Un’odissea quella che sta vivendo una donna di Copertino, che da novembre soffre per un’infiammazione al nervo sciatico a causa di alcune ernie. La signora era seguita sino a due mesi fa dai medici della terapia del dolore dell’ospedale “San Giuseppe” di Copertino. A causa del Covid, il servizio é stato chiuso e nessuno sembra si sia preoccupato di informare i pazienti dell’alternativa eventuale.
Non è un caso isolato
Così la paziente si è ritrovata da un giorno all’altro senza più un riferimento per gestire il dolore che la tormenta da mesi e come altri, ha cominciato a girare per il territorio senza ancora avere una risposta. Abbiamo già raccontato il caso della suocera della signora Stefania, anche lei paziente della terapia del dolore di Copertino e anche lei costretta a peregrinare oltre un mese in cerca di un’alternativa perchè potesse ottenre un intervento per inserire un elettrostimolatore.
A Lecce la terapia del dolore si potrebbe fare nella neurochirurgia
La donna di Copertino invece, dopo l’ultima terapia fatta a Copertino il 20 febbraio scorso, ha continuato con i farmaci prescritti al “San Giuseppe”, è andata avanti così tra morfina e antidolorifici, ma senza trovare alcun giovamento fino a quando è riuscita ad essere sottoposta a visita neurochirurgica presso il “Vito Fazzi” di Lecce. Era il 10 aprile, venerdì santo – ricorda la donna – e il medico in quell’occasione scarta l’ipotesi di un intervento chirurgico. Vista l’emergenza Covid e la chiusura della terapia del dolore al piano terra dell’ospedale, il neurochirurgo suggerisce alla signora di ripresentarsi con l’impegnativa urgente del medico di base, in reparto per effettuare una nuova cura visto che in reparto c’era e c’è l’anestesista che poteva eseguirla.
Manca la comunicazione all’interno di uno stesso reparto
Così quando la donna si ripresenta, trova l’infermiera che però le riferisce che il suo tipo di richiesta non poteva essere accettata, si sarebbe dovuta rivolgere al piano terra presso il servizio di terapia del dolore, dove però era tutto chiuso.
Da un ospedale all’altro
La donna così, accompagnata dalla figlia, si reca al cup che si trova all’ingresso dell’ospedale per avere maggiori informazioni e capire dove prenotare. Allo sportello la signora si sente dire che la richiesta sulla ricetta rossa non può essere accettata dal Cup e che sarebbe dovuta andare all’oncologico, dove viene garantita la terapia del dolore. Qui la signora trova un ospedale deserto, fino a quando bussa ad una porta del primo piano dove ad aprire c’è un’infermiera che le chiarisce che per la terapia antalgica, occorre la prenotazione oltre alla richiesta urgente del medico. Solo quando si ha la prenotazione viene infatti chiamato il medico che non è sempre disponibile.
Il medico non c’è e il cup che prenota evidentemente non lo sa
La prenotazione va fatta al cup di piazzetta Bottazzi dove si accettano le ricette rosse. Così dopo una fila estenuante, la donna riesce ad avere la prima disponibilità per il giorno seguente a Gallipoli, nel vecchio nosocomio in viale Marconi. Siamo al 16 aprile e il giorno seguente il figlio della donna lascia lo studio per accompagnare la madre a Gallipoli, prima che l’effetto della morfina finisca e non riesca più a muoversi. Arrivati però nell’ambulatorio, i due trovano l’amara sorpresa: l’infermiera li accoglie dicendo loro che il medico era assente per la legge 104. Sembra una beffa, ma é tutto vero, l’infermiera avrebbe chiamato la paziente per comunicarle a che ora si sarebbe dovuta presentare il giorno dopo.
Trovata l’alternativa a Copertino dopo un mese e mezzo
La mattina seguente finalmente la signora arriva dal medico, che consiglia l’intervento e in attesa di questo le prescrive la terapia da seguire facendo un’infiltrazione di analgesico. Nel frattempo la signora contatta il “Vito Fazzi” per capire se e quando è possibile sottoporsi all’operazione. Dal nosocomio leccese però le riferiscono che al momento gli anestesisti sono impegnati con gli interventi di elettrostimolatori e che a fine mese forse, ci sarebbero state delle novità.
… e l’odissea continua
Intanto la donna dopo la cura data dallo specialista trova sollievo ma a gionri alterni ieri – racconta avevo le lacrime per il dolore – La signora continua a soffrire e avrebbe bisogno di eseguire una risonanza magnetica che farà a Castrignano dei Greci e un’elettromiografia che al momento non è disponibile. Dovrà richiamare domani il cup, sperando di essere più fortunata.
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