Vaccini avanti tutta per raggiungere i numeri, ma non si completano le persone fragili

Vaccini avanti tutta per raggiungere i numeri, ma non si completano le persone fragili

Quarantatrè mila e ottocento flaconi di vaccini solo nell’Asl di Lecce, sono in arrivo il prossimo 2 giugno. Se parte di queste dosi non saranno sistematicamente distribuite anche ai medici di medicina generale oltre che nei centri vaccinali (Hub), il sindacato dei medici Fimmg incrocerà le braccia. Toni forti e decisi quelli del vicesegretario vicario della Fimmg Lecce dottor Antonio De Maria. Il medico denuncia come l’organizzazione della campagna vaccinale nel Salento, come nel resto della Puglia, abbia di fatto escluso in buona parte i medici del territorio, che da due settimane non ricevendo più prime dosi, non riescono a vaccinare i loro assistiti, in particolare quelli più fragili.

La situazione salentina é uguale nel resto della Puglia, dove si tende a distribuire i vaccini nei centri vaccinali, con l’obiettivo di fare più somminsitrazioni possibili. Questo é l’obiettivo dato dal governo regionale, alle direzioni delle Asl, con una linea politica che rischia di inseguire un numero, a discapito delle categorie prioritarie da sottoporre a vaccino. “Si punta alla quantità, piuttosto che alla qualità – ci dice il dottor Donato Monopoli, segretario regionale della Fimmg Puglia, nonchè segretario provinciale della Fimmg Brindisi.

Gli accordi sottoscritti tra il sindacato dei medici di medicina generale e la Regione – ci chiarisce il dottor De Maria – prevedevano che un 40% delle dosi sarebbero state assegnate ai medici del territorio, per la somministrazione dei vaccini ai propri assistiti e in particolare alle persone più vulnerabili, di competenza esclusvia nostra.” Il punto é che il quantitativo necessario o non arriva o se arriva è insufficiente e non si sa neppure quando arriva. Risultato: i medici non hanno dosi per vaccinare i propri assistiti, soprattutto quelli più fragili che avrebbero più urgenza, nè sono in grado di calendarizzare per tempo le somministrazioni, non venendo avvisati preventivamente.

Invece “c’è il paradosso – ci dice il dottor Monopoli – che nella stessa abitazione ci sia il cittadino fragile, che aspetta il vaccino Pftizer o Moderna, i più adeguati alle condizioni di vulnerabilità, e poi il parente, il figlio di cinquant’anni per esempio, che invece, senza patologie é vaccinato presso l’Hub.” A breve la Fimmg nella persona proprio del dottor Monopoli, in qualità di segretario regionale della federazione, chiederà l’accesso agli atti per sapere con quale criterio la Regione abbia distribuito le dosi vaccinali tra Hub e medici di medicina generale e perchè non sono state date le prime dosi ai medici in queste due ultime settimane.

“Tutte le direzioni generali delle Asl -dice il dottor Monopoli – inseguono il famigerato numero da raggiungere, dato dalla Regione.” L’obiettivo non é quello evidentemente di completare i fragili, ma di vaccinare il più possibile per arrivare a: 10.428 vaccini nella settimana tra oggi e fine mese nella sola Asl di Bari, 3.265 per l’Asl brindisina, 6.630 vaccini per quella leccese, 4.781 é l’obiettivo per l’Asl di Taranto, 5.144 per quella di Foggia e 3.262 per l’azienda sanitaria della Bat, per un totale di 33.510 vaccini da effettuare tra il 25 maggio e il 31 maggio.

Il mancato raggiungimento del numero prefissato, può precludere la conferma di quei direttori generali in attesa di riconferma o peggio ancora può comportare un richiamo da parte del generale Figliolo alla Regione. Dunque avanti con gli Hub vaccinali in grado di garantire le grandi quantità di somministrazioni, a discapito degli studi medici.
La situazione é critica anche nel Salento dove le persone più vulnerabili non riusciendo ad ottenere il vaccino dal proprio medico, come dovrebbe essere da accordi sottoscritti tra Regione e Fimmg, si stanno prenotando presso i centri vaccinali, così come ci conferma il vicesegretario vicario della Fimmg Lecce dottor Antonio De Maria

Eppure manca poco per concludere la vaccinazione alle persone fragili. Se si fosse puntato anche sull’attività della medicina del territorio, oltre a quella dei centri vaccinali, in quattro mesi si sarebbe potuta completare la somminsitrazione di prima e seconda dose per quelle persone assistite dai medici di medicina generale. Invece come ci dice il dottor De Maria – si è preferito puntare di fatto solo sugli Hub con maggiori costi, mentre ci sono realtà dove circa 2000 fragili aspettano ancora il vaccino.

A Bari é la stessa cosa: “siamo all’87 – 88% delle somminsitrazioni ai pazienti vulnerabili – dice il segretario Fimmg Bari – Se avessimo avuto le dosi, avremmo già chiuso la campagna vaccinale.
Sino alla settimana del 14 maggio – ci dice Nicola Calabrese segretario provinciale Fimmg Bari – ricevevamo in media 18 vaccini a medico. Nei giorni successivi la Regione aveva stabilito con una circolare, che oltre le 18 mila dosi, (i medici del territorio nell’asl di Bari sono 1000), sarebebro state consegnati anche i vaccini per i richiami da fare ai pazienti già vaccinati da noi, dei quali quindi si aveva documentazione certa sulla prima dose. Tutte le eventuali rimanenze – spiega Calabrese – sarebbero andate negli Hub vaccinali per coloro i quali si erano prenotati. Nulla di tutto questo – conlcude il segretario della Fimmg Bari – tutto il Ptizer disponibile é stato assegnato ai centri vaccinali, lasciandoci a secco.”

“In questo modo quello che dovrebbe essere il compito principale del medico di medicina del territorio, ovvero vaccinare i più vulnerabili, viene svolto dall’Hub vaccinale, che quindi si sovrappone all’attività del medico, che non può sapere se il suo assistito è stato già vaccinato o meno nell’Hub.”

L’effetto di questa sovrapposizione é che il medico quando riceve la dose vaccinale, perde tempo a chiamare i suoi assistiti, per capire chi ha fatto o no già il vaccino. “E’ un lavoraccio – ci dice Nicola Calabrese – perchè io come i miei colleghi, devo verificare ad uno ad uno ogni assistito per confrontare sulla piattaforma regionale se ha il vaccino o no. E’ chiaro che anche per questo, noi medici vacciniamo in ritardo, proprio perchè si è preferito privilegiare i centri vaccinali. Adesso siamo fermi anche con le seconde dosi, che sono rinviate a giugno.”

Roberta Grima
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