Un container davanti al 118

Un container davanti al 118

Hanno fatto celermente gli addetti e in 48 ore hanno messo su un triage proprio davanti alla palazzina delle malattie infettive di Galatina, vicino alla postazione 118. Per essere precisi si tratta di un’unità di diagnostica preventiva. “Un prefabbricato montato contro il parere del direttore di presidio Giuseppe De Maria – ha chiosato il rappresentante della UIL Dario Cagnazzo – soldi sprecati – dice – soprattutto se la costruzione, come mi é stato riferito dovrà essere rimossa.”

All’inaugurazione operatori con tute covid
“Il triage è stato inaugurato sabato, alla presenza del direttore generale dell’asl leccese Rodolfo Rollo. E’assurdo – aggiunge Cagnazzo- che dei dispositivi di protezione così preziosi, come le tute covid, vengano utilizzate per l’inaugurazione e poi magari quando servono o sono servite, non si trovano o si recuperano quelle non idonee. Temo che si tratti di un’operazione politica, più che di un’opera utile per davvero.” Non solo, ma il sindacalista della UIL solleva dubbi su quei dispositivi. “Spero che quelle tute indossate non fossero le stesse usate poco prima nella zona rossa, sarebbe grave perchè si tratterebbe di indumenti contaminati e portati all’ esterno tra i presenti quel giorno. Se invece le tute sono state messe dagli operatori per l’inaugurazione, allora si tratta di uno spreco.”

In due giorni sarebbero stati fatti i lavori per la base di cemento sulla quale poi è stata posizionata la struttura in lamiera, che con le temeprature estive, presto creerà un vero e proprio forno.

Per la CISL serve l’uscita libera per le ambulanze
Il container lungo circa 16 metri, ha suscitato perplessità anche da parte della CISL che, penna alla mano, ha scritto ai veritici dell’asl. “L’edificio – si legge nella nota – adibito a unità di diagnosi preventiva, copre l’intera area di uscita del personale 118 che si trova proprio di fronte.” Pertanto Fabio Orsini, segretario generale della CISL, scrive, insieme al suo coordinatore provinciale Antonio Piccinno, al responsbaule dello SPESAL (servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro) dell’asl, Giovanni De Filippis, al medico competente e al servizio di prevenzione e protezione, oltre al responsabile dell’area tecnica, ingegnere Daniele Prete. Orsini e piccino chiedono dunque di verificare le condizioni di agibilità, collaudo e le dovute autorizzazioni che avrebbero consentito tale costruzione, visto che la strttura darebbe non pochi disagi ai lavoratori del 118.

Mancherebbero distanze a norma
Orsini fa notare come il container, poichè realizzato proprio a filo del marciapiede davanti all’ingeesso del 118, impedirebe agli equipaggi di emergenza e urgenza, di avere lo spazio per preparare i mezzi di soccorso. Dallo stesso container inoltre, si notano fili e tubi che fuoriescono e che presumibilmente dovrebbero servire all’allaccio di condizionatori, le cui ventole dovrebbero probabilmente essere orientate verso porte e finestre degli ambienti del 118, il che significa che l’aria andrebbe diretta tutta contro gli ambienti del 118, che così dovranno necessariamente avere sempre porte e finestre chiuse.

Un’iniziativa lodevole – dicono dall’ospedale – quella di Confindustria che ha donato le risorse necessarie alla realizzazione di questa unità diagnostica preventiva, anche se andrebbe affinata, sopratutto andrebbero sistemati gli allacci impiantistici e stabiliti i collegamenti con il padiglione “De Maria” che si trova difronte. Con queste premesse l’iniziativa è senz’altro un aiuto in più alla palazzina degli infettivi, garantendo un maggiore isolamento. E’chiaro – aggiungono dall’ospedale – andrebbero fatti alcuni aggiustamenti, visto che il container é di quelli impiegati per le emergenze o calamità naturali: terremoti, alluvioni, situazioni in cui è previsto il minimo indispensabile e in effetti attualmente in quel cointainer c’è proprio l’essenziale: tre camere di degenza e due stanze per visitare le persone. E’ ovvio che questo va rivisto nell’ottica di un ospedale che ha già i suoi posti letto, ma che potrebbe sfruttare al meglio questa struttura donata.

Roberta Grima
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