Arrestati due funzionari Asl Lecce, per peculato, frode e falso in atto pubblico

Arrestati due funzionari Asl Lecce, per peculato, frode e falso in atto pubblico

Arresti domiciliari per due ex dirigenti dell’Asl di Lecce. Si tratta dell’ingegnere Fiorenzo Pisanello ex responsabile dell’area tecnica dell’azienda sanitaria, attualmente in pensione e Antonio Leo anche lui in servizio nello stesso ufficio sino a qualche anno fa, prima di trasferirsi nell’istituo di ricovero e cura, a carattere scintifico “De Bellis” di Castellana Grotte. L’accusa é di peculato, falso e frode per lavori mai eseguiti, ma pagati, per opere inserite in progetti nuovi, ma già contabilizzate in contratti precedenti, con atti amministrativi falsi.

La decisione del giudice per le indagini preliminari Simona Panzera, arriva in seguito alla lunga indagine del pubblico ministero Alessandro Prontera, relativa al poliambulatorio di Martano, del quale SanitàSalento si occupò sin dal 2018, con un’inchiesta giornalistica sui finanziamenti europei impiegati per la struttura sanitaria. Inchiesta attenzionata dalla stessa procura che ha condotto un lavoro lungo e certosino, durata quasi quattro anni e che ha portato alla luce un “modus operandi” dei due pubblici ufficiali: Pisanello e Leo, per cui asservivano – secondo l’accusa- la loro funzione pubblica a interessi privati di imprenditori a loro vicini. I due dirigenti Asl avrebbero sostanzialmente falsato documenti relativi alle opere di ristrutturazione e potenziamento del poliambulatorio di Martano, a vantaggio di tre imprenditori pugliesi che attualmente risultano indagati insieme ad altre persone e che avrebbero avuto rapporti collusivi con i due funzionari Asl.

L’ordinanza di 150 pagine snocciola passo passo tutti gli illeciti che sarebbero stati commessi dal 2014 al 2019, con atti falsi, somme di denaro pubblico distratte dall’Asl a tutto vantaggio di terzi. La procura parla di un disegno criminoso che vede coinvolti Pisanello, in qualità di responsabile dell’area tecnica dell’Asl e responsabile unico di procedimento nelle opere da realizzare nel poliambulatorio di Martano e Antonio Leo, direttore dei lavori di ristrutturazione. I due avrebbero attestato il falso sottoscrivendo nell’ottobre del 2015, che le opere di intervento sull’edificio di Martano in via fratelli Cervi, finanziate con fondi FERS della comunità europea per un importo di 4 milioni di euro, sarebbero state ultimate, così come previsto da progetto approvato dai vigili del fuoco nel dicembre del 2010.

In realtà gli uomini della guardia di finanza di Otranto, durante un sopralluogo nell’estate del 2017, attestarono che l’edificio non era completo, molti interventi preventivati nel finanziamento europeo, non erano stati mai realizzati o erano incompleti. Esempio eclatante il seminterrato dell’edificio, dove dovrebbe essere collocata la farmacia, il sert, la risonanza magnetica, il mammografo, spazio che però si trovava nel 2017 ancora in condizioni di rustico. L’edificio non solo era carente, ma risultava non a norma perchè sprovvisto di quelle opere previste dalla normativa anti incendi e dunque il poliambulatorio di Martano era inagibile. A conferma di ciò, il rifiuto da parte del comando dei vigili del fuoco della SCIA (segnalazione certificata di inizio attività), presentata nell’aprile del 2017 da Leo, perchè considerata irrecivibile, dal momento che sul progetto era previsto altro rispetto alla realtà constatata. Non ci sarebbe stata corrispondenza tra la realtà, il computo metrico che indicava la contabilità delle opere pagate e quanto approvato nel progetto originario.

