Una bomba ecologica proprio a ridosso dell’ospedale leccese “Vito Fazzi” , lì dove vengono parcheggiate le ambulanze. Si tratta dell’area di fronte alla camera mortuaria, dove sorge la palazzina della centrale operativa del servizio di trasporto secondario e dove da 30 anni giace indisturbato un inceneritore non utilizzato, con grossi elementi in amianto al suo interno.
La denuncia arriva da Franco Perrone – segretario provinciale della FSI – USAE, che scrive una nota ai vertici asl per segnalare tra le gravi condizioni in cui si trovano le ambulanze del trasporto secondario. Queste infatti, sostano in mezzo ad una sorta di discarica, tra rifiuti pericolosi che dovrebbero essere smaltiti nei luoghi appositi, proprio per tutelare la salute pubblica. Il paradosso invece, vuole che proprio nell’area adiacente la palazzina, si trovi una un’isola ecologica dove vengono scaricate tutte le flebo, comprese quelle oncologiche e altri rifiuti ospedalieri.
Stesse ambulanze per vivi e morti, senza alcuna disinfestazione
“A peggiorare la situazione – aggiunge Franco Perrone – ci sono due ambulanze dedicate al trasporto delle salme, che fungono anche per trasporto di pazienti oncologici, senza subire alcuna procedura di sanificazione o protezione per i pazienti in chemio o radioterapia. Situazione grave e rischiosa perchè chi è immunodepresso può in simili condizioni, contrarre facilmente infezioni gravi. Tanto più – aggiunge il sindacalista – che le persone decedute e provenienti proprio dal reparto di malattie infettive, vengono trasportate nella camera mortuaria con le ambulanze in questione, senza essere disinfettate. I pazienti deceduti però , che muoiono ne reparto di malattie infettive, potrebbero seguire un percorso interno – dichiara Perrone – visto che si trovano nella stessa palazzina della camera mortuaria.”
Estintori non a norma
C’é anche il problema degli estintori all’interno di ogni ambulanza e dentro lo stesso edificio del trasporto ospedaliero. Ebbene, si tratta di estintori non a norma, perché scaduti otto anni fa. Fuori legge anche il collegamento che carica elettricamente le batterie del vano sanitario di ciascun ambulanza. Mancano infine i bagni per il personale e quei requisti minimi ai quali – conclude il sindacalista della FSI – USAE – è necessario adeguarsi.
I requisiti strutturali
Servono – fa sapere Perrone – spazi appositi per il personale in attesa dell’ambulanza per il trasporto ospedaliero, come ambienti per depositare la biancheria pulita da tenere separata da quella sporca, un magazzino/farmacia. Occorre un luogo dove poter lavare e disinfettare le ambulanze. Così come i mezzi operativi dovrebbero – evidenzia Perrone – sostare in uno spazio collegato rapidamente con la viabilità.
Requisiti tecnici
Serve un collegamento telefonico tra il trasporto ospedaliero e la centrale operativa 118, tramite linea riservata. Un sistema radio con una durata minima di sei ore.
Perrone chiede quindi alla direzione asl, di risanare la palazzina del trasporto ospedaliero e l’area dove sostano le ambulanze, trovando contestualmente una zona più idonea al servizio.
Turni pesanti e carenza di autisti
Non meno importante è la situazione del personale del servizio. In particolare Perrone riferisce di una mala organizzazione dei turni, con un cambio giornaliero, l’assegnazione delle ferie d’ufficio, il superamento delle ore previste, senza il dovuto riposo successivo e senza il riconoscimento delle ore extra di lavoro. Tutto ciò è facilitato dalla carenza di organico, che conta solo su tre autisti di ambulanze per turno, che dovrebbero – secondo Perrone – essere portati almeno a sei. In questo modo – conclude il sindacalista – si garantirebbe una turnazione corretta.
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