Precisiamo che la foto dell’anziano a terra, pubblicata precedentemente e ora eliminata, é stata fatta nell’ospedale di Copertino e non nella RSA “La Fontanella”. Pertanto ci scusiamo con la RSA per eventuali mal interpretazioni.
Sono stati ricoverati già due pazienti provenienti dalla RSA “La Fontanella” di Soleto, nell’ospedale post-Covid di Copertino. L’azienda sanitaria vuole che si svuoti la RSA a costo anche di ricoveri discutibili, visto che si tratta di pazienti positivi al virus e come tali dovrebbero trovarsi in ospedale Covid, che la stessa Asl ha individuato, daccordo con la Regione Puglia, nel Dea.
Si perché la cosa poco comprensibile é che il 19/03/2020 la stessa direzione generale dell’Asl propone alla Regione Puglia il Dea come ospedale Covid, perché poi fa trasportare pazienti positivi al Corona virus altrove visto che era pronto ?
Nella determina regionale del 20/03/2020, i dirigenti Mauro Nicastro e Vito Carbone, rispettivamente del dipartimento del servizio accreditamento e qualità e del dipartimento del servizio stretegia e governo dell’assistenza ospedaliera, scrivono che con una pec del 19/03/2020, la direzione generale dell’Asl Lecce, trasmette una nota protocollata, informando che nell’ambito del “Vito Fazzi” era stato realizzato il padiglione Dea, nel quale trasferire alcuni reparti e attivarne dei nuovi. Viene riportato il parere positivo espresso dalla Regione che così, vista la relazione favorevole del dipartimento di prevenzione sui criteri per l’accreditamento, accetta che il Dea sia adibito a ospedale Covid.
Invece l’Asl decide di portare alcuni dei 27 anziani della struttura di Soleto, la maggior parte dei quali sarebbero positivi al virus, nell’ospedale “San Giuseppe” di Copertino, che invece è attrezzato e organizzato per assistere persone in fase di guarigione dal Covid-19 e non all’inizio della malattia ceh invece dovrebbero trovarsi nel Dea.
Le stesse indicazioni regionali sulla rete Covid della Puglia, distinguono ospedali Covid, da post-Covid, chiarendo i differenti ruoli e la diversa tipologia di pazienti, che naturalemne richiede attrezzature e dispsotivi di protezione per il personale, diversa.
Copertino non solo non è attrezzata come il Dea, non avendo per esempio una terapia intensiva, ma non ha quelle protezioni che servono agli operatori in caso di assistenza ai pazienti positivi al Corona virus. I pazienti del “La Fontanella”, diversamente da coloro che sono ricoverati al”San Giuseppe”, non sono stati già controllati da un reparto di malattie infettive di un ospedale Covid. Copertino infatti, come centro post – Covid, riceve pazienti per trasferimento da altri ospedali Covid: il Dea, le malattie infettive di Galatina e Lecce, che dopo aver avuto la persona ammalata almeno una settimana, dopo averla quindi stabilizzata, solo allora trasferiscono il paziente a Copertino per continaure il percorso di cura e guarigione.
Nel caso della RSA “La Fontanella”, gli anziani non sono stati osservati, esaminati e ricoverati per sette giorni almeno, in uno dei centri previsti, ma vengono spostati direttamente positivi al virus, dalla RSA di Soleto a Copertino. “Il “San Giuseppe” – scrive in un comunicato urgente Vincenzo Gentile segretario provinciale della FIALS, al direttore generale dell’Asl Rollo – non può accogliere pazienti che richiedono un’assistenza diversa.”
Anche se non sono in gravi condizioni e comunque è da verificare – fa intendere il sindacalista – Copertino non sarebbe comunque il posto giusto, perchè si tratta di anziani con problemi di demenza e altre patologie che comunque non possono essere trattati a Copertino perchè mancano attualmente i servizi specifici.
Il “San Giuseppe” dopo la chiusura e la sua bonifica ha riaperto sotto nuova veste, quella di centro post-Covid.
Va sottolienato, che il ricovero di questi anziani positivi al Covid, metterebbe in serio rischio gli operatori sanitari, sprovvisti dei dispositivi di protezione per il corona virus, nelle forme iniziali della malattia. Le protezioni che hanno sono idonee alla fase terminale e di guarigione, non per la fase iniziale che può essere più aggressiva.
“Non vorremmo – conclude Gentile – che si ripetesse di nuovo un secondo focolaio come abbiamo già visto purtroppo a Copertino.”
Sulla stessa linea anche Franco Perrone, segretario della FSI – USAE. “Alcuni pazienti del “La Fontanella”,sono più da ricoverare nelle strutture psichiatriche che in un centro post – Covid. Molti anziani del “La Fontanella”, sono affetti da demenza, da patologie neurologiche, oggi un uomo é stato trovato steso a terra”, a conferma che sono persone che hanno bisogno di figure diverse da quelle che lavorano al “San Giuseppe”. La soluzione immediata di Perrone è quella di aprire a Copertino stesso il reparto di geriatria o lungodegenza con personale dedicato. Per cui prima che i disagi assumano dimensioni esagerate, Perrone invita l’Asl a rivedere la decisone individuando luoghi più appropriati.
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