Sono attivi da ieri i primi 20 posti letto per pazienti Covid in via di guarigione, nell’ospedale “A. Galateo” di San Cesario. Nella struttura saranno curati i pazienti ancora positivi, che hanno superato la fase più grave della malattia e sono in via di miglioramento.
Per poter rispondere efficacemente all’acuirsi dell’emergenza sanitaria e per supportare i reparti Covid di pneumologia del Dea, di malattie infettive sia del “Fazzi” che dell’ospedale di Galatina, la asl Lecce fa sapere tramite comunicato stampa, di aver attivato il primo modulo per post acuti nel plesso di San Cesario, che potrà accogliere fino a 60 posti letto complessivi.
I familiari dei pazienti ricoverati, possono chiamare lo 0832 215464 (dalle 9 alle 11 e dalle 15 alle 17) per la consegna di vestiario pulito e di effetti personali dei propri cari.
Nel frattempo si lavora negli altri ospedali Covid: Dea e Galatina. Il primo é dedicato alle forme più gravi anche perché la struttura è attrezzata di rianimazione, che é quella che serve in caso di complicanze, oltre ad avere i vari reparti del “Vito Fazzi” vicini, qualora dovesse essere necessaria una consulenza da parte di un cardiologo o di uno pneumologo e infettivologo.
Sappiamo però che nella rianimazione del Dea si potrebbero attivare altre 8 degenze, se così fosse, accanto ai letti servono sopratutto medici e infermieri. Già adesso nella rianimazione Dea, si contano una ventina di degenti, seguiti da otto rianimatori a turno, sono medici che lavoravano prima nella rianimazione del “Vito Fazzi”, dove comunque resta parte della squadra, per garantire tutte le altre attività dell’ospedale no Covid. Se quindi si attiveranno altre degenze, sarebbe opportuno aumentare anche il numero di medici e infermieri. Il rischio é di tirare una coperta troppo corta. Sulla stampa abbiamo infatti letto che per dare supporto alla squadra dei rianimatori del Dea, il primario della rianimazione di Lecce, ha pensato di accorpare la rinaimazione del “Fazzi” con la cardioanestesia, in modo da avere nel “Fazzi un cardio anestesista e un rianimatore per i pazienti no Covid, liberando un secondo rianimatore/anestesista per dare supporto alla rianimazione Covid del Dea. Di fatto però c’é chi ritiene che il cardioanestesista che segue i degenti dell’utic (unità terapia intensiva cardiologica),non possa sempre assistere i pazienti della rianimazione, motivo per cui di fatto la sostituzione del rianimatore con un cardioanestesista, per spsotarlo al Dea, non avrebbe risolto grancché.
C’é da dire che l’asl ha bandito un concorso per assumere 10 medici specializzati in anestesia e rianimazione, il punto é che il bando é stato adottato il 18 novembre scorso e servono i tempi necessari, tenuto conto che la prova pratica e orala verrà espletata il 2 dicembre prossimo. Forse se si fosse agito prima i rpearti sarebbero già più pronti.
Come quelli dell’ospedale di Galatina, che l’estate trascorsa é stato individuato dalla Regione Puglia, come ospedale Covid, a patto che si attivi la rianimazione con 12 posti letto. “in realtà – dice Floriano Polimeno segretario provinciale della CGIL – da quando é stato attivato come struttura Covid, il “Santa Caterina Novella”, continua a lavorare senza rianimazione, servizio indispensabile per le complicanze da Corona virus. Oggi – continua Polimeno – se un paziente si aggrava – cosa già avvenuta – deve essere immediatamente trasferito alla rianimazione del Dea.”
Eppure i rianimatori e anestesisti ci sono a Galatina, non solo, ma lavorano solo su consulenza, senza fare i turni nei reprti Covid come gli infettivi e la medicina.”Purtroppo a Galatina – ha detto Polimeno – c’è un cortocircuito decisionale. C’é il dottor Musca come responsbaile clinico dei percorsi, il dottore De Maria che resta direttore sanitario dell’ospedale e il dottor Catamo, nominato responsbaile delle direttive della direzione strategica dell’asl. Tre figure decisionali diverse, a gestire una situazione che oggi é per certi versi -dice Polimeno – é stantia, perchè sono stati chiusi di fatto dei reparti no Covid, bloccati gli ambulatori, con personale sanitario e infermieristico fermo, mentre altrove serve un supporto nell’organico. Nel padiglione “De Maria” per esempio, ci sono reparti che stanno letteralmente scoppiando.” Il segretario provinciale della CGIL considerata la situazione, si é visto costretto a presentare una segnalazione di criticità allo Spesal dell’asl proprio per le condizioni estreme in cui il personale si trova a dover lavorare.
Nel frattempo proprio ieri pomeriggio sappiamo che c’è stata una lunga riunione tra i vertici dell’asl e i responsabili di reparti e ospedale galatinese. Dalla riunione sarebbe emersa l’idea di potenziare gli infettivi con altri posti letto, portandoli a 50. Anche in questo caso però, non bastano i letti per far fronte all’emergenza Corona virus, servono medici e infemrieri che non possono essere sempre gli stessi.
C’é da dire che l’asl ha avviato un concorso per due infettivologi, ma anche questa volta la delibera é stata adottata appena il 13 novembre scorso e servono i tempi necessari, prima dell’assunzione.
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