Il Dea perde ossigeno

Il Dea perde ossigeno

Potrebbe essere una cosa da niente oppure un segnale preoccupante, sta di fatto che nell’impianto dei gas medicali del Dea, ospedale Covid di Lecce, sarebbe stata registrata già da alcuni giorni una piccola perdita di ossigeno o meglio aria sintetica. Da indiscrezioni sembrerebbe sia stato fatto un sopralluogo giorni fa per verificare la situazione. Quello che è certo é che la azienda Rivoira, che aveva realizzato l’impianto, non può intervenire, poichè, come dichiarato dalla stessa impresa, l’impianto sarebbe stato modificato dall’Asl e quindi la garanzia non sarebbe più valida.

Perdita di ossigeno nel giunto antisismico dell’impianto
La perdita sarebbe stata rilevata in uno dei giunti che servono per le dilatazioni antisismiche che si trovano nell’impianto e visto che quest’ultimo sarebbe in garanzia si é chiesto di sostituire quella tubazione. La Rivoira che non interviene per la riparazione, si è limitata a dare all’Air Liquide che fornisce i gas medicali nel Dea, il pezzo di ricambio disponibile al momento, in attesa di quello originale, che é difficile reperire immediatamente in questo periodo di emergenza sanitaria ed economica. Se la perdita però dovesse peggiorare, l’Air Liquide avrebbe comunque un tubo di ricambio.

Rischio di aumentare i consumi e le spese
Viene da chiedersi se é normale che in un ospedale nuovo ci siano queste defaiance. Se é’ normale che una volta messo a regime un impianto così complesso, possa presentare piccole perdite di ossigeno e cosa comporta per il reparto per esempio di terapia intensiva una situazione simile. Sicuramente un danno più ampio al tubo, comporterebbe una perdita di aria maggiore, con un calo di pressione e la necessità di aumentare il carico di gas, con maggiori costi.

Impianto a norma?
Per ora non sembra questa la situazione. La perdita sarebbe molto piccola, ma resta il fatto che l’impianto non avrebbe ancora il collaudo e l’autorizzazione dei vigili del fuoco. Nelle scorse settimane abbiamo anche sentito personale del comando che ci ha riferito che nell’attesa della normalità, l’Asl così come l’impresa, può far riferimento sui propri ingegneri per dichiarare la sicurezza di un impianto e il rispetto delle norme. Se però dovesse esserci la sostituzione di un pezzo, va considerato anche in questo caso, tanto più che non é un pezzo originale, che andrebbe prodotta documentazione da parte dei collaudatori, per attestarne la sicurezza.

Cedono i lavori della condottad i collegamento “Fazzi” – Dea
Il problema è capire cosa accadrà quando verranno attivate le sale operatorie e gli altri reparti del Dea, dove si sta lavorando per aprire anche il terzo piano. Quello che preoccupa é che mentre si cerca di rendere operativi i vari servizi, c’è però oltre la perdita del gas, un manto stradale che ha ceduto e sotto il quale é stata realizzata la condotta di collegamento dalla centrale di gas medicali del “Vito Fazzi” al Dea. Dopo appena due settimane dalla realizzazione dell’opera, l’asfalto si è crepato, ci si augura che la tubazione sottostante sia stata protetta da un tunnel di cemento che di norma viene realizzato in questi casi. Bisognerà capire perché questo cedimento dell’asfalto, se ci possono essere perdite gravi anche nella condotta interrata e se questo episodio possa in qualche modo essere collegato alla perdita rilevata al flessibile antisismico nell’impianto del Dea, dal quale fuoriesce una piccolissima quantità di aria sintetica che è quella fornita da Air Liquide.

Purtroppo ad oggi mancano le risposte, i tecnici hanno le bocche cucite e non abbiamo chiarimenti in merito. Sappiamo che diversi esposti sonos tati presentati alle autorità competenti.

Se è normale che un edificio nuovo così complesso come il Dea, possa presentare delle defiance al momento dell’utilizzo, come avvenuto per esempio con il flessibile della doccia di un bagno che si rotto, perdendo acqua o come l’interruttore che non ha funzionato o ancora l’impianto di riscaldamento che perde il raccordo, oppure una guarnizione dilatata che fa gocciolare il rubinetto, forse non é tanto normale che l’impianto abbia condotte a rischio dove passa l’ossigeno per i pazienti.

Non sappiamo se sia questa una delle ragioni per cui nel frattempo, la terapia intesniva del “Vito Fazzi” chiusa per essere bonificata, si sia appoggiata al servizio di sub intensiva della neurochirurgia per trasferire i pazienti, invece di spostarli nella nuova terapia intensiva del Dea aperta proprio pochi giorni fa.

Parte dell’inchiesta:

11/03/20 Si smonta il serbatoio del Dea, per montarne un altro

12/03/20 Smontato il serbatoio di ossigeno nel Dea, pronto fra dieci giorni

17/03/20 Il nuovo serbatoio di ossigeno per il Dea, non può essere montato, ditta impegnata al nord

19/03/20 Sabato apre il Dea, ma solo una parte. Intanto si proroga il contratto per l’ossigeno

20/03/20 Dea e “Fazzi” un tutt’uno, così si dà l’appalto a chi lavora nel “Vito Fazzi”, anche nel Dea

23/03/20 Esposto alla finanza sul caso DEA

26/03/20 Sottratte mascherine con filtro da Copertino, per aprire il DEA ?

02/04/20 Dea, si corre per recuperare il tempo perso e salvare il “Fazzi” dal contagio

04/04/2020 https://www.robertagrima.it/inchieste/e-attiva-la-rianimazione-terapia-intensiva-del-primo-piano-del-dea/

Roberta Grima
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