Trasporto sanitario, odissea per autisti e pazienti. La ditta smentisce

Trasporto sanitario, odissea per autisti e pazienti. La ditta smentisce

Gomme scoppiate, mezzi a secco di carburante, pazienti a bordo senza aria condizionata, veicoli in panne. E’ la situazione annosa che più volte hanno denunciato i lavoratori della ditta Tundo, a discapito della sicurezza propria e di quella delle persone in dialisi e oncologiche che usufruiscono del servizio e che spesso si trovano a vivere loro malgrano, un’odissea insieme agli autisti che conducono i mezzi di trasporto dal domicilio dell’utente, al presidio ospedaliero o ambulatoriale.

Sino a pochi giorni fa un doblò della Tundo era fermo dal 3 luglio ad Alessano dove si era recato per accompagnare un utente. Poco più di un mese e il 9 agosto si ferma un altro mezzo alla stazione di benzina di Nociglia, mentre a Corigliano d’Otranto il 16 agosto scorso, un autista intento a prendere una persona, si é visto costretto a chiamare un collega per l’avaria del suo veicolo. Il secondo conducente ha dovuto prima accompagnare il paziente a casa e poi riprendere l’autista, mentre il veicolo fermo é rimasto a Corigliano sino all’altro giorno. “Gli effetti di questa situazione – ci spiegano i rappresentanti sindacali di Usb e Uil, nelle persone di Gianni Palazzo e Dario Cagnazzo, sono non soltanto i rischi per l’incolumità dell’autista e di chi é a bordo, ma anche i continui ritardi sulla tabella di marcia di persone che aspettano di essere trasportate nella struttura sanitaria di riferimento, per sottoporsi a visite, esami, terapie.

3 luglio mezzo fermo ad Alessano

9 agosto mezzo fermo stazione Nociglia

16 agosto doblò fermo a Corigliano

La situazione non migliora neanche con i mezzi sostitutitvi. “Ci sono dieci veicoli fermi da mesi a disposizione del personale in caso di avaria dei doblò in possesso” – aveva detto a IlGiornale.it l’ingegnere Enrico Tundo responsabile della ditta che eroga il trasporto per conto dell’Asl salentina.

A sentire però i rappresentanti sindacali, quella dei doblò è una vera e propria odissea: il 21 agosto scorso si é fermato un mezzo ritirato poi solo quattro giorni dopo. Nel frattempo all’autista rimasto in panne, é stato consegnato un doblò sostitutitvo che già all’accensione presentava delle anomalie. Sul quadro in effetti appariva al conducente la dicitura che indicava la manutenzione scaduta da 41.600 chilometri, così come un’altra scritta apparsa sempre sul quadro, recitava testualmente: “sistema di ritenuta, recarsi in officina”, indicando oltre a ciò anche l’usura della pastiglia dei freni.

Inoltre a dire dei lavoratori, il mezzo in questione era privo di aria condizionata e secondo quanto riportatoci dal rappresentante sindacala Dario Cagnazzo della Uil, aveva un un ammortizzatore scoppiato che non permetteva all’autista di superare i 70 km/h. Stando così le cose il doblò é stato rifiutato e in sostituzione di questo, che già doveva sostituire il veicolo rimasto fermo, è stato dato un secondo doblò che, inserita la chiave nel quadro, segnalava anomalie.

mezzo sostitutivo

sistema di ritenuta recarsi in officina

freni guasti

I lavoratori sono esasperati, i pazienti rassegnati alle ripetute attese come si vede dalla foto giuntaci in redazione che ritrae una donna davanti al centro dialisi di Otranto, mentre aspetta il doblò che non arriva.

Così mentre l’Asl proroga alla Tundo il contratto scaduto oramai quasi un anno fa, i rappresentanti sindacali minacciano un settembre caldo di proteste e presidi presso la direzione dell’azienda sanitaria, a partire già da domani i lavoratori – come ci dice Dario Cagnazzo – saranno sotto gli uffici della direzione di via Miglietta. Quello che chiedono tra le altre cose é che vengano corrisposte le somme dovute da anni e sopratutto condizioni di lavoro con un parco auto più sicuro.

Per Dario Cagnazzo non è affatto vero quanto sostenuto dall’ingegnere Tundo al IlGiornale.it che i mezzi sarebbero periodicamente controllati e sotto manutenzione, “i doblò non sono sicuri – ci dice – vanno rimessi a nuovo e ogni giorno lavoratori e pazienti rischiano sulle strade del Salento.” Così come non corrisponderebbe al vero secondo l’espondente della Uil l’accusa che sarebbe il personale a danneggiare le auto e a percorrere chilometri in più per ragioni personali. Non solo, ma il sindacalista aggiunge anche che nessuno vuole strumentalizzare la situazione per “sistemare” – come dice l’ingegnere Tundo – parenti o amici nella società partecipata dell’Asl SanitàService, dove dovrebbe essere già trasferito l’organico della ditta tramite l’internalizzazione. “A spostarsi non ci sarà nessuna new entry – ribadisce Cagnazzo – ma sarà lo stesso personale che attualmente è in servizio.”

Per Gianni Palazzo della Usb non si può più aspettare e il silenzio delle istituzioni è per il rappresentante sindacale, una mancata responsabilità per risolvere presto il problema dei lavoratori Tundo e degli utenti della Asl di Lecce. Palazzo ritiene indispensabile l’intervento deciso del più alto rappresentante del Governo sul territorio nella persona del Prefetto.

Nelle more poi del passaggio in Sanitaservice del servizio e dei dipendenti che i sindacalisti sollecitano, la Usb e la Uil chiedono al direttore generale della Asl leccese, di corrispondere per intero tutte le competenze economiche arretrate ai lavoratori, come previsto dalla normativa.

Roberta Grima
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