“Sono ancora disorientato ma presto farò un elenco delle priorità da seguire”. Così il neo direttore sanitario dell’asl leccese, Roberto Carlà che abbiamo sentito ieri sera e che ha tenuto a sottolineare che nella sua carriera professionale, si contano oltre sei anni di attività in ospedale, sia come medico, ma anche come manager. Nel 1999 infatti, Carlà ha ricoperto il ruolo di direttore sanitario del presidio di Nardò dal 01/01/ al 22/03 come si legge nel curriculum.
“Dunque – ribadisce Carlà – la conoscenza delle problematiche ospedaliere, delle strutture sanitarie, c’é” a dispetto di quanti hanno sollevato il dubbio, vista invece la lunga esperienza in materia di igiene e sicurezza alimentare, a discapito di quella ospedaliera che non viene menzionata.
“Dalla chirurgia al pronto soccorso.”
“I primi anni di attività – ha detto Carlà – li ho svolti in chirurgia generale, pronto soccorso, otorino. Un pò di dimestichezza con gli ambienti ospedalieri dunque ce l’ho. La nota dell’azienda sanitaria é necessariamente sintetica e forse ha tralasciato quelli che sono stati i miei primi anni di lavoro. Certo questo è un periodo storico particolare per la sanità, non paragonabile ad anni fa. Viviamo un momento di transizione, con tante problematiche, altrettante aspettative e bisognerà capire come organizzarsi.”
Un sopralluogo nel Dea
“Proprio ieri pomeriggio – ha ricordato Carlà – durante un sopralluogo nel Dea, ho accompagnato il direttore generale, seppure per un breve lasso di tempo – e ho potuto apprezzare le conoscenze che Rodolfo Rollo ha della realtà ospedaliera. Le competenze ci sono, sarà inevitabile fare una scaletta delle priorità e una suddivisione dei compiti tra me e il dottore Rollo. Nell’asl di Lecce c’è quindi la fortuna che il direttore generale sia anche un medico e abbia delle conoscenze e un’esperienza che é un valore aggiunto.”
Certo le tante problematiche di una delle più grandi asl pugliesi, spaventa, ma richiede scelte ponderate e contestualizzate, in funzione di priorità stabilite.
Ospedale: massima attenzione
Allo stato attuale, l’attenzione massima va alla realtà ospedaliera, alla quale la stessa Regione tiene molto, con l’applicazione del riordino e la garanzia che i servizi e l’assistenza ospedaliera, vengano attivati nel modo più efficace possibile. Altro punto a cui l’asl tiene molto, è quello delle reti di emergenza temporali e dell’attivazione dei tanti percorsi assistenziali, garantendo integrazione tra territorio e ospedale.
Carlà poi spiega anche il suo ruolo in passato di controllore dell’operato delle asl pugliesi, andando a verificare anche i sistemi di gestione dei dipartimenti di prevenzione delle varie aziende sanitarie, valutandole anche dal punto di vista della qualità.
“Un’esperienza di controllo della qualità e del buon funzionamento che si può trasferire anche sui servizi sanitari, applicandola per esempio alle reti come quella oncologica, verificando che oltre a funzionare sulla carta, come servizio in possesso di determinate caratteristiche, sia anche nella realtà efficiente ed efficace. Questi controlli di qualità si potranno fare sulla base di indicatori per esempio, ma solo dopo l’attivazione e l’organizzazione dei servizi, matureranno cioè successivamente. Non è cosa semplice, ma è possibile, seguendo dei parametri di qualità, simili a quelli dell’istituto “San Anna” di Pisa, l’unica cosa però – conclude il manager – serve capire in quanto tempo si possono realizzare.”
Infine il dialogo con gli operatori della sanità. Un aspetto che Carlà non vuole escludere. So bene – ha detto – cosa significa incentivare, motivare il personale, sino a poco fa ho diretto un’unità complessa e so quanto sia importante il dialogo con il personale, incentivarlo e ascoltarlo. Certo il dialogo non può essere appannaggio esclusivo della direzione, fermo restano che poi le persone vanno valorizzate sul posto di lavoro da parte di chi ha una posizione di direzione.
“Impegno e determinazione c’é, con l’augurio – conclude Carlà – di saper affrontare le tante problematiche nel modo appropriato.”
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