Gas che fuoriesce dal rubinetto dei serbatoi della centrale criogenica dell’ospedale, sono quelli dei serbatoi che riforniscono di azoto e ossigeno i reparti del “Vito Fazzi”, dell’oncologico e del Dea di Lecce.
Da diverse settimane si nota spesso la furiuscita delle masse gassose, c’è chi racconta di aver visto personale probabilmente della ditta Air Liquide, azienda che rifornisce i nosocomi di gas medicali, aprire il rubinetto per svuotare un pò i serbatoi, questo si nota da quando il Dea è stato svuotato dai pazienti Covid.
Gas pericoloso?
La manovra è avvenuta nei giorni scorsi e anche questa mattina, a qualcuno che si recava al lavoro e ha visto la scena, é venuto il dubbio che tutta quella dispersione di gas possa essere pericolosa o inquinante. ” Se malauguratamente dovesse esserci un mozzicone di sigaretta – si é chiesto un dipendente – siamo sicuri che questo gas che si disperde non possa prendere fuoco ?”
Ci siamo documentati e in realtà l’azoto non è infiammabile. Certo è però, che la dispersione della massa gassosa sembra comunque uno spreco, si tratta di gas che l’azienda Air Liquide fornisce agli ospedali e che per questo servizio percepisce dall’asl migliaia di euro.
La ditta guadagna comunque con la fuoriuscita di gas disperso?
Soldi che in parte verrebbero sprecati, se l’asl dovesse continuare a pagare alla ditta anche quel gas in esubero e disperso nell’aria. Molto probabilmente il personale dell’Air Liquide, dopo la dismissione del Dea da ospedale Covid, è costretto a tarare il carico di gas, in base agli effettivi consumi che da circa un paio di mesi, sono soltanto quelli dell’oncologico e del “Vito Fazzi”, si sono cioé ridotti. per questo è necessario eliminare il gas in più, per evitare che possa salire la pressione all’interno della centrale con possibili scoppi.
Di solito la centrale criogenica dei gas medicali, è dotata di una valvola che regola automaticamente la quantità di gas rispetto all’effettivo consumo. Nel caso della centrale della Air Liquide, non sembra sia così. All’inizio dell’emergenza sanitaria, è stata aumentata la portata di gas, perchè si era deciso di attivare il Dea come ospedale Covid, rifornendolo di gas medicali, attraverso la centrale criogenica che già riforniva i due plessi ospedalieri: oncologico e “Fazzi”, invece di usare il serbatoio proprio del Dea, già esistente e collaudato.
La scelta dell’asl ha naturalmente comportato un aumento del carico e quindi della pressione. Ora che il Dea non lavora più, attualmente ha i reparti quasi tutti vuoti, é necessario eliminare il gas in esubero dai serbatoi, per evitare che la pressione aumenti e scoppi lo scambiatore della centrale, deputato a riscaldare l’azoto che da liquido passa a gassoso. Ci chiediamo se quel gas in esubero però, l’asl lo paga comunque all’Air Liquide, perchè si tratterebbe di soldi dei cittadini che finirebbero alla ditta indipendentemente dalla quantità di gas usata.
Esiste un sistema automatico per regolarizzare il carico di gas
Se l’Air Liquide o meglio l’asl decidesse di far montare sulla centrale criogenica la valvola autoregolatrice, la portata di gas sarebbe misurata in base all’effettivo consumo senza sprechi, senza dispersioni, senza soldi in più da pagare eventualmente alla ditta. Non sappiamo se dall’azienda sanitaria si siano attivati in tal senso, sta di fatto che è impossibile non accorgersi, visto il rumore che si sente tutte le volte che viene aperto il rubinetto per far uscire il gas in esubero, é forte e chiaro.
Forse la direzione stando in via Miglietta è all’oscuro di ciò, ma i responsabili dell’ospedale o della farmacia che è deputata all’approvvigionamento potrebbero, se presenti, renderlo noto alla direzione e valutare il da farsi.
La valvola ha certamente un costo esoso, ma forse andrebbe valutato il rapporto costo – beneficio, perché può darsi che con la somma versata all’Air Liquide per tutto il gas in esubero che viene pagato, l’asl possa acquistare abbondantemente la valvola, risparmiando soldi pubblici.
Intanto proprio in queste ore é in corso un sopralluogo alla presenza di tecnici e direttore dell’azienda sanitaria.
L’inchiesta di SnaitàSalento
Come qualcuno forse ricorderà, SanitàSalento si era già occupata del Dea e dell’impianto di gas medicali, con un’inchiesta esclusiva ripresa poi dalla stampa locale e nazionale. Dal lavoro giornalistico emersero alcune anomalie sulle quali hanno chiesto chiarimenti consiglieri di opposizione al governo regionale e sulle quali ha aperto un’indagine anche la magistratura, dopo la presetnazioni di diversi esposti.
A sollevare dubbi la decisione di smontare il serbatoio del Dea, per fare un’opera di collegamento tra la centrale criogenica del “Fazzi” e il Dea, come se fosse poi un’unica centrale, il contratto che la Air Liquide aveva, tra l’altro scaduto, per il rifornimento di gas nell’ospedale di Lecce, venne esteso così anche al Dea, salvo poi fare mesi dopo, una proroga del contratto scaduto.
Smontare qualcosa che era già pronto per far partire la ditta del “Fazzi”
Perché smontare un serbatoio collaudato per il Dea, pronto a aprtire già da febbraio 2020, per fare un tubo di collegamento non collaudato, dal Dea ai serbatoi del “Fazzi”, perdendo tempo prezioso ? L’alternativa sarebbe potuta essere quella di utilizzare in piena emergenza il serbatoio di gas del Dea, nelle more di regolarizzare poi l’affidamento del servizio. Si sarebbe risparmiato tempo e soldi.
Avviata la nuova gara di appalto
Oggi la bretella di collegametno resta, non sappimao se é mai stata collaudata, nel frattempo l’Air Liquide fornsice di gas i due plessi: oncologico e “Fazzi”, eliminando il sorplus destinato al Dea, che resta vuoto in attesa di essere tramutato in dipartimento di emergenza non appena la regione darà l’accreditamento, mentre l’asl sta portando avanti la procedura per l’espletamento della nuova gara di appalto per il rifornimento di gas in tutti gli ospedali dell’azienda sanitaria.
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