Sanità chiusa per ferie, rischia di finire in procura anche il servizio prelievi di Lecce

Sanità chiusa per ferie, rischia di finire in procura anche il servizio prelievi di Lecce

La riduzione dei posti letto per i malati oncologici nell’ospedale di Gallipoli, che ha portato il medico Serravezza a presentare un esposto alla procura della repubblica, non sarebbe l’unico caso di interruzione di un servizio sanitario essenziale, un altro infatti rischia di finire sulla scrivania dei magistrati leccesi, ed è quello relativo all’accesso al servizio prelievo per i malati post trapianto.

Da Tricase sino al Policlinico di Bari, compreso l’ospedale di Taranto, esiste un solo laboratorio analisi in grado di valutare la quantità nel sangue di micofenolato, farmaco salvavita per i trapiantati di organo. Si tratta del laboratorio leccese Pignatelli, struttura privata che, dal 10 al 26 agosto, è rimasto chiuso per ferie, lasciando gli utenti che avevano bisogno di un esame, senza alternativa. Nè l’asl, ente che paga a Pignatelli il servizio diagnostico, si é preoccupata per tempo di tutelare i pazienti. L’azienda sanitaria infatti, paga una convenzione al laboratorio leccese, che dovrebbe colmare una lacuna della sanità pubblica, erogando quelle prestazioni che l’Asl non é in grado di assicurare. Di fatto però, il privato non sostituisce il pubblico, nel momento in cui sospende il servizio assistenziale per cui è pagato, mettendo in difficoltà pazienti in gravi condizioni di salute.

Ne sa qualcosa un uomo di Gallipoli trapiantato di fegato che, pochi giorni prima di ferragosto, si era sottoposto ad una visita di controllo presso l’ospedale di Galatina, dalla quale è emersa la necessità di eseguire un prelievo per controllare la concentrazione di micofenolato nel sangue. La quantità del farmaco infatti, risultava troppo bassa, tale per cui faceva pensare ad un rischio concreto di un rigetto dell’organo, con la perdita del fegato trapiantato. I tempi per eseguire l’esame, sarebbero dovuti essere brevi, entro due, tre giorni, ma la risposta del territorio invece è stata di una settimana per l’esame, e di altri 10 giorni per ottenere il risultato, dovendo individuare un messo disponibile a portare il campione di sangue del paziente, dall’ospedale al laboratorio e viceversa. Tempi che nei centri trapianti organizzati, si aggirano di norma ad un paio di giorni, anche se fa eccezione il Policlinico di Bari, non avendo neanche la possibilità di eseguire l’esame di micofenolato.

Neanche la soluzione di spedire il campione di sangue fuori regione, in strutture più efficienti, é fattibile. Anche in questo caso l’Asl leccese, non sarebbe attrezzata di un dispositivo per la corretta refrigerazione del sangue, che deve essere mantenuto alla stessa temperatura lungo tutto il tragitto. L’azienda sanitaria dovrebbe prima acquistare la attrezzatura a Napoli, il centro più vicino, e poi spedire il campione, i tempi si allungherebbero ulteriormente per chi invece non po’ aspettare, rischiando di perdere l’organo trapiantato. Dal laboratorio del “Vito Fazzi”, fanno sapere che già da tempo é stata fatta richiesta all’Asl, per acquistare uno spettofotometro, strumento necessario per l’esame sul micofenolato, ma sin’ora l’azienda sanitaria ha preferito delegare tutto al privato.

Roberta Grima
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