L’Asl pubblicizza la chirurgia leccese

L’Asl pubblicizza la chirurgia leccese

Numeri importanti quelli registrati in appena due mesi di attività dalla chirurgia generale del “Vito Fazzi”, numeri che vengono riportati nello spazio pubblicitario che Repubblica ha dedicato all’Asl leccese, almeno così sembra guardando la pubblicazione apparsa su Repubblica di ieri.

Forse non era necessario pagare uno spazio pubblicitario, visto che l’Asl può vantare un primario chirurgo, il dottor MarcellO Spampinato, con notevoli capacità, esperienza e formazione, per cui la sua attività parla da sè, senza ricorrere a sponsorizzazione come fosse un prodotto di mercato
Sarebbe stato forse più serio o opportuno da far sapere ai cittadini, il numero degli interventi effettuati, quanti con esito positivo e quanti no o quanti con complicanze, per dare un quadro più credibile, come meriterebbe il professiosnita e la sua equipe.

Nella pagina pubblicitaria di Repubblica, vengono invece snocciolati gli interventi che il neo primario ha eseguito: 192 operazioni, delle quali 82 per malattie tumorali, tra queste sono soprattutto i tumori al pancreas, quelli che il dottor Spampinato ha eseguito.
E’ un primo bilancio che conta circa il 43 per cento delle operazioni eseguite, come interventi oncologici, alzando quindi l’attività operatoria per i pazienti che di prassi andavano a curare il tumore fuori regione.

L’Asl punta quindi a promuovere meritatamente la chirurgia del “Fazzi” e lo fa evidenziando che tutti gli interventi sono stati eseguiti durante il perido estivo, quando solitamente si registra un calo dell’attività per la riduzione di personale andato in ferie. Ciò che quindi dovrebbe essere la norma, diventa una notizia, ma resta il fatto comunque che la chirurgia finalmmente “macina” e le sale operatorie vengono utilizzate a tempo pieno dalla mattina alla sera.

Tuttavia va detto che i chirurghi continuano a lavorare su cinque sale operatorie anzicchè sette, due infatti sono in fase di ristrutturazione oramai completata, perchè mancherebbero solo le porte, ma da sette anni quasi, non si consegnano.
Un mese fa circa, c’è stata una riunione tra la direzione dell’Asl, l’ufficio tecnico e il rappresentante della ditta dei lavori, per decidere il da farsi, ma il direttore Narracci alla nsotra richiesta, non ha voluto riferire il contenuto di quell’incontro, perchè – ci ha detto – non aveva nulla da dire e non vi era nulla di deciso. In verità dal verbale sembrerebbe che una scelta sia stata presa: chiudere ogni rapporto con la ditta che ha svolto la ristrutturazione del blocco operatorio.

Nel frattempo i medici lavorano alacramente, per smaltire le liste di attesa, sopratutto per quanto riguarda i tumori epato-pancreatici: 22 interventi totali, dei quali, fa sapere l’Asl, 18 al pancreas. Numeri che parlano di un buon lavoro che si sta facendo e che – a dire dell’Asl – pone la chirurgia leccese ai livelli dei centri nazionali specializzati che di norma vantano un numero che oscilla tra i 30 e i 50 interventi annui. Questo significa poter dare risposte ai pazienti oncologici, che potranno trovare un servizio di alta professionalità nel proprio ospedale.

Bisogna però dirla tutta: non sempre i pazienti con tumore epatico sono operabili, esistono tecniche meno invasive, come la termoablazione, che in alcune circostanze sono indicate rispetto alla chirurgia, tecniche che l’Asl potrebbe offrire ai cittadini, come servizio parallelo all’attività chirurgica, per completare l’offerta sanitaria, senza costi aggiuntivi, visto che in tutto il territorio salentino, c’è un medico che esegue la metodica, ma all’ospedale di Lecce non c’è posto per lui.

L’Asl tuuttavia sottolinea che l’attività della chirurgia leccese, non è limitata solo agli interventi oncologici del fegato e pancreas, ma anche del colon-retto, nei due mesi estivi appena trascorsi, sono state operate 30 persone tutte in laparoscopia, mediante tecnica in 3D e con il supporto della fluorescenza del colorante, che consente una migliore visibilità e quindi maggiore precisione, ciò significa, in termini di ricadute sul paziente, riduzione delle complicanze e recupero post operatorio più rapido, con un abbattimento delle giornate di degenza e quindi dei costi anche di ricovero di circa il 50%.

Con il trasferimento del dipartimento di emergenza e accettazione (DEA) del “Vito Fazzi” nel nuovo polo ospedaliero, cosa che sarà immediata – a quanto fa sapere l’Asl – la direzione dell’azienda sanitaria prevede un ulteriore potenziamento delle attività chirurgiche, con l’acquisizione di un sitema multidisciplianre di chirurgia robotica.

Roberta Grima
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