Un tavolo regionale sull’autismo. E’ quello che serve subito per porre fine ai tanti e annosi disagi che lamentano e sopportono le famiglie di persone con disturbo dello spettro autistico. A chiederlo sono le stesse famiglie e associazioni, che questa mattina sono state acoltate in commissione regionale a Bari, dall’assessore al welfare Rosa Barone.
La delegata alle politiche sociali della regione Puglia, si é impegnata a farsi portavoce presso l’assessore alla sanità Pieluigi Lopalco di tutte le problematiche rimaste irrisolte: manca ancora attuazione di quanto previsto dalla legge nazionale sull’autismo e dal regoalemnto regionale del 2016. Serve una mappattura dei centri specializzati sulla presa in carico delle persone autistiche, indivudare quelle da acceditare affinchè si possano garantire in convenzione le prestazioni necessarie e adeguate in centri specializzati. Manca una seria programmazione per rendere operativa la diagnosi precoce presso le strutture sanitarie, come é assente il supporto psicologico alle famiglie, così manca a livello istituzionale una rete di collaborazione tra famiglie, associazioni, istituti scolastici.
I Cat (centri autismo territoriali), non sempre funzionano perché il personale è insufficiente. Lopodisti, psicoterapeuti, fisioterapisti, sono pochi rispetto alla popolazione che ne ha bisogno. Servono professionisti specalizzati nelle Asl, come nelle scuole, ma per fare ciò servono investimenti, quelli che per anni non sono stati fatti e che si continua a non fare. Purtroppo si registra un ritardo nella rideterminazione dei fondi per l’autismo, con il conseguente taglio degli interventi riabilitativi nei vari centri.
“Già nella scorsa legislatura – ricorda Giuseppe Galante, consigliere regionale del movimento 5 stelle che ha preso parte all’audizione – avevamo fatto numerose osservazioni per quello che riguardava il rilascio dei pareri di compatibilità alle strutture, per la realizzazione dei moduli.
Per Galante va rivisto il regolamento regionale, perché le cose non stanno funzionando a suo dire, dal momento che
si è scelto di lasciare operative le strutture in possesso della certificazione della società scientifica di neuropsichiatria, che hanno moduli non ancora attivati, anche se con tariffe molto basse, dimenticando invece
chi avesse già esperienza nell’assistenza a persone con disabilità autistica e che attendono da anni di essere accreditate al sistema sanitario.
“Oggi – dice Galante – anche gli uffici ci hanno dato ragione sulla necessità di rivedere il regolamento” Galante invita per questo Vizzino, presidente della commissione, ad assumere una presa di posizione, affinchè siano noti i centri che sono sul territorio in modo da poter modificare gli aspetti maggiormente problematici del Regolamento e dare risposte immediate alle famiglie”.
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