E’ una storia sofferta quella del punto rosa di Lecce, ovvero l’ex dispensario che si trova accanto alla direzione generale dell’Asl, in via Miglietta. L’edificio infatti, che doveva essere ristrutturato per essere adibito a consultorio tutto al femminile, avrebbe dovuto aprire i battenti entro il 2013. Inizialmente, i lavori di ristrutturazione, erano finanziati con fondi fers della comuntià europea 2007 – 2013, per un importo di 2 milioni euro, ma come scrive il 10 maggio del 2016, il referente del programma di investimento di allora, ingegnere Antonio Leo, “il recupero dell’ex dispensario, non risulta completo in ogni sua parte.”
Nella relazione di Leo, si legge che la ditta, la INFRA di Napoli, esecutrice delle opere, é fallita tanto che l’asl il 15 maggio 2015 rescinde il contratto e avvia – scrive l’ingegnere – “le procedure previste in questi casi. L’intervento, stante la sua peculiarità, é stato quindi inserito nel piano operativo di altri finanziamenti, i FERS 2014 – 2020, nella scheda relativa alla cittadella della salute del vecchio “Fazzi””
L’intervento, finanziato con 12 milioni e 600mila euro, è inserito fra le priorità della programmazione e prevede l’allestimento di ambulatori, l’acquisto di tecnologie e il completamento dei lavori per realizzare un polo di riferimento territoriale per il progetto “Donna e percorso in rosa”. Una struttura integrata per il potenziamento della prevenzione e la cura delle patologie tumorali della sfera femminile, mediante l’ammodernamento della dotazione tecnologica strumentale di diagnostica per immagini.
La riflessione che viene da fare é che i 2 milioni di euro dei finanziamenti FERS 2007 – 2013 sono andati evidentemente persi, proprio per i ritardi di consegna dell’edificio che, alla data di scadenza 2013, non era ancora completato. Si sarebbe quindi proceduto con la ristrutturazione del plesso, con fondi dell’azienda sanitaria, come scrive lo stesso ingegnere Antonio Leo nella nota del 30 gennaio 2018, rispondendo all’allora direttore sanitario Antonio Sanguedolce che chiedeve il punto sui vari cantieri oggetto di finanziamenti europei e statali.
Ricapitolando il cantiere é in ritardo, l’Asl perde le somme, la ditta fallisce, morale: si fa un’altra gara per affidare le opere ad un’altra ditta e si paga con somme dell’Asl; invece, vista l’urgenza dell’opera – scrive l’ingegnere Leo nella nota del 30 gennaio 2018 – i lavori di completamento dell’ex dispensario venono affidati direttamente, senza gara quindi, alla ditta ROMEO Gestioni S.P.A. di Napoli, convenzionato CONSIP e che ha già l’appalto con l’Asl per la manutenzione degli impianti.
La Romeo Gestioni Spa non ha però soltanto l’affidamento dei lavori dell’ex dispensario, ma di tutti i cantieri da completare nei vari distretti lì dove occorre terminare le strutture e dove andranno poi inseriti i nuovi mammografi acquistati nel 2017. A Maglie nell’ex ospedale, a completare la ristrutturazione é la Romeo Gestioni, sempre con affidamento diretto, stessa cosa a Poggiardo, vista l’urgenza di terminare, la ristrutturazione è stata affidata alla Romeo gestioni senza gara, idem per l’ex ospedale di Gagliano del Capo.
Sempre la stessa ditta contro evidentemente il principio della rotazione sancito dal regolamento ANAC.
Ad ogni modo tutti questi cantieri, non terminano alla data di scadenza e vista l’urgenza viene dato l’affidamento diretto, non solo, ma non terminando le opere di ristrutturazione, non è possibile neanche rendere funzionanti le strutture, con l’ attivazione delle macchine, come mammografi e risonanze. In particolare, nell’ex dispensario, era prevista oltre ad una risonanza, anche un mammografo 3D, di ultima generazione, quello che chiamano tomosintesi. L’apparecchio però, è fermo all’interno del plesso tutt’ora chiuso. Sei anni dal primo progetto di finanziamento e quello che doveva essere il nuovo poliambulatorio, per la prevenzione e diagnosi dei tumori femminili, è una bella facciata rimasta però inaccessibile.
Peccato perché avere un mammografo in più, significava aumentare gli esami alle donne, ridurre soprattutto i tempi di attesa.
Invece il mammografo 3D acquistato per 2milioni e mezzo di euro è fermo, nel frattempo un mammografo sempre in 3D, di ultima generazione veniva inaugurato a settembre scorso, a Cavallino, in un poliambulatorio medico privato. Una bellissima struttura dedicata alla donne, come sarebbe dovuta essere quella pubblica ancora chiusa e incompleta.
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