I lavori previsti dal finanziamento dovevano concludersi entro il 31 dicembre 2015, pena la perdita del finanziamento di 4 milioni. L’obiettivo era quello di trasferire nell’edificio di via fratelli Cervi, che andava ampliato, quei servizi come il sert, il 118, guardia medica, per i quali l’Asl pagava un canone di affitto di circa 20mila euro mensili. Così però non fu, tanto che parte della ristrutturazione venne proseguita impiegando somme dal bilancio dell’Asl, per la perdita del finanziamento europeo perchè le opere non vennero realizzate nei termini. Ancora oggi l’Asl paga gli affitti per i servizi su indicati, quando avrebbe potuto risparmiare somme di denaro pubblico se avesse avuto la possibilità di collocare sert, 118, guardia medica, ecc..in edifico di proprietà come il poliambulatorio, che a tutt’ora risulta incompiuto, benché dichiarato completato e saldato.

Non solo, Pisanello e Leo si sono visti a un certo punto costretti a usare somme del bilancio Asl, per proseguire gli interventi sul poliambulatorio di Martano, perchè non più dispobilie il finanziamento europeo avendo oltrepassato i termini per la realizzazione dei lavori. Si paleserebbe un danno erariale nei confronti dell’azienda sanitaria, a causa di un disegno criminoso – come lo definisce la procura – reiterato negli anni.

I due funzionari Asl non solo avrebbero attestato il falso dichiarando la conclusione dei lavori, lo stato dell’edificio funzionante e agibile, facendo pagare all’Asl interventi fantasma, mai fatti, alle ditte interessate, ma avrebbero anche inserito quegli interventi che si sarebbero dovuti realizzare, in una seconda scheda di progettazione relativa al servizio dialisi di Martano, incrementando il costo complessivo preventivato, di 30mila euro. Spesa che si riferisce all’adeguamento dell’impianto alla normativa antincendio che si sarebbe dovuto realizzare nel progetto precedente di Martano.

Leo e Pisanello avrebbero poi escogitato la strategia della perizia di variante per giustificare pagamenti di lavori non realizzati, ma pagati in precedenza perchè inseriti nel progetto iniziale. Risultato: i lavori venivano pagati due volte.

Dall’inchiesta del pubblico ministero Alessandro protnera, che ha impegnato meticolasamente gli uomini della guardia di finanza di Otranto, è emerso anche un altro sistema che vedrebbe pagato dall’Asl il servizio di manutenzione che la ditta affidataria delle opere di ristrutturazione e adeguamento del poliambulatorio, avrebbe dovuto garantire, senza ulteriore esborso da parte dell’azienda sanitaria, che invece avrebbe pagato fuori contratto come manutenzione straordinaria, subendo un danno erariale di circa 57mila euro.

Sulla vicenda di Martano ci siamo occupati a lungo noi di SanitàSalento, suscitando anche l’attenzione dei media nazionali, dopo i primi articoli fu la consigliera regionale del movimento 5 stelle Antonella Laricchia, a presentre un esposto in procura due anni fa e a chiedere conto in regione con un’interrogazione alla quale il governo pugliese non ha mai risposto.

“Ringrazio la magistratura per il lavoro che sta facendo – ha dichiarato la consigliera – presenterò una richiesta di audizione per capire perchè, nonostante le numerose segnalazioni, la vicenda sia sempre stata ignorata dalla Regione”.

“Oggi leggiamo che sarebbero stati rilevati falsi per l’attestazione della fine dei lavori e anomalie per quello che riguarda l’impianto antincendio. Parliamo di una situazione che si trascina da troppo tempo. Ora anche la politica ha il dovere di fare chiarezza, per questo chiederò di audire l’assessore alla Sanità lopalco e il direttore generale della Asl di Lecce Rollo”.

Anche il giudice Panzera nella ordinanza a sua firma esprime un giudizio severo nei confronti dei veritci Asl. “E’ inquietante – scrive la magistrata – l’assenza di controllo interno da parte dei dirigenti Asl, pur a conoscenza delle incoerenze sistemiche gestionali relative agli appalti in oggeto. Addirittura Leo avrebbe beneficiato di una progressione di carriera diventando dirigente ingegnere.” Leo come Pisanello avrebbe ottenuto negli anni anche incentivi nello stipendio di 16 mila euro per l’avanzamento dei lavori che si sarebbero poi rilevati falsi.

Roberta Grima
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