Poliambulatorio di Martano: ANAC vuole vederci chiaro

Poliambulatorio di Martano: ANAC vuole vederci chiaro

ANAC (autorità nazionale anticorruzione) apre un’istruttoria sull’appalto del poliambulatorio di Martano, il 25 gennaio scorso ha scritto agli uffici competenti dell’Asl salentina, per chiedere spiegazioni su alcuni punti critici. Ciò che non è chiaro al dirigente dell’ufficio vigilanza dell’ANAC, è soprattutto la tempistica con la quale sono stati eseguiti i lavori di adeguamento e potenziamento della struttura in via Fratelli Cervi, dove si sarebbero dovuti trasferire i servizi di guardia medica, dialisi, 118, lavori finanziati per un importo complessivo di 4 milioni di euro dalla comunità europea, le opere cominciate nel 2012, sarebbero dovute terminare a marzo 2013 e poi con una proroga di 150 giorni, a ottobre 2015.

Quello che l’autorità nazionale anticorruzione ha riscontrato, è l’anomalia tra quanto realizzato e quello che viene affermato dal direttore dei lavori dell’opera, ingegnere Asl Antonio Leo, che il 26 ottobre 2015 certifica l’ultimazione dei lavori, salvo poi scoprire che tale certificazione è in contraddittorio con quanto dichiarato dalla ditta, che si era riservata invece di ripristinare la sigillatura dei giunti di dilatazione tra polo vecchio e polo nuovo. Dunque si evincerebbe che i lavori non erano ultimati, se mancava ancora la sigillatura dei giunti. Non solo, ma il collaudatore statico, nella sua relazione del 16 luglio 2017, scrive che i lavori concernenti le strutture in cemento armato, sono iniziati il 18 aprile del 2012 e conclusi il 23 novembre 2016, come poteva allora l’ingegnere Leo certificare la conclusione delle opere a ottobre 2015 ? E’ quello che vuole appurare ANAC che oltre a ciò, ha verificato che la certificazione di regolare allaccio alla rete idrico – fognante del poliambulatorio, necessaria per avere poi l’agibilità dello stabile, risulta emessa l’11 maggio 2017, ma se i lavori fossero davvero terminati a ottobre 2015, come certificato da Leo, perché aspettare due anni per l’allaccio alla fogna? A meno che la struttura non sia stata terminata dopo il 2015 e allora la certificazione del direttore lavori sarebbe errata o falsa.

Le sospensioni del cantiere
Un altro aspetto poco chiaro per il dirigente dell’ufficio vigilanza di ANAC, Alessandro Pieramici, riguarda le ripetute interruzioni dei lavori, che hanno rallentato la conclusione dell’opera. Dalla documentazione in possesso di Pieramici, si evince che queste interruzioni, siano state determinate da situazioni che si potevano preventivare, il dirigente di vigilanza infatti, ricorda nella missiva indirizzata al direttore generale dell’Asl, che solo in circostanze di forza maggiore, il direttore dei lavori di un cantiere può sospendere i lavori, come per esempio condizioni climatiche avverse. Dagli atti esaminati, risulterebbe che l’attività sarebbe stata interrotta per “interferenze murarie e impiantistiche” e per la “rivisitazione dei calcoli strutturali di alcuni blocchi della struttura”, ragioni che per l’autorità anticorruzione non giustificano la sospensione dei lavori. Il dirigente dell’ufficio vigilanza di ANAC, chiede però all’Asl, le controdeduzioni al riguardo e la necessaria documentazione probatoria con i verbali di sospensione delle opere.

Pieramici si rivolge non solo al direttore generale dell’Asl, ma anche al responsabile dell’area tecnica dell’azienda sanitaria Daniele Prete e dell’ufficio anticorruzione interno alla pubblica amministrazione, Pasquale Orefice, titolato a controllare soprattutto negli appalti, situazioni a rischio di corruzione, anomalie, gestione finanziamenti, procedure illegittime, ecc…
In realtà ad accorgersi che qualcosa in questo cantiere non era chiaro, è stata la commissione legalità e trasparenza, esterna all’Asl, che nel febbraio 2017, l’allora direttrice dell’azienda sanitaria Silvana Melli, volle nominare, ma che il suo sostituto Ottavio Narracci, non volle confermare, tenuto conto che i membri non pretesero alcun compenso. I componenti della commissione esterna, Ciro Saltalamacchia, ex Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Lecce – sezione distaccata di Taranto, l’avvocato Antonio Petrelli, l’ingegnere Vicenzo Saracino, l’ingegnere Luigina Quarta, produssero una serie di relazioni, tra cui una redatta proprio sull’appalto di Martano, fascicolo che è stato messo a disposizione della guardia di finanza di Otranto e della procura di Lecce che ha aperto un’inchiesta, della quale però non si sa molto, se non che il direttore dei lavori e il RUP del cantiere ingegnere Pisanello, sono stati indagati e interrogati. Il fascicolo è attualmente nelle mani del pm Alessandro Prontera. In attesa che la magistratura faccia il suo corso però, ANAC ha acceso un faro e non è escluso che si avvalga della documentazione che la commissione legalità e anticorruzione dell’Asl nominata dalla Melli, ha redatto e che fornirà proprio in queste ore.

L’aspetto che lascia pensare infine, è che questo rallentamento nella realizzazione dell’adeguamento e potenziamento del poliambulatorio di Martano, non solo provoca la perdita del finanziamento europeo, mancherebbero all’appello già 400 mila euro, ma crea i presupposti per un contezioso con la ditta. Una scena già rivista che fa pensare ad un vero e proprio “modus operandi”: a Campi dove Leo e Pisanello sono rispettivamente direttore dei lavori e RUP, il cantiere per la palazzina amministrativa è fermo da quattro anni, la ditta aspetta di sapere se l’Asl intenda riavviare i lavori oppure no, così il nuovo blocco del “Vito Fazzi”, il DEA, che ha subito negli anni ritardi tali, da aver costretto l’azienda sanitaria a risarcire danni alla ditta per quasi 7 milioni di euro. Ebbene ci sarebbe da chiedere se Emiliano, in qualità di presidente della Regione e assessore pugliese alla sanità, abbia in mente di verificare cosa sia accaduto, capire che fine hanno fatto i soldi comunitari, quelli spesi dal fondo aziendale e perché le opere non sono ancora concluse.

Michele Emiliano a maggio scorso fece un sopralluogo a Martano, in via Fratelli Cervi, in quell’occasione strappò l’impegno a Narracci di consegnare il poliambulatorio alla cittadinanza a ottobre 2018, il governatore assicurò che simili situazioni non si sarebbero più ripetute finché ci sarebbe stato lui a governare la Puglia.

Roberta Grima
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