Rischio infarto, ambulanze senza attrezzature per la telecardiologia. A breve il materiale nuovo

Rischio infarto, ambulanze senza attrezzature per la telecardiologia. A breve il materiale nuovo

Una querelle che dovrebbe essersi risolta, quella delle centraline cardioline per effettuare gli elettrocardiogrammi in ambulanza e mandarli direttamente al cardiologo per essere letti in tempo reale, guadagnando minuti preziosi per chi è in pericolo di vita a causa di un infarto.

Già il 12 maggio scorso avevamo denunciatola grave situazione che regna oramai da oltre tre mesi sui mezzi del 118 dell’Asl salentina, che da anni ha attivato la rete Ima: un servizio di telemedicina che ha raggiunto ottimi risultati nella prevenzione dell’infarto del miocardio, evitando decessi o gravi disabilità, proprio grazie all’intervento tempestivo organizzato con la telemedicina e la strumentazione adatta.

A sentire il personale 118, i cavi che collegano gli elettrodi posizionati sul torace del paziente, alla centralina in grado di mandare la traccia cardiaca allo specialista che si trova in ospedale, si sarebbero usurati probabilmente per l’azione aggressiva del prodotto sanificante che viene impiegato nei mezzi di soccorso. Il risutlato è che gli elettrocardiogrammi non vengono tracciati correttamente e non possono essere spediti al cardiologo del policlinico di Bari che legge in tempo reale il tracciato e fare quindi una diagnosi tempestiva, con le indicazioni del caso.

L’effetto di questa situazione é la perdita di tempo prezioso su un’emergenza temporale, la squadra 118 sprovvista di attrezzatura è perciò costretta ad allertare la centrale operativa quando si trova dinnanzi un caso di infarto o sospetto tale, perché mandi sul posto un altro mezzo di soccorso attrezzato. Cosa non facile perchè sarebbero una quindicina le ambulanze sprovviste di cavi funzionanti. In alternativa i medici del 118 rinunciano alla telemedicina e trasportano d’urgenza il paziente all’ospedale attrezzato di emodinamica o il “Vito Fazzi” o “Città di Lecce”, senza sapere quale delle due é operativa, cosa che invece con l’attivazione della rete Ima (infarto del miocardio acuto), si riesce a sapere. Ciò significa che si va a fortuna: se il paziente arriva nell’ospedale dove l’emodinamica è operativa, allora dopo l’accesso al pronto soccorso, viene preso in carico; altrimenti si effettua un secondo trasporto lì dove l’emodinamica é in attività. In tutti i casi anche nella migliore delle ipotesi, il tempo perso è sempre troppo.

La rete Ima consente infatti di bypassare anche l’accesso al pronto soccoso, accellerando i tempi e di arrivare nella sala operatoria di emodinamica nel giro di mezz’ora da quando viene prelevato il paziente.

A Maggio scorso il direttore dell’ufficio patrimonio dell’Asl, Cosimo Dimastrogiovanni, ci aveva assicurato che di lì a breve, avrebbe aperto le buste relative alle ditte partecipanti alla gara d’appalto per l’affidamento della fornitura dei cavi, per una durata di tre anni.

Ad oggi però – ci riferisce Dario Cagnazzo della Uil – non é si è ancora provveduto all’acquisto del materiale e questo perchè – come ci riferisce Dimastrogiovanni – c’è stata una querelle tra le ditte, risoltasi pochi giorni fa con il parere del Consiglio di Stato che dovrebbe consentire nel giro di poco, il rifornimento alla ditta aggiudicatrice l’appalto. Domani intano il direttore Dimastrogiovanni sarà in grado dal suo ufficio di dare tempi e quantitativi esatti.

Roberta Grima
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