Per i malati oncologici di Taranto, radioterapia in trasferta e code sotto il sole

Per i malati oncologici di Taranto, radioterapia in trasferta e code sotto il sole

Il 40% dei pazienti oncologici di Taranto, dovrà fara la radioterapia o al “Miulli” di Acquaviva delle Fonti o al “Perrino” di Brindisi oppure al “Fazzi” di Lecce. La ragione di questo disagio non indifferrente, é l’avvio dei lavori del servizio di tomoterapia e del funzionamnto generale di tutta la radiologia oncologica dell’ospedale “Moscati “di Taranto. Qui – come precisa il primario del reparto, Giovanni Silvano – è attiva per adesso solo un’apparecchiatura, in attesa del rinnovo dell’altra strumentazione.

Solo urgenze, ricoveri e alcuni casi programmabili
Attualmente quindi nell’ospedale tarantino, vengono presi in carico solo i casi più urgenti, i pazienti ricoverati e quelle persone che motivi seri e gravi non possono spostarsi, compresi il fattore dell’età avanzata o le condizioni di salute. Infine – si legge nel comunicato stampa – vengono trattati quei casi che, pur non essendo urgenti, sono comunque da programmare.

L’indignazione di Fitto
“Una vergogna – fa sapere l’onorevole Raffaele Fitto – stento a crederci – dice indignato, dopo aver letto la notizia e appreso che quasi la metà dei pazienti oncologici, sono dirottati ad Acquaviva Delle fonti o a Brindisi o a Lecce, per sottoporsi alla radioterapia, nonostante siano trascorsi 122 giorni da quando l’ospedale ha dimesso l’ultimo paziente Covid.”

Ad agosto due i macchinari in funzione
Attualmente, i trattamenti standard nel “Moscati” si estendono fino al 20 agosto, mentre a breve gli addetti collauderanno la nuova tomoterapia, portando così a due le apparecchiature operative per il mese di agosto, anche se la nuova strumentzione richiederà un minimo di tempo necessario per entrare a pieno regime di sicurezza.

Anche le file sotto il sole
Ma non é solo la trasferta a cui sono costretti molti pazienti a creare disagio. Ci sono anche le lunghe code sotto il sole, che denuncia il consigliere regionale Perrini di Fratelli di Italia. File di persone fragili, ammalate che con il caldo torrido di questi giorni si trovano a dover attendere oltremisura. “Persino un bambino avrebbe dovuto capire che dopo la quarantena e il blocco delle tante prestazioni ordinarie, si sarebbero accumulate le richieste vecchie con quelle nuove. Ci si aspettava quindi – aggiunge Perrini – che gli esperti che lavorano in Regione avessero organizzato come smaltire e gestire le numerose prenotazioni da parte dei cittadini.”

100 Chilometri per smaltire quello che il “Moscati” non riesce a eludere
“Nei giorni -ricorda Perrini – scorsi ho proposto di far lavorare anche nei giorni festivi gli ambulatori ospedalieri. Uno sforzo (anche a livello economico per gli straordinari) per un momento particolarmente difficile, e, invece, scopro che la soluzione trovata è dirottare i pazienti oncologici al “Fazzi” di Lecce per le terapie oncologiche, visto che il Moscati non è in grado di smaltire tutte le richieste. Io non so se chi dà queste disposizioni ha mai avuto a che fare con la malattia direttamente o indirettamente: costringerli a fare un centinaio di km è semplicemente inumano. Qualcuno ne dovrebbe rispondere, a iniziare dalla propria coscienza”

Roberta Grima
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