella ricetta – scrive in una nota Borgia – é scritto “RM cervello + tronco encefalico senza mdc” così come formulata – aggiunge il direttore del dipartimento – non era tale da attivare, presso il CUP, il percorso per il paziente oncologico previsto nei casi con sospetta diagnosi o in follow up per patologia oncologica. Resta tuttavia il fatto che la signora nella ricetta aveva un’indicazione medica da eseguire entro 10 giorni e che l’asl salentina non ha potuto rispettare i tempi. A questo Borgia risponde che alla data in cui la signora si è presentata, non era ancora attivo il servizio per l’abbattimento delle liste di attesa che prevede che, quando l’azienda sanitaria non è in grado di rispondere ai cittadini nei tempi richiesti, provveda a sedute straordinarie, chiamando in tempi brevi il cittadino perché possa sottoporsi alla prestazione medica nella tempistica richiesta. Questo non è stato fatto alla signora perché non era ancora attivato il servizio. Sarà proprio quest’ultima procedura che permetterà alla donna, di avere gli esami richiesti, grazie ad una presa in carico da parte di un tutor dell’Asl, che si preoccuperà di far eseguire gli esami nel tempo dovuto, evitando alla signora di rivolgersi privatamente e pagare di tasca propria.
